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Post n°126 pubblicato il 10 Marzo 2018 da provad
Sono molte le novita' portate dalle recenti elezioni politiche italiane. Tra queste ce n'e' una che mi ha colpito soprattutto per le polemiche che ha suscitato, e che mi ha portato a riflettere su di un problema che ritengo centrale nella societa' moderna. Si tratta dell'elezione nelle file della Lega del senatore di colore Toni Iwobi. Si tratta del primo senatore di colore della Repubblica Italiana, cosa assolutamente rimarchevole. Ancora piu' rimarchevole il fatto che sia stato eletto nelle file della Lega, partito che viene tacciato piu' o meno apertamente di razzismo. Naturalmente la cosa non ha mancato di suscitare un certo stupore. Il calciatore Balotelli e' quello che si e' stupito piu' di tutti, ed ha apertamente criticato il neosenatore. A questo link si puo' trovare un riassunto della polemica. La polemica a mia avviso si presta ad una riflessione su come certi termini, come in questo caso razzismo, abbiano subito un'evoluzione per finire ad indicare qualcosa di diverso dal loro significato originale. Il razzismo e' un termine che comincia a prendere forma ed essere utilizzato nella seconda meta' del XIX secolo, ma la sua connotazione politica diventa evidente nella prima meta' del XX secolo quando in Europa si affermano idee politiche come il nazismo ed il fascismo. Definizioni di razzismo se ne possono leggere tante, ma tutte concordano sul fatto che il razzismo determini una discriminazione sociale basata sulla diversita' di razza. E' chiaro quindi che un senatore nero, il primo eletto in italia ed eletto nelle file di un partito "razzista", faccia suonare qualche campanello. Nelle orecchie di Balotelli il campanello e' suonato in maniera forte e fastidiosa: come si permette il senatore Iwobi di farsi eleggere proprio nelle liste della lega? Le parole di Balotelli sono state riportate dagli organi di informazione come se si fosse trattato di una normale reazione. Non passa proprio per la mente di Balotelli, ma anche dell'opinione pubblica, l'idea che forse non e' vero che la lega sia un partito razzista, e che l'elezione del senatore Iwobi possa definitivamente essere una smentita dell'infamante accusa. No, Balotelli non mette in dubbio che la lega sia razzista, ed in questo modo carica il termine razzismo di un altro significato, che non e' piu' quello originario. Nel significato originario del razzismo e' impensabile che accada una cosa del genere: provate a pensare ad un ipotetico senatore ebreo nel parlamento nazista, e chiedetevi se sarebbe stato possibile eleggerlo. E' totalmente possibile invece oggi. Questo processo di modifica del significato delle parole mi ricorda molto la neolingua Orwelliana, che serviva ad impedire l'espressione di idee e pensieri non approvati dal grande fratello. Oggi stiamo assistendo al processo di nascita di una neolingua, in cui i termini vengono svuotati del loro significato originario, pur mantenendo la loro connotazione negativa (in questo caso, ma in altri casi potrebbe essere positiva). Il nuovo significato tuttavia non e' precisamente definito, volutamente. Perche' se fosse definito anche la carica emotiva associata finirebbe per essere modificata, o addirittura svuotata. Cio' che e' interessante e' che il tutto avviene senza che l'opinione pubblica sollevi un dito. Alla gente non gliene frega niente. Sono tutti occupati a lamentarsi delle cose che non vanno, o a godersi quelle che poche che vanno. Intanto il nostro stesso vocabolario viene saccheggiato e deformato da gruppi di portatori di interesse che usano questo strumento per dirigere il pensiero delle masse. Quello che sta avvenendo per il termine razzismo, sta avvenendo anche per altre parole. Termini come democrazia, come uguaglianza, o concetti come diritti dell'uomo o liberta' di espressione stanno via via abbandonando i significati originali, ma non per abbracciarne di nuovi, ma per rimanere li', indefiniti, senza un preciso significato, e lasciando che la loro carica emotiva svuotata di significato prenda il controllo. Occorre impedirlo, ma come?
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