Creato da: quandotihovista il 25/01/2009
...forse nulla accade per caso ..

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quando cielo e terra uniscono i loro sospiri e il cuore si perde... tutto diventa cuore

Post n°8 pubblicato il 09 Febbraio 2009 da quandotihovista

Ti ho vista morire tre volte ….

Qualcosa di strano si nasconde dietro ogni morte, forse …

Erano state sistemate, in un corridoio al piano zero, riparate dalla vista diretta da una porta, delle macchinette distributrici di bevande calde e fredde e di panini e merendine, e come ogni mattina aspettavo che mia moglie scendesse dagli uffici fino al magazzino dove io lavoravo, per andare a prendere il caffè per me e il panino per lei. Espletate queste operazioni la riaccompagnavo in ufficio e io ritornavo nel mio, come tutte le mattine. Ma quella mattina no, non andò così. Mentre scendevo le scale, una voce, torna su tua moglie sta male, cosa dici ? Sono sceso ora, sei sicuro? Hanno appena chiamato al telefono. Un baleno, impiego un attimo a salire le tre rampe di scale. Era esanime a terra e i colleghi non sapevano che fare, erano impietriti, contro il muro opposto. Senza pensare troppo mi sono precipitato su di lei. Il terrore mi stringeva il cuore, il tempo passa e lei non si riprende; provo a praticarle la respirazione bocca a bocca , non accade nulla e il tempo sembra infinito, soprattutto quando vorresti vedere immediatamente i risultati dei tuoi sforzi, e non si sveglia ancora, e ora che faccio? Il panico si stava impossessando di me e stavo diventando agitato e non sapevo come intervenire, le alzai le gambe in alto, lo avevo visto fare, ma l’unico risultato è quello che sta diventando cianotica, sta diventando blu e io mi stavo facendo prendere dall’ansia, era già passato troppo tempo e lei non accennava a riprendere a respirare. Ma in quel momento mi sono sentito dire: ora spostati , lascia fare a noi. Finalmente sono arrivati gli anestesisti; sono passati forse neanche due minuti e i tentativi maldestri di cui sono stato capace, mi hanno reso l’idea della inutilità dei miei sforzi, ma non riuscivo né a stare lontano, ne a non fare nulla, dovevo tentare qualcosa in qualche modo. Mi spinsero fuori dal corridoio, non dico a forza, ma quasi, e finii davanti alle finestre a nelle scale a fumare e a pensare come fare a dirlo a mia suocera e a mia figlia, e il mio sguardo andava lontano, senza un limite, nel vuoto assoluto , il tempo sembrava essersi fermato. Ora sono arrivati anche i rianimatori del 118, erano stati avvisati pure loro. Non vedo più mia moglie, e circondata da una decina di persone o forse anche di più e ognuna sa cosa fare, ma lei ancora non si sveglia, e torno a fumare, e un’altra e un’altra ancora. Finalmente qualcuno mi dice che sta riprendendo a respirare, ora la prepariamo e la portiamo giù al pronto. Ma è passato molto tempo, troppo. Per ora c’è, avviso mia cognata, la sorella di mia moglie e mi avvio anche io verso il pronto soccorso…

