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Messaggi del 18/02/2010

 

QUESTO BLOG NON PARLA DI SAN REMO!!! - RIFLESSIONI, PENSIERI, IDEE, SUGGESTIONI, OPINIONI, COMMENTI, EDITORIALI

Post n°3744 pubblicato il 18 Febbraio 2010 da psicologiaforense

 

L'OPINIONE. 18 FEBBRAIO 2010:

VEDI IL PRECEDENTE POST

Et voilà:
IL MIO PENSIERO DELLA NOTTE


Abbiamo la consapevolezza di vivere un decadimento e una fine che ci toccano come individui, ma anche come eredi di una civiltà. Avvertiamo un senso di inaridimento, di angoscia prolungata, di vanità, come se tutte le sorgenti vitali fossero seccate, e tutto ormai fosse diventato artificiale, virtuale, privo di sostanza. Ci accorgiamo che il ritmo della natura è spezzato, ma che è spezzato anche quello della nostra anima, dove è così difficile accogliere energie nuove; non abbiamo più occhi per le rifioriture e le galassie, camminiamo per le nostre strade affollate piene di ossido di carbonio, vediamo intorno a noi crescere i segni della disperazione, generazioni intere che non hanno più voce se non per dire il nulla, la fuga dall'esistere, il crimine, l'abiezione, la dissoluzione........

 
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LA RIFLESSIONE DELLA SERA: DOPO I FATTI DI MILANO, IMMIGRAZIONE: IDEE, OPINIONI, SUGGESTIONI...PER UN NUOVO GIORNO

Post n°3743 pubblicato il 18 Febbraio 2010 da psicologiaforense

LA RIFLESSIONE DELLA SERA

Una lontana minaccia alla civiltà occidentale

L'INCUBO DEL "QUINTO" CAVALIERE DELL'APOCALISSE

Se si volesse oggi dare un nome ai cavalieri dell'Apocalisse (diventati peraltro più di quattro) direi che i primi due tra quelli indicati da Giovanni – la guerra e la fame – percorrono ancora i sentieri del mondo; e nemmeno il terzo – la peste – sembra essersene definitivamente allontanato, visto l'alto numero di vittime che in Africa continua a mietere l'Aids, non a caso definito al suo apparire la “peste del ventesimo secolo”. A queste “sfide”, che finora ci hanno visto perdenti, se ne sono aggiunte delle altre: i nuovi cavalieri sono gli armamenti atomici, i quali, nonostante lo scenario della politica mondiale sia profondamente mutato, riempiono ancora gli arsenali militari di diversi Stati; l'inquinamento del pianeta; l'eccesso di popolazione in alcune parti della terra, la denatalità in altre; l'inarrestabile diffusione della droga; e l'elenco potrebbe anche essere più lungo. Che siano queste le sfide, o almeno le più importanti tra quelle che dovremo affrontare, mi sembra certo. Osservandole da vicino si potrebbe dire che questa volta i cavalieri dell'Apocalisse, quelli sopraggiunti, si sono situati ognuno in zone diverse della terra: quelle minacciate dalla sovrappopolazione non sono ovviamente quelle minacciate dalla denatalità, così come il diffondersi della droga minaccia soltanto il mondo occidentale; l'inquinamento dell'atmosfera e dei mari riguarda tutta la terra, ma ha il suo epicentro ancora in Occidente, dove la crescente richiesta di energia e la superproduzione mettono in moto processi che lo favoriscono o lo provocano. A queste sfide – le cui conseguenze se le perderemo saranno terribili – se ne potrebbe aggiungere un'altra, che riguarda anch'essa l'Occidente: l'immigrazione. Uno dei più grandi filosofi della storia e della politica dell'età moderna, Jean Bodin, ha scritto che le grandi migrazioni vanno tutte da Nord a Sud. Da quali eventi questa “legge storica” era mutuata – l'invasione dell'Impero Romano da parte dei “popoli del Nord” che Roma non era riuscita a conquistare stabilmente – non ha molta importanza. Quella situazione oggi sembra invertita: sono infatti i “popoli del Sud”, i popoli di colore, che “invadono” il Nord del mondo. Si tratta però, come ho detto, di una sfida diversa da quelle prima indicate. Se il fenomeno non cesserà e soprattutto se proseguirà in parallelo con la denatalità che affligge l'Occidente, non è difficile prevedere, anche se non sul tempo breve, che il “nostro” mondo – l'Occidente, appunto – finirà con il subire una profonda mutazione antropologica. Naturalmente saranno molti a giudicare questa come la più grave delle minacce, come il “quinto cavaliere”, perché segnerebbe la fine di una civiltà che affonda le sue radici nel cristianesimo medioevale; una civiltà peraltro nata anch'essa a seguito di una profonda mutazione antropologica: quella seguita al mescolarsi della popolazione e della cultura romane con i popoli del Nord che avevano invaso l'Impero. Ma tutte le civiltà sono destinate al tramonto.

