Area personale
Cerca in questo Blog
Menu
Ultimi commenti
Chi puņ scrivere sul blog
« RACCONTI ITALIANI ONLINE... | RACCONTI ITALIANI ONLINE... » |
RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO - CONTEMPORANEO
Post n°45 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani
12
Tu non sei al fondo di nessun pensiero non sei nel nero perlustrato dal lento radar delle barche del silenzio – non sei nel folto dove ogni ramo e ogni battito fuggito d’ala anima un fantasma sugli stagni azzurri della mente. Non ti sei mai nascosto al nostro dolore come cane che ti insegue, non volti il viso ai colpi delle insopportabili domande, hai opposto al nostro ritirarci la tua paziente, alzato come straccio, la tua dura esposizione. Lo sai ora son contento che tu sia qui mentre una frazione di luce sui monti resiste sulla linea delle groppe scure e le grandi città luccicano in fondo alle valli, nel ventre delle pianure. Sono contento quaggiù di vedere tra le bottiglie il tuo guardare le mani che smistano vino, pesce, il pane fatto a pezzi – Gesù così, mio familiare, Dio fedele alla vita.
INEDITI Titolo provvisorio: L’amore. 1 Stringo gli occhi e vedo che non sei un fantasma anche se il tuo passo sembra venire barcollando dal vicolo nebbioso nel porto dominato da una notte che ha un’asma nel respiro.
d’acqua morta sugli scafi. E’ largo il giro delle luci lungo la solitudine dei moli. Vieni dai rifugi, dalle tane dove ti avevano cacciato. Quante botte, quante sbornie ti han conciato il volto bello e pesto, un taglio s’è da poco rappreso sulle labbra. Con quei vestiti hai fatto estate e inverno, sono stinti, il tuo corpo ci è dimagrato dentro. Ma il tuo sorriso è un coltello ancora e un fiorire agli occhi.
gireremo la città.
2 Le grandi insegne ci esplodono sui vetri dell’auto e poi negli occhi più debolmente. Hai sonno ? dico, un whiskey, vuoi forse riposare... Voglio vedere, mi fai, vedere solamente. Allora viro sui grandi viali, nella notte di nero e zinco punteggiata fittamente dai fanali, dalle sirene, dal ritmo intermittente dei semafori appesi al niente.
3 Quante cose ti potrei raccontare, dico mentre lasci la testa sul sedile, ti avevano dato per disperso, andato di cotenna e forse annoiato dopo secoli di fraintendimento, di agguati, di mancati appuntamenti. Giri gli occhi lentamente qualcosa riconosci o perduto in tuo acquario non guardi niente...
sotto le insegne di un megastore, ne hai viste tante, il rumore del traffico riporta le memorie il tuo film, ti han fatto anche passare per traditore. Non te lo dico, so che è il punto che ti dà maggior dolore.
|
Inviato da: chiaracarboni90
il 31/05/2011 alle 11:36