Creato da rigitans il 03/12/2005

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Il leader del Movimento 5 stelle

Post n°3859 pubblicato il 21 Aprile 2012 da rigitans
 

Visto che improvvisamente i media si sono accorti del Movimento 5 stelle è meglio chiarire alcune cose. 

Parlano (i media) di antipolitica, di populismo, dimostrando di non capire. Antipolitica è chi spara contro tutti indistintamente, dicendo che la politica fa schifo, dicendo che a lui non gliene frega niente perché non si può far nulla. Il menefreghismo è figlio dell'antipolitica. Sia Beppe Grillo che i cittadini del Movimento 5 stelle fanno l'esatto contrario, si interessano di politica attaccando con veemenza i politici che hano portato l'Italia al fallimento economico (come dargli torto?).

Purtroppo in pochi hanno capito come funziona il movimento. I cittadini usano la rete, internet, per discutere, organizzarsi, uno vale uno. Votano, decidono, quasi su tutto. Sanno di quel che fanno gli eletti, che rispondono sia agli elettori che agli altri iscritti al movimento.

Poi c'è Grillo. Lui è l'ispiratore, alcuni lo chiamano guru del 5 stelle. E' il comico satirico trascinatore, battagliero fustigatore del potere marcio che si è allontanato dalla tv da tempo, con i suoi spettacoli delle denunce e delle proposte, come l'auto a idrogeno (famoso il suo aerosol con il vapore che usciva dal tubo di scappamento dell'auto).

Lui dice che vuole solo dare visibilità al Movimento, che ci mette la faccia, e nient'altro. Poi però sono arrivate alcune affermazioni su alcune questioni, prese di posizione e addirittura un'espulsione di un eletto. Per la prima volta il Movimento 5 stelle si è spaccato, con alcune critiche.

Beppe Grillo, tra l'altro, risulta il proprietario del simbolo. Beppe Grillo, in fondo, ha un ruolo. Un ruolo ben preciso che si è ritagliato lui. Un po' Savonarola, un po' Robespierre, un po' Dio.
Non è provocatorio, è oggettivo, non è un mio giudizio. Beppe Grillo si è cucito il ruolo di decisore in ultima istanza, di entità che controlla dall'alto e ogni tanto interviene. Magari lo fa in buona fede, per tutelare e proteggere la sua idea di Movimento 5 stelle, ma ahimé non può essere un processo pienamente democratico quello in cui c'è un tizio che senza un ruolo ufficiale di fatto influenza le decisioni in maniera netta.

Come ora che sul suo blog ha praticamente fatto capire agli eletti del Movimento 5 stelle che non devono più essere ospiti in tv. Magari avrà anche ragione sul perché, ma se si crede nella democrazia diretta, per lo meno, lo si potrebbe mettere sotto votazione, magari con gli strumenti di internet, perché no. 

 
 
 

Sanremo ha vinto e ha perso

Post n°3858 pubblicato il 19 Febbraio 2012 da rigitans
 

 

Dopo un po' di tempo di assenza da questo blog decido di rinnovare l'aspetto e scriverci qualcosa, senza promettere a nessuno che si tratta di un ritorno sulle scene di un blog ormai attivo da quasi 6 anni e mezzo.

Lo faccio in occasione della fine del Festival di Sanremo. Non lo amo, non l'ho mai amato. L'ho sempre visto uguale a se stess. Eppure così non è. Nel bene o nel male le cose cambiano, ma spesso vediamo le parti negative e non quelle positive.

Sanremo ha perso perché sembrava (probabilmente era) disorganizzato. Certo, vedere Rocco Papaleo (una delle note positive) a Tv Talk su Raitre con una faccia stravolta di chi dorme un'ora a notte per lo stress e le cose da fare la dice lunga su quanto sia pesante fare un evento del genere. Ma troppe esitazioni, problemi, si è sentito. Altra nota positiva è la fine del classico tripudio di fiori - simbolo di Sanremo - che cominciavano a stancare visivamente.

Sanremo ha perso perché questo sarà il festival della polemica Celentano-Avvenire-Famiglia Cristiana e della farfalla di Belen (che nemmeno doveva esserci al festival). Sanremo ha perso perché ha adocchiato alla volgarità abbracciando lo stile trash. Come se trash e popolare fossero la stessa cosa. Sia chiaro, un pizzico di volgarità ci sta sempre bene, purché sia l'eccezione e non la regola. E lo dico pure a Luca e Paolo.

