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RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO - CONTEMPORANEO

Post n°95 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani

POESIE INEDITE

 

 

 

 

Da "Prove di Morte"

*

Ma questa è già la "non sopravvivenza",

il post mortem virtuale:

quattro lustri e più dopo,

l’assalto al treno ("vuoto", come aveva

aggiunto, ironizzando,

l’uomo magro ed itterico, civile)

alle otto di mattina alla stazione

di Firenze, e la nave da crociera

nella teca dell’atrio, prima della

diaspora per Scandicci, tra le solite

fitte al pensiero di Angela, qui,

tra queste lente curve e case e insegne,

mai venuta o ventura. E che sinistro

miracolo, sapendo

che sono, altri vent’anni, un miraggio,

che tutto sembri

così vicino, ancora sembri ieri.

UNA FOTO DEL ’40

Sulla spiaggia di Senigallia, e quanti

frontalmente schierati e, come usava

(uno spavaldo e giovanile, un altro

già padre di famiglia

e perciò rilassato) coi pudichi

costumi dalla cintura anellata

bianca, e tutti in attesa.

E, fra essi, mio padre. Dietro,

ma più che altro dai capelli, si

indovinava un mare

appena mosso in quel biancore. E come

solo ora recuperano senso,

dal fondo della cassetta, più simili

anche a me. Perché, in fondo,

è un’altra morte il tempo che non c’eravamo

prima di nascere.

CHIAREZZA

La fiducia in un Dopo

in filigrana angelica e santini

ti ha nutrito, l’hai avuta.

Ma era la bagarre dei sentimenti

tagliati con l’accetta, e delle rosse

furibonde erezioni.

Vivere e credere all’eternità

era un tutt’uno

con la felicità del corpo vano

nelle vetrine al mare.

E il Paradiso era già qui.

PIÙ CHE QUESTO

Più che guardare e imbevermi

dei cirri, più che respirarli come

davanti a un quadro di

Raffaello o Dalì, o come quando,

con pochi giorni di vacanza al mare,

assurdamente

inalavo lo iodio con violenza,

a farmene riserva. Più che questo…

PROGETTO PER LA MORTE

Ma poi, quando ti prende,

ti lasci andare, delega

in bianco al bianco delle

infermiere e dei muri

assetati di rosso di Derain.

Nota: "Donnez-moi un peu de rouge", battuta ospedaliera attribuita al pittore

*

Anche così, magari

fra il bollettino del tempo

e lo scolare della pasta a sera,

fra tavolo e lavello. Come una

libellula sfregata

fra due dita. Non come

Garibaldi nel quadro a Caprera.

 
 
 
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