 
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LA NOTIZIA FLASH,

Post n°3742 pubblicato il 18 Febbraio 2010 da psicologiaforense

I thailandesi i più infedeli, italiani "solo" all'ottavo posto


SPETTA alla Thailandia il record dell'infedeltà sessuale, mentre gli italiani sono in ottava posizione, secondo un sondaggio mondiale econdo il quale il 52% dei thailandesi ammette di aver tradito il proprio partner sessuale. Al secondo posto ci sono gli americani (col 43%) seguiti dai greci (38%). Gli italiani navigano a centro classifica, col 33% di tradimenti, su un totale di 14 Paesi interpellati. I più fedeli sarebbero i messicani: solo il 23% ammette di aver tradito il partner. Per quanto riguarda la frequenza annuale dei rapporti sessuali, i più attivi sono i britannici con 133 incontri, seguiti dagli americani (128) e dai tedeschi (116). Gli italiani occupano la parte bassa della classifica, con 78 rapporti annuali. Solo Polonia (75), Messico (69), Spagna (66) e Singapore (63) sono in posizione peggiore. Per quanto riguarda il numero di partner sessuali in un anno (nella fascia d'età tra i 16 e i 21 anni) gli americani sono in testa con 7,5, seguiti dai britannici (6,4). Italiani (4) a pari merito con i greci.

 
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LA FOTO CURIOSA, QUI PADOVA: BELLEZZE VENETE, 2010, AIL, calendario 2010, Veneto

Post n°3741 pubblicato il 18 Febbraio 2010 da psicologiaforense

 

Bellezze venete, il Calendario 2010

 

Torna anche per il 2010 il calendario delle Bellezze Venete, nella sua quarta edizione.
Nato da un’idea di Paolo Braghetto, che ne è direttore artistico, il calendario vuole valorizzare 14 ragazze di tutta la regione Veneto che hanno posato da sole o in coppia davanti all’obiettivo del fotografo padovano Massimiliano Griggio. Bellezze Venete 2010 ha una finalità benefica: sostiene l’AIL (
Associazione Italiana contro le Leucemie) sezione di Padova. 

 
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ALLA SCUOLA ITALIANA IL PRIMATO DELLA VECCHIAIA

Post n°3740 pubblicato il 18 Febbraio 2010 da psicologiaforense

QUALE  PRIMATO MONDIALE E IMBATTUTO, FINO A OGGI (2010),  HA LA SCUOLA ITALIANA? QUELLO DELLA VECCHIAIA DEI DOCENTI! 

Il 55 per cento dei maestri e professori italiani ha un'età media che supera i 50 anni di età. Che l'età media dei docenti fosse alta, lo si sapeva già, ma finora il fenomeno non era stato compiutamente analizzato e comparato con la situazione rilevata negli altri Paesi europei e mondiali. In questi ultimi anni l'Italia ha registrato cattive posizioni nelle classifiche internazionali riferite alla scuola. Finalmente nella graduatoria della vecchiaia degli insegnanti siamo i primi in Europa e nei primissimi posti nel mondo! Nell'Unione Europea il primato italiano è insidiato, ma a notevole distanza, dalla Germania dove i docenti con più di 50 anni sono il 47%. Distaccati il Regno Unito con il 32%, la Francia il 30, la Spagna il 28.
Ma al di là delle curiosità statistiche, cosa si nasconde dietro questi numeri? Che in Italia nei prossimi dieci anni 320 mila insegnanti andranno in pensione, sempre che non vengano elevati i limiti di età di pensionamento. Governare questo fenomeno significa fare grandi opzioni politiche. Si potranno ridurre i pletorici organici o si potranno rimpiazzare tutti i posti lasciati liberi dai pensionati. Con quest'ultima soluzione si aggravano i costi del Tesoro che dovrà pagare pensioni a chi esce e nuovi stipendi a chi entra. In alternativa, si potranno fare risparmi per ridurre il debito pubblico o per qualificare la docenza. I posti vacanti si copriranno col precariato, cioè con personale che mediamente ha 40 anni, oppure si farà spazio a nuove giovani energie?
Insomma ci sono le condizioni oggettive ed i tempi necessari per fare le cosiddette riforme di struttura. Sarebbe allora opportuno che la politica offrisse agli elettori scelte semplici e chiare, anziché ibride formule compromissorie che finiscono per garantire alla scuola solo il primato della vecchiaia.

 
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