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La battaglia di idee che si svolge in Occidente

Post n°120 pubblicato il 01 Febbraio 2017 da provad
 

L'elezione di Trump, e i suoi primi dieci giorni da presidente degli Stati Uniti, sono stati una scossa tellurica avvertita in ogni angolo del globo. L'Occidente e' profondamente diviso su Trump e sulle sue politiche, da una parte abbiamo il gran chiasso provocato dai suoi oppositori politici, appoggiati da una grande fetta dei mezzi di comunicazione mondiali. Dall'altra parte abbiamo quella che e' pur sempre una maggioranza, ancorche' piuttosto silenziosa, di cittadini americani che Trump lo hanno eletto proprio per fare cio' che sta facendo, appoggiati da una massa di sostenitori altrettanto silenziosi in tutto l'Occidente. E' lo stesso popolo che nel Regno Unito ha votato per la Brexit, quindi maggioritario, ma che non gode ne' di buona stampa, ne' di megafoni televisivi, e nemmeno per la verita' li desidera.

Era da parecchio tempo che non si vedeva una spaccatura del genere, l'ultima e' stata negli anni 60 e 70 del secolo scorso. In realta' la spaccatura di allora cavalcava due situazioni, da una parte fu messa in crisi una certa visione della societa' in cui i rapporti tra genitori e figli erano compressi all'interno di certe regole di comportamento che penalizzavano la liberta' dei figli ed esaltavano l'autorita' genitoriale. Questo tipo di situazione non era piu' sostenibile, ando' in crisi, ed il risultato fu una notevole ridistribuzione di compiti e di responsabilita' all'interno delle famiglie piu' rispettosa della personalita' e dei diritti dei figli. L'altra situazione invece si giocava sulla critica feroce del modello capitalista a favore di quello comunista, e a distanza di tanti anni possiamo tranquillamente affermare che quella spaccatura si risolse non con un cambiamento della societa', ma anzi con una riaffermazione dei principii che la regolavano e con il rifiuto della critica e della proposta comunista.

Quali furono i motivi di tali rifiuto? A mio avviso vanno ricercati nella violazione dei diritti dell'uomo che la proposta comunista comportava. Violazione che si concretizzava a volte nel metodo del cambiamento - basti pensare ai gruppi terroristi nati in quei tempi - ma soprattutto nella proposta stessa, incapace di accettare la libera espressione della critica, da qualunque parte provenisse. Basti pensare ai regimi comunisti ed al modo in cui tali regimi soffocavano l'opposizione politica. Il comune denominatore quindi di entrambe le situazione furono i diritti dell'uomo, in un caso il cambiamento comportava un maggior rispetto dei diritti dell'uomo - ed il cambiamento fu accettato - nell'altro caso il cambiamento implicava un minor rispetto dei diritti dell'uomo - e fu rifiutato.

Oggi siamo in una situazione che per certi aspetti ricorda quella di allora, e come allora penso che sia importante analizzare i due fronti della spaccatura osservando le implicazioni sui diritti umani, perche' potrebbero predire quale degli schieramenti l'avra' vinta. Lo schieramento Trumpista, chiamiamolo cosi', e' schierato sostanzialmente a difesa dei confini dello stato, che vengono irrobustiti mediante la costruzione di un muro fisico, oppure mediante il blocco di un certo tipo di immigrazione proveniente da certi paesi ritenuti a rischio. Il fatto nuovo di questa situazione e' che la divisione concerne sostanzialmente il rapporto tra popolazioni di stati diversi, non il rapporto tra persone all'interno. Io credo che la carta dei diritti dell'uomo possa e debba senz'altro essere applicata a persone appartenenti allo stesso stato, sia a livello di rapporti interpersonali, sia a livello di rapporti tra le persone ed il governo, sia a livello di rapporti tra le persone ed altre entita' quali societa', associazioni ecc.. tutte facenti parte dello stesso stato. Ma quando si parla di rapporti tra persone di uno stato e governi e/o persone di altri stati la carta dei diritti dell'uomo trovi applicazione molto piu' difficilmente. Quali diritti puo' infatti ognuno di noi rivendicare ad esempio verso governi dei quali non facciamo parte? Quali responsabilita' i governi del mondo di devono assumere verso ognuno di noi? Sono argomenti aperti sui quali e' possibile discutere.

Innanzitutto pero' dobbiamo osservare che tra stati diversi ci possono essere relazioni diverse, e che tali relazioni possono influenzare notevolmente le relazioni che afferiscono a persone di stati diversi. Se due stati sono in guerra tra loro, che diritti puo' rivendicare un individuo appartenente ad uno stato rispetto al governo di uno stato contro cui e' in guerra? Non molti mi pare, anzi. Se invece due stati sono alleati o fanno addirittura parte di uno stesso organismo politico sovranazionale come la UE, le cose sono diverse. In linea di principio dobbiamo comunque riconoscere che l'appartenenza a stati diversi puo' rendere impossibile l'utilizzo della carta dei diritti dell'uomo come documento che regola i rapporti tra un governo e persone non soggette all'autorita' di tale governo in quanto appartenenti a stati diversi. Per questo motivo non mi scandalizza minimamente la politica Trumpiana. Ogni stato e' libero di regolamentare l'immigrazione come meglio crede, e di adottare politiche piu' o meno permissive. Tutto cio' non lede, mi pare, i diritti dell'uomo, per i motivi che ho spiegato.

Inoltre va fatta anche un'altra osservazione. Lo schieramento antiTrumpista si avvale di mezzi di comunicazione molto potenti, e non si fa problemi a dare voce alla propria protesta con manifestazioni e raduni piu' o meno chiassosi. Finche' si rimane entro i limiti del chiasso non c'e' nessun problema. Ma gia' negli anni 60 e 70 questo limite fu valicato e si passo' all'uso della violenza come metodo per affermare le proprie idee. Questo metodo e' gia' fallito una volta, e io credo che fallira' ancora. O almeno lo spero.

 
 
 
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