 Dopo un mese da quell’episodio, verso mezzanotte e mezza, mia moglie, osservando un punto su un muro della stanza, iniziò a emettere dei versi, che erano intervallati da pause, come se stesse discorrendo con qualcuno. Durante una di queste pause si rivolse verso di me e mi disse mi vengono a prendere alle due me lo hanno detto… Ma chi? Che ti viene a prendere? Chi ti viene a prendere?….me lo hanno detto mi vengono a prendere alle due..ma chi hai visto? Chi ti viene a prendere? Chi c’era? Qualcuno che ho conosciuto anche io? perché ti vengono a prendere? le posi un seri di domande con agitazione e curiosità crescenti, e lei mi apostrofò con il volto tirato dall’ira e un tono di voce che non ammetteva repliche …ti sembra questo il momento di parlare di queste cose? E io tornai a sedermi in silenzio. Mentre pensavo, mi accorsi che qualcosa di strano stava accadendo, mia moglie stava iniziando a respirare lentamente; guardai l’orologio e con terrore vidi che erano le due meno dieci. Stava facendo delle pause di respirazione sempre più lunghe, e per quanto le dicessi per cercare di convincerla a riprendere a respirare normalmente non ebbi alcuna risposta positiva. Non servì a nulla tenerle il volto tra le mani, o parlarle o darle schiaffi. La stavo perdendo di nuovo, stava respirando sempre più lentamente, finché non mi venne alle labbra “ se non vuoi farlo per me, fallo per tua figlia”, a quelle parole emise un respiro profondo come chi emerge da una immersione forzata in apnea , e riprese a respirare normalmente; tirai un sospiro di sollievo anche io e crollai sulla sedia. Non c’era alcun motivo logico per questo, i valori fino a poco tempo prima erano tutti nella norma! La mia razionalità non poteva accettare questo. Solo l’amore per nostra figlia le aveva dato la forza e la volontà di tornare a respirare. Chi poteva volere questo? Chi voleva la vita di mia moglie? Era possibile che accadesse questo?in quell’occasione sono stato io a strapparla alla nera signora? A tenerla ancora in vita o cosa? So che poco dopo ha ripreso con quei suoi versi a “dialogare” con quel punto sul muro …Ma se non fossi stato con te cosa sarebbe accaduto?

 Sono passati dieci anni da quella volta, è il primo giorno di dicembre, e non è più accaduto che volessero portarti via, siamo rimasti insieme tutti questi anni e ho cercato di non fare mancare nulla a te, alla nostra bimba, ed ho ancora negli occhi e nel cuore, e ogni volta che ci penso è come se mi dessero un pugno nello stomaco, il tuo sguardo, ogni volta che uscivo dalla tua camera dell’istituto. Ma questa mattina, alle cinque, ci hanno chiamato dal reparto, ti eri aggravata, ma quando siamo arrivati io e tua sorella ancora ci hai accolto salutandoci, e poi ti sei addormentata, eri troppo impegnata a cogliere la vita da ogni respiro. Quando, alle 4 del pomeriggio, mi sono deciso ad andare a riposare, sono andato via dicendoti in un orecchio …amore, ti prego, non farmi brutti scherzi, non andare via, aspettami…e ti ho lasciata con tua sorella. Ma non sono riuscito a riposare bene, e nel dormiveglia in cui mi dibattevo ho sentito la tua voce che mi chiedeva ..ti prego ..lasciami andare via..sono stanca, non ce la faccio più…e io a malincuore ti ho detto…se vuoi questo ne hai mille ragioni, vai pure ….sembrava un sogno. Alla sera, erano le 19.45 e stavo tornando da te per vegliarti nella notte..mancavano poche centinaia di metri e mi ha chiamato tua sorella…eri andata via…non mi hai aspettato..forse chi è venuto a prenderti ricordava le precedenti due volte nelle quali ero riuscito a trattenerti…forse sbagliando…ma questo lo saprò dopo .. In tutti questi anni, Amore mio ho cercato di dare l’immagine di chi guarda con distacco la propria condizione, ma ora non riesco a fermare le lacrime, non ho più voluto fermarle e le ho lasciate scorrere, dando libero sfogo al dolore e alla disperazione che ho nel cuore e all’ Amore per la grande bimba che eri diventata ….Ciao Amore mio …

 

 
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Post n°7 pubblicato il 06 Febbraio 2009 da quandotihovista

 

A volte mi chiedo, anzi è un pensiero ricorrente in me, se esiste una relazione sottile, profonda, tacita e sconosciuta che fa si che, tra noi e gli altri si instauri un rapporto, una relazione, che mette in comunicazione oltre che il corpo l'anima e, che  questo rapporto diventi più saldo ed evidente quando le parole non possono più essere espresse, e allora ogni comunicazione avviene attraverso i sogni o i pensieri o qualunque altra situazione possa comunicare lo stato di disagio che l’anima vive. A volte può apparire ridicolo e irrazionale, il punto a cui si arriva, ma per chi è passato attraverso un percorso di dolore diventa solo una parte del proprio cammino. Di un percorso della mente che non ha limiti...

 .

 
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....sulla libertą .....

Post n°6 pubblicato il 06 Febbraio 2009 da quandotihovista

E un oratore chiese: parlaci della libertà.Ed egli rispose:

Alle porte della città e presso il focolare vi ho visto prostrarvi e adorare la vostra libertà,

Proprio come gli schiavi si umiliano davanti a un tiranno e lo lodano nonostante egli li uccida.