Ma Sanremo ha vinto. Ha vinto perché ha dato spazio alle parole di Celentano. Piacciano o no, in Rai è un passo avanti. Non so se si ripeterà (almeno finché resterà in mano ai partiti, QUESTI partiti). Sanremo ha vinto perché ho visto autoironia, sui presentatori, sul programma, sulla Rai.

Sanremo ha vinto perché in finale sono arrivate tre giovani donne che è giusto si facciano spazio (mi dispiace per la Berté ma vederla insieme a Gigi D'Alessio è stato un colo al cuore, meglio che non siano stati finalisti).

A Sanremo ha vinto la migliore delle finaliste, Emma. Perchè dico così?

Non sono un fan di Emma. Odio i programmi di Maria de Filippi e una delle eccezioni che non mi dava l'orticaria (pur non guardandolo perché non mi piaceva) era Amici. E' lì che, vincendo, Emma ha sfondato. Avendo un pregiudizio per certi talent show (come X Factor da cui è uscita Noemi, arrivata terza, programmi che vanno comunque rivalutati, soprattutto se confrontati con il Grande Fratello) sono passato ad una neutralità verso questa cantante, che ha comunque mostrato le sue qualità.

Lo ammetto, ho guardato poco Sanremo, soprattutto Celentano (per vedere quanta gente avrebbe fatto incavolare) e poche canzoni. Ma le finaliste le ho sentite. Ho sentito la malinconica Arisa, una Noemi sorridente.

Ma soprattutto ho visto un'Emma emozionante. L'ho sentita cantare con una forza e un sentimento che hanno dato grande valore alla sua canzone. Tanto che alla fine si è commossa, il che la dice lunga.

Quando hai emozione, la scrivi e la trasmetti cantando, sei passata dalla musica all'arte. Scusate se è poco. Piace lo stile? Il testo? Importa fino ad un certo punto. Emma ha vinto, e in questo ha vinto Sanremo. Perché siamo passati dall'amore all'inferno ( e alla passione ).

Ma vi ricordate cosa erano prima le canzoni favorite a Sanremo? Tutte smielate, banali, amore amore cuore felicità. Stavolta è andata diversamente. Come l'altr anno è andata diversamente, con la vittoria di Vecchioni. Una vittoria che io considero politica, di cambiamento di sentimento degli italiani verso un Paese che sta morendo dietro mafia, corruzione e malapolitica insensibile e dalla doppia faccia e la doppia morale. Non credo che sia un caso che in entrambe le edizioni sia stato presente Morandi. Che però merita di essere criticato per le cose che non sono andate.

Sanremo potrà vincere semère più e perdere sempre meno. Dipende dal futuro dell'Italia e dalla voglia degli italiani. E, ovviamente, dai sentimenti dei cantanti e dalla percentuale di artisti che sfornerà.

P.s.: altra nota positiva è stata Geppi Cucciari. La prossima volta invitatela come spalla, magari Sanremo ne guadagna in qualità e risate (senza volgarità forzate).

P.p.s.: altra nota negativa è aver fatto cantare in playback Belen e la Canalis in un contesto in cui tante altre persone hanno dovuto cantare dal vivo.

 
 
 

Privatizzare non è liberalizzare

Post n°3857 pubblicato il 20 Dicembre 2011 da rigitans
 

Quante volte avete sentito parlare di privatizzazioni e liberalizzazioni, con i due argomenti spesso confusi tra di loro. A quel punto i favorevoli l'opinione che se ne fa è influenzata da questa confusione e diventa più di matrice politica che non economica.

Chiariamo: liberalizzare non è privatizzare. Sono due cose diverse. E finalmente qualcuno lo sottolinea su un blog del  Fatto Quotidiano. Antonio Nicita, docente di politica economica all'Università di Siena, sottolinea che se si privatizza prima di liberalizzare, la seconda opzione tende a morire. Il problema è quello.

liberalizzare significa aprire il mercato ad altri operatori, non vendere le aziende pubbliche, che sarebbe la privatizzazione. In un mercato liberalizzato il pubblico non solo può essere presente, ma a mio avviso è auspicabile in molti settori. L'azienda pubblica, se gestita a dovere, fa da calmiere alle speculazioni dei privati che hanno maggior forza rispetto ad altri operatori minori.

Privatizzare, dare ad un privato (anche parzialmente) aziende dello Stato, delle regioni etc, significa regalare un settore in mano ad una società, senza creare opportunità per nuove aziende. Significa essere monopolisti o leader di un oligopolio di fatto, dove puoi decidere i prezzi e decidere se far fuori o meno le aziende minori. Un potere troppo grande che deve essere contrastato. