Creato da elenavarriale1 il 17/09/2011

RECENSIONI ED ALTRO

libri, cultura,idee

 

« NON CAMMINARE SCALZO DI ...LA MANCANZA DISCHIUDE MO... »

TRA SACRO E PROFANO, IL VIZIO SI FA VIRTU'-Recensione di "Il nipote di Monsignore" di Anna Rocco

Post n°12 pubblicato il 03 Febbraio 2012 da elenavarriale1

 

TRA SACRO E PROFANO, IL VIZIO SI FA VIRTU’

Recensione di “Il nipote di Monsignore” di Maria Rocco

 

 

Image and video hosting by TinyPic

Ambientato negli anni cinquanta, in  un paesino lucano del Sud Italia,  il bel libro “Il nipote di Monsignore” di Anna Maria Rocco edito dalla 0111 Edizioni racconta l’amore profondo ma contrastato di due ragazzi: Lola ed Alberto. Ad ostacolare il loro amore sono la tradizione e le consuetudini di un piccolo e chiuso ambiente sociale dove i destini sono già stabiliti per nascita.

Il loro è infatti un amore impossibile perché figli di due famiglie diverse per rango e per destino. Alberto è il nipote del Monsignore e perciò destinato ad un matrimonio con una famiglia del suo stesso ceto, mentre la bella ed appassionata Lola è figlia di una famiglia senza ruolo sociale e prospettive. Un universo sociale che non prevede mobilità, che si arrocca sulle sue tradizioni ed in esse trova ed afferma la continuità delle sue origini.

L’incipit del romanzo è il ritorno al paese, dopo anni di emigrazione, di Giovanni, lo sfortunato marito di Lola: “Esattamente cinquant’anni erano passati dall’ ultima volta che Giovanni aveva percorso, in senso contrario, quella strada; tanti, troppi ricordi, faticosamente tenuti a bada per troppo tempo, stavano riemergendo e straripavano dall’animo in tumulto.”

Comune a molte storie del Sud, anche Giovanni dopo aver sposato Lola ed aver avuto con lei una bambina, ha dovuto lasciare la sua terra e la sua famiglia in cerca di lavoro e di fortuna in America. Normali storie di emigrazione e di distacco di un’Italia post-bellica. E’ il 1952 ed il racconto comincia con la Processione della “maestosa” madonna Nera: “portata a spalle da una ventina di uomini forzuti, si muoveva velocemente lungo il sentiero aspro che, dal paese, portava verso la montagna, sulla cui cima una chiesetta, ossequiando un’antichissima tradizione, ospitava la Madonna dalla prima domenica di maggio fino alla prima domenica di settembre, quando, con una grande festa, la statua sarebbe stata riportata in paese.”

 

Ma sacro e profano, nelle terre del Sud Italia, convivono da sempre: nella comunità dove tutti tendono a salvaguardare apparenze e valori tramandati, Monsignore ama ricambiato Annina e Lola sposata con Giovanni aspetta un figlio dal suo vero ed unico amore: Alberto! Lo scandalo è insopportabile per l’Italia di allora che non conosce il divorzio e dove  l’adulterio femminile è considerato un reato. Figurarsi, in un piccolo paese dove tutti conoscono tutti e non esistono segreti.

L’autrice con uno stile convincente e ricco di particolari ci racconta, in fondo, come eravamo. Il suo è uno sguardo antropologico e culturale sulle piccole tradizioni popolari che si evolvono senza mai sparire completamente dal tessuto sociale. E sono proprio le donne del paese, le più accanite sostenitrici della salvaguardia delle tradizioni: Vincenzina è la donna che mormora, racconta, condanna e consiglia. Il suo giudizio è temuto perché è sentenza di paese: “di bocca in bocca, di casa in casa: «Quella sfrontata uno come Giovanni non se lo meritava proprio…»; «Tiene sempre il pensiero al nipote di Monsignore…»; «La colpa è del padre che non l’addrizza…»; «La colpa è della madre che l’ha cresciuta come una principessa…». Ognuno, dopo aver riferito il pettegolezzo, ben infiocchettato con un’aggiunta personale, chiosava con: «Mi raccomando, non dire niente a nessuno.»

E’ l’ipocrisia, dunque, a tenere insieme la comunità e l’amore, quello vero, non può essere vissuto, non ha legittimità, va solo cancellato, sepolto e dimenticato. Ci sono gerarchie ed ordini sociali che non si possono mettere in discussione, ma l’autrice ci dice che, in fondo, come sosteneva La Rochefoucauld, se è vero che l’ipocrisia tiene insieme tradizioni è anche “un omaggio che il vizio rende alla virtù”.

Elena Varriale

 

L'Autrice

Maria Anna Rocco, lucana di nascita, dopo aver conseguito la maturità classica, si è trasferita a Napoli, dove si è laureata in Biologia e dove vive tuttora. Lavora nel settore informatico. Sposata, due figli, da sempre appassionata alla lettura, “Il nipote di Monsignore” è il suo primo romanzo.

 

 

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

IL BELLISSIMO BLOG DI REGINA RESTA!

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

elenavarriale1hermes09GiuseppeLivioL2Stolen_wordschristie_malryfrancesca632psicologiaforenseseveral1ioeilmarenoibartriev1ghionnamarcotobias_shuffleshara_ssphilippe.1_2013
 

ULTIMI COMMENTI

CHI PUŅ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963