Ahimè si, nel boschetto del tempio e all’ombra della cittadella ho visto i più liberi fra voi indossare la libertà come giogo e manette.

E dentro di me il cuore sanguinava, giacché potrete essere liberi soltanto quando persino il desiderio di cercare la libertà diventerà una bardatura, e quando cesserete di parlare di libertà come un traguardo e di un compimento

Voi sarete liberi in verità non quando i vostri giorni saranno senza affanni e le vostre notti senza un bisogno e un dolore, ma piuttosto quando queste cose vi cingeranno la vita e ciononostante vi eleverete al di sopra di esse nudi e sciolti.

E come potrete elevarvi al di sopra dei giorni e delle notti se non spezzerete le catene che voi stessi, all’alba della vostra comprensione, avete legato attorno al vostro mezzogiorno?

Ciò che voi chiamate libertà è in verità la più forte di queste catene, sebbene i suoi anelli scintillino nel sole e abbaglino gli occhi

E cosa sono se non frammenti del vostro io, quelli che vorreste scartare per poter diventare liberi?

Se è una legge ingiusta che vorreste abolire,quella legge è stata scritta con la vostra mano sulla vostra fronte,

Non potrete cancellarla bruciando i vostri libri di legge, né lavando la fronte dei vostri giudici, anche versandoci sopra il mare.

E se vorreste privare un despota del trono, badate prima di distruggere il suo trono eretto dentro di voi; poiché come può un tiranno dominare uomini liberi e fieri, se non a causa di un dispotismo nella loro stessa libertà e di una vergogna nel loro stesso orgoglio?

Se è una preoccupazione che vorreste gettare via, quella preoccupazione è stata scelta da voi piuttosto che impostavi.

La sede di quella paura è nel vostro cuore e non nella mano delle persona temuta.

In verità tutte le cose si agitano nel vostro essere in un costante e semi-abbraccio: il desiderato e il temuto, il ripugnante e il prediletto, l’inseguito e ciò che vorreste fuggire.

Queste cose si muovono dentro di voi come luci e ombre in coppie attaccate .

E quando l’ombra si affievolisce e si dilegua, la luce che si attarda ed è lenta a scomparire, diventa ombra per un’altra luce.

E così la vostra libertà quando perde i ceppi, diventa essa stessa il ceppo di una più grande libertà.

Kahlil Gibran da IL PROFETA

 
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..a proposito di eutanasia

Post n°5 pubblicato il 01 Febbraio 2009 da quandotihovista

 

Nessuno ha il diritto di uccidere, è vero e ogni vita è un dono di Dio, e che ogni vita merita di essere vissuta, ne sono consapevole e rispettoso, ma si può definire vita quella di questa ragazza, come quella di qualunque persona che sta condividendo lo stesso suo dramma? Certo biologicamente è viva, ma quante umiliazioni ha dovuto subire questa povera anima, che lezione sta imparando in questa vita? in questa condizione che è di morte civile, quanti nella condizione di quel padre, non penserebbero allo stesso modo? Quanti parlando al medico del rianimo non avrebbero chiesto “perché vi affannate tanto se questo è il destino che mi sta prospettando?“ E’ solamente un rapporto tra lui e la sua coscienza e la nostra società civile dovrebbe tenere in considerazione che possano avvenire anche casi di questo tipo, e non consentire a chi non abbia fatto il suo stesso percorso di giudicare, nessuno può dire nulla, perché ci sono sensazione e sentimenti che nessun altro può comprendere. Nessuno può immaginare a che grado di solitudine si può arrivare quando si parla con la propria coscienza. Quando davanti agli occhi scorrono le immagini di una vita trascorsa, alle speranze e alle aspettative ai sogni della figlia, alla condizione attuale, e si affaccia in modo spontaneo questo pensiero, che allo stesso modo di altri, sarebbe un gesto di amore estremo forse non comprensibile ai più, ma basterebbe pensare, solo pensare, come mi potrei trovare a stare li? senza poter muovere neanche un dito! ad avere bisogno di tutti! pensare che per nutrirmi o bere devono farmi arrivare un tubetto direttamente nello stomaco, a giacere ammucchiato su un letto dove perderei la mia dignità e ogni pudore, e l’unico pensiero, se ancora sarei capace di farne uno sarebbe ..Mio Dio ..io non ero così…ti prego … Quale padre o madre, vorrebbe per la propria figlia la morte? Quale padre o madre annienterebbe l’amore, e perché no anche l’egoismo di avere sempre con se chi si ama, per consentire a questa figlia di tornare alla Casa del Padre; il suo Calvario si è esaurito su questa terra, e solo i medici hanno rimandato fino ad oggi questo suo ultimo viaggio, trattenendola tanti anni fa; già questo dovrebbe essere esplicativo…tanti anni fa. Quanti padri e madri lascerebbero che si aprissero dei vuoti enormi nella proprie esistenze e convivrebbero con un dolore così grande per tutta la vita. Perché, comunque, la vita insieme a questa figlia in questi lunghi anni c’è e c’è stata e per loro questa figlia e rimasta sempre la loro piccolina che ha sempre avuto bisogno delle loro cure e attenzioni. Leggere e scrivere di questo argomento mi costringe a tornare indietro nel tempo, a rivivere una situazione già vissuta, a riaprire il cuore al dolore non ancora sopito e a prestare il fianco ai ricordi che sono sempre presenti in me e sempre pronti a rendersi vividi. Ricordo perfettamente, per quanto siano passati oltre dieci anni da quella mattina, ogni parola, ogni respiro e scorrono davanti ai miei occhi e dalla mia memoria scaturiscono le immagini, come se stessi guardando il film della mia vita, ora, di quel 10 novembre, quando mia moglie a seguito di un malore rimase senza respiro 12...15 minuti. Essere testimoni di un destino che cambia la vita in un battere di ciglio, in un attimo tutti i desideri, le speranze, gli sforzi fatti per vivere una vita migliore, i sogni, tutto crolla in un attimo durante il quale nella mia mente si affollano i pensieri e resto impietrito a osservare la vita che fugge da quel corpo… tutto rimane appeso ad un filo, per giorni , settimane tutto resta in sospeso, la vita non vuole abbandonarlo, la morte rimane sull’uscio ad attendere. Basta un nonnulla per modificare il destino che si sta mostrando. Si ritorna a convivere col dolore che attanaglia il cuore e la mente, a gestire ogni attimo, si chiede aiuto e si torna a pregare, e la Fede, sempre la stessa, ancora una volta risponde alle mie richieste, ma non è più come prima, nulla sarà come prima. Il tempo che normalmente, in altre situazioni, ha risanato ferite, ora ha aperto degli squarci lasciando intravedere dei vuoti che si mostrano in tutta la loro gravità, e in ogni istante sono visibili.

No, nessuno può immaginare, neanche il più illuminato, bisogna trovarsi dentro queste condizioni, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno..

 
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Post n°4 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da quandotihovista

Scrivere di se è sempre estremamente difficile, troppo coinvolti siamo nelle nostre abitudini, nelle nostre contraddizioni, nella nostra vita per poter mantenere una visione equidistante da noi e da ciò che ci accade, certi che ogni situazione, ogni moto, ogni sentimento è stato descritto in modo imparziale e abbiamo parlato a noi stessi, e di noi stessi col cuore in mano senza reticenze e senza aspettarsi nessuno sconto di pena. In noi c’è, nella nostra coscienza, la cognizione degli opposti, del bene e del male e sappiamo discernere sugli argomenti, ma a volte, se non spesso, è più facile fare finta di nulla e procedere per la via semplice, quella che non ci fa pensare, quella che ci fa stare bene, in modo immediato e diretto, anche se per poco. E mentre i pensieri arrivano e i dettagli scorrono nella mostra mente, siamo costretti a rivedere più volte e a rivivere la parte della nostra vita che abbiamo preso in considerazione e lentamente riusciamo a sollevare lo strato di polverosa assoluzione di ogni nostra azione che ci nascondeva a noi stessi, e vediamo un’altra immagine, quella reale e intima, quella sconosciuta, perché non abbiamo mai pensato di essere così, e invece pian piano impariamo a conviverci e cerchiamo di modificare i nostri atteggiamenti alla ricerca di una condizione più spirituale, alla quale ci siamo sempre negati per comodità, per interesse personale, per non rinunciare alle provocazioni del nostro io.

 
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