Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
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Messaggi del 19/02/2010

 

IL COMMENTO DELLA SERA: RIFLESSIONI, PENSIERI, IDEE, SUGGESTIONI, OPINIONI.... PER UN ALTRO GIORNO

Post n°3749 pubblicato il 19 Febbraio 2010 da psicologiaforense

QUANDO LA NONNA SI SPOGLIO' IN SPIAGGIA

Sfida al pudore: 94 anni fa nasceva il costume da bagno

Uno squadrone di poliziotti armati di nastro per le misurazioni approda in spiaggia: a signore e signorine vengono misurati i centimetri di stoffa dei costumi da bagno. “Offendono il senso del pudore”, è il verdetto e scattano gli arresti di massa. È l'estate del 1916 sull'East Coast e, mentre l'Europa è devastata dalla Prima guerra mondiale, negli Stati Uniti la battaglia del momento è quella sui nuovi costumi da bagno. Abbandonati i mutandoni neri di gusto vittoriano, le donne scoprono generosamente al sole, per la prima volta, spalle e gambe. Scoppia lo scandalo. È luglio ed è l'inizio di una rivoluzione. Poco conosciuta, spesso snobbata dai libri di storia, resta un capitolo fondamentale della lunga marcia dell'emancipazione femminile: le donne assaporano il diritto di mostrare il proprio corpo. Nasce l'immagine di un'America moderna, pratica e sensuale, che ha “battezzato” il primo costume da bagno moderno. Passeranno giusti giusti, 40 anni e si arriva al 3 luglio del 1946, quando lo stilista francese Louis Rèard presenta la sua collezione di costumi lungo il bordo della piscina Molitor di Parigi. Debutta il “due pezzi”, audace e scandaloso: appare l'ombelico femminile. Rèdard battezza il nuovo “pezzo” di stoffa “bikini”, per dare l'idea di un capo d'abbigliamento “esplosivo” come la bomba nucleare sganciata da poco nell'omonimo atollo del Pacifico. E tanto è esplosivo il bikini che lo stesso inventore non ha mai permesso alla moglie di indossarlo. Di 40 anni in 40 si arriva all'82, l'anno dei topless. La parola d'ordine è: “Tette al vento per tutte”. Ma a Tropea e Pantelleria i sindaci ordinano: seni nudi sì, ma solo se belli. Presto tornerà il tempo del bikini, finchè il cerchio si chiude e nel luglio 2001, 85 anni dopo Atlantic City, è di nuovo di moda il costume intero. Senza piu' scandali.

 
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VIDEO VERAMENTE ATROCE (da non guardare!), DUE DONNE TANTO INFAMI QUANTO CRIMINALI,

Post n°3748 pubblicato il 19 Febbraio 2010 da psicologiaforense

TERRIBILI E INAUDITE  VIOLENZE CONTRO UN CAGNOLINO PERPETRATE DA DUE "DONNE" (SI FA PER DIRE) ITALIANE

Ancora video contenente immagini di violenza su un cane, nel caso specifico si tratta di due signore che prendono a calci un cane di piccola taglia, il filmato pubblicato sul sito www.yourfilehost.com mostra due donne mentre maltrattano l'animale.  Le due donne sono di nazionalità italiana (anche se hanno fatto caricare il filmato attraverso un provider straniero), residenti nel milanese e sono state denunciate per maltrattamento di animali ai sensi dell'articolo 544 del codice penale, reato questo che prevede la reclusione fino a 2 anni in quanto in presenza dell'aggravante della violenza gratuita. Oltre alle due signore trentenni sono stati denunciati alla procura della Repubblica anche i responsabili del sito che ospita il video e ne è stata chiesta l'immediata rimozione.

RIMOZIONE CHE NON E' AVVENUTA!!

Il video choc a questo link

 
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LA FOTO DEL GIORNO

Post n°3747 pubblicato il 19 Febbraio 2010 da psicologiaforense

Australia, spiagge a rischio
per i cambiamenti climatici

Scienziati e politici riuniti ad Adelaide per il convegno del Climate Change Council hanno lanciato un allarme per le spiagge simbolo dell’Australia: potrebbero sparire per effetto dei cambiamenti del clima.
Secondo gli scienziati «numerosi punti delle coste australiane sono già stati colpiti da inondazioni periodiche, erosioni e maree straordinarie. Quando le cose peggioreranno per effetto dei cambiamenti climatici, l’effetto sarà disastroso».
«Dobbiamo agire adesso, se vogliamo essere in grado di gestire questi la situazione», ha detto il ministro per i Cambiamenti climatici Penny Wong. Oltre la metà dei 21 milioni di abitanti dell’Australia sono distribuiti sulle coste. A Byron Bay, la punta più a est dell’Australia, l’erosione già minaccia di distruggere le case costruite ai margini della spiaggia.


 
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IL COMMENTO DEL GIORNO

Post n°3746 pubblicato il 19 Febbraio 2010 da psicologiaforense

MINIGONNA... QUEL FATALE PEZZETTO DI STOFFA

È il 1964, Shapiro suona sino all'alba al Roaring Twenties, il locale più “caldo” della Swinging London, indirizzo: Carnaby Street numero 17. A pochi passi, nella piccola strada bruttina dietro Piccadilly, c'è la boutique di Mary Quant, lì esplode quel fazzoletto di stoffa, nato dalla povertà già parecchi anni prima e però sino allora rimasto ai margini, meravigliosamente sexy per chi, come raccomandavano i “magazine” popolari di allora, “proceda dalle spalle alle ginocchia senza alcuna protuberanza intermedia”, diabolico per le strutture femminili latine. Sì, la minigonna compie in questi giorni 46 anni e, esattamente come Bob Dylan, il Che, John Kennedy “Camelot”, è diventata “storia”. Ma perchè storia? Dopo brevi periodi di oblio, questo “modo” più che “moda” di vestire, continua a tornare da protagonista nell'immaginario e nella vita quotidiana delle teenager (e non solo) di tutto il mondo, destinata ormai all'immortalità, come aveva previsto Joan Shrimpton “gamberetto” che ricorda: “Mi fecero il primo servizio fotografico in mini una domenica sera, il giorno dopo ero sui giornali di tutto il mondo”. Un fenomeno così, non si era mai visto nel secolo. “Storia - secondo Gillo Dorfles - perchè la minigonna di oggi è tutt'altra cosa. E come tanti eventi di questi ultimi decenni, non significa più nulla. Bisogna riferirsi al passato per valutarne la capacità rivoluzionaria. Una bandiera, al pari del bikini: però con risvolti non sempre positivi, non a caso contestati dai movimenti femministi”. La bufera che accompagna la nascita della mini non è infatti da poco. “Quell'indumento che umilia la donna e la rende brutta”, “quella cosa turpe” trionfa in Inghilterra, si badi, nell'anno in cui il patron della Penguin Books deve difendersi di fronte ai giudici dall'accusa di oscenità per aver pubblicato “L'amante di Lady Chatterley”, e arriva da noi quando le gambe delle ballerine in tv sono appena tollerate e ancora lontano è lo “scandalo” della “parolaccia” pronunciata per la prima volta da Cesare Zavattini alla radio. Lo scenario borghese è granitico, ci vorranno altri quattro anni in Europa (un pò meno in America) per far saltare, o almeno incrinare, con il '68, il primo dei grandi muri, il tabù sessuale. Vaticano, associazioni della famiglia nonchè l'establishment europeo reagiscono con grande preoccupazione di fronte al trottare sempre più fitto, per le strade del mondo, di quelle gambe giovani e aggressive avvolte da nulla.
L'impero commerciale di Mary Quant e dei suoi emuli diventa un business da capogiro che accompagna la moda giovane, come è stato più volte sottolineato, nei sui due nuovi percorsi: sul versante per così dire “istituzionale”, dopo la minigonna arrivano gli hotpants, e poi i costumi olimpionici che all'inzio dei '70 le indossatrici di Saint Laurent e le “signore bene” portano a Parigi sotto la giacca rigorosamente maschile, mentre il casual acquista sempre più il ruolo di divisa della “ribellione”, simbolo via via di Woodstock e dell'Isola di White, dei campus californiani come di Porci con le ali e del Movimento studentesco. Minigonna reazionaria, allora? Illusione di libertà?

 
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finchè vita non vi separi, divorzio, separazione, affidamento della prole, alimenti, obblighi familiari,

Post n°3745 pubblicato il 19 Febbraio 2010 da psicologiaforense

Edoardo Vianello condannato a 3 mesi
di reclusione, non pagava gli alimenti

Il cantante Edoardo Vianello, autore di numerosi successi negli anni '60, è stato condannato a tre mesi di reclusione (pena sospesa) e al pagamento di 50 mila euro di provvisionale, immediatamente esecutiva, per violazione dell'osservanza degli obblighi familiari nei confronti della seconda moglie Vania Muccioli e del figlio avuto con quest'ultima. Lo ha deciso il giudice monocratico del tribunale di Roma, Rosanna Scirè. L'autore de «I vatussi» e «Guarda come dondolo» era assistito dall'avvocato Gian Luca Riitano, mentre il legale di parte civile era l'avvocato Rossella Di Tullio. (Fonte: Ansa)

 
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