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La palestinizzazione del conflitto con l'ISIS

Post n°97 pubblicato il 02 Settembre 2015 da provad
 

Lo Stato Islamico sta guadagnando, secondo ogni metro di misura, spazi e rilevanza. Questo nonostante la forte opposizione sia dei governi locali interessati dalla guerra, sia dell'alleanza degli stati occidentali e mediorientali che si e' formata per combatterlo. I bombardamenti quotidiani non paiono sortire effetti risolutivi, anche se sono effetti tremendi. Eppure la sproporzione di mezzi tra le parti belligeranti e' enorme. Da una parte un esercito non dico di straccioni, ma comunque dotato di mezzi limitati e privo di appoggi internazionali, perlomeno ufficialmente. Dall'altra eserciti regolari, appoggiati dalle potenze economiche e militari piu' grandi della terra, dotati delle ultime tecnologie militari.

Questa sproporzione di mezzi mi ha suggerito un paragone con il conflitto tra Israele e Palestinesi. Assistiamo anche in questo caso ad una sproporzione di mezzi assoluta a favore degli Israeliani, eppure l'esito della guerra non e' scontato. Certo, Israele e' in grado di infliggere a volonta' perdite al nemico. Certo, la capacita' Palestinese di fare altrettanto e' estremamente ridotta. Eppure il conflitto si trascina da decenni e non pare avere un vincitore scontato. I Palestinesi si fanno scudo con la forza dell'ideologia islamica da cui sono sorretti e che gli permette di superare perdite per altri insopportabili. I conflitti dalla seconda meta' del XX secolo in poi non sono quasi mai vinti dalla forza militare bruta, ma dall'ideologia che la sostiene. Il Vietnam ne e' l'esempio piu' chiaro. L'occidente non ha rivali in quanto a tecnologia e potenza militare, ma ha bisogno di trovare dentro di se' la convinzione sulle ragioni della guerra per poterle vincere. Per questo Israele non riesce a vincere in Palestina, non e' sufficientemente sorretto dalla convinzione dell'occidente nella ragioni della guerra, o meglio, lo e' ma non fino al punto da rendere accettabili i massacri necessari ad una vittoria totale.

L'impressione e' che il conflitto con lo Stato Islamico sia giungendo allo stesso punto. Nonostante la propaganda occidentale dipinga l'ISIS come una banda di criminali mossi da un'ideologia che nasce - a suo dire - dalla distorsione dell'islam, la realta' e' ben diversa. Lo Stato Islamico non e' affatto come viene dipinto, ci sono donne, ci sono bambini, c'e' tutto un popolo che crede nell'islam e che crede nello Stato Islamico come salvezza dai governi corrotti ed inefficienti che conoscono. C'e' tutto un popolo che si raduna nel nome dell'islam, stiamo parlando di una religione in cui si riconoscono centinaia di milioni se non miliardi di persone, e che si muove convinta sulle orme di Maometto in cerca di salvezza. E l'occidente lo sa. E per questo non puo' vincere la guerra, se prima non combatte la battaglia delle idee che sta dietro. Ma naturalmente i nostri governanti continuano a far finta di ignorare la verita', continuano a bombardare, ma non avendo niente da offire a questa gente non potranno vincere.

 

 

 

 
 
 
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