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Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 31 Gennaio 2007 da Radici0

Inviato da FATTI2003 il 12/12/06 @ 08:49 via WEB

immagineLa mia storia comincia nel vecchio ospedale San Giovanni di Roma dove sono nata l'11 novembre del 1934. Molti anni fa all'interno dell'ospedale c'era un reparto, chiamato 'le Celate', riservato alle donne che volevano restare nell'anonimato, a volte partorendo anche con il volto coperto. Molti dei neonati venivano poi lasciati nello stesso ospedale, come è accaduto a me. Le 'celate' erano soprattutto donne che appartenevano alla borghesia romana. Le loro gravidanze erano talvolta il frutto di relazioni con gerarchi fascisti o comunque con persone di ceti altolocati. Non ho mai accettato alcuna proposta di adozione, non abbandonando mai la speranza di poter ritrovare la mia vera madre. Dopo aver trascorso i primi giorni di vita al brefotrofio di Roma, fui affidata ad una balia di Ripi, un paese in provincia di Frosinone. E' qui che venivano spesso a trovarmi due signori, uno anziano e l'altro un po' più giovane, portandomi molti regali. Finché un giorno queste stesse persone mi condussero in una villa per farmi conoscere finalmente la donna che mi aveva messa al mondo.Ricordo però di aver aspettato invano in una stanza con la volta circolare e con degli affreschi raffiguranti due angeli e delle rose. In seguito, mentre frequentavo il collegio San Filippo Neri di Roma, ricordo un altro strano episodio accaduto durante una messa celebrata a Sant'Andrea della Valle: una donna dal volto coperto mi si avvicinò chiedendomi se avessi fatto la comunione, e poi mi regalò una banconota rossa. Ma, per tutta la vita, il mio pensiero costante è sempre rimasto quello di potere svelare un giorno il segreto che sta dietro alla mia nascita e conoscere la persona che l'11 novembre del '34 decise per qualche motivo di separarsi da me. Presso il brefotrofio di Roma esiste una lettera scritta dalla mia vera madre , ma in Italia nessuna legge mi consente di venirne in possesso. Tutti i tentativi e le ricerche condotte fino ad ora sono sempre state bloccate proprio quando si era vicini alla verità. L'unica notizia su questa misteriosa lettera è che sulla busta ci sono due iniziali: 'C. P.' Ho preparato un appello, rivolgendosi a mia madre con queste parole: "Signora C. P. che l'11 novembre, alle ore 3,23 minuti deste alla luce una bambina all'ospedale San Giovanni vi prego, non andatevene, non negatemi il diritto di sapere la mia identità. Non andate avanti al giudizio di Dio senza aver dato giustizia a vostra figlia, perché lì non si concedono attenuanti. Ho visto morire tante persone, anche i più duri si sono ravveduti e ora prego Dio di non farvi morire, di ravvedervi..." "Di mia madre non mi hanno potuto dire il nome, perché è ancora viva. So che ha 85/95 anni, è una suora di clausura e vive in un convento del nord. Si fa chiamare suor Marianna, Adesso quello che mi interessa è ritrovarla". Alla mia ricerca manca l'ultimo tassello: incontrare mia madre. Il segreto della sua identità è tuttora nascosto in una lettera sigillata con sopra le iniziali "C. P.", conservata nel brefotrofio in cui sono vissuta a Roma. Nessuna legge, però, mi consente di conoscerne il contenuto. I progressi recenti delle mie ricerche mi hanno consentito una ricostruzione della vita di mia madre. Sarebbe originaria di un paese della Campania e, nel 1934, sarebbe stata una novizia in attesa di prendere i voti. Io sarei nata da una sua relazione con un principe romano, ormai deceduto. Dopo aver partorito senza riconoscermi, sarebbe entrata in un convento di clausura col nome di suor Marianna. Dalle informazioni in mio possesso oggi si troverebbe in un convento della Valle d'Aosta le cui suore, però, smentiscono. Ho anche scritto un libro "LE CELATE" dove descrivo 50 anni di calvario e il muro di omertà contro il quale mi sono scontrata.
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Un blog di: Radici0
Data di creazione: 28/01/2007
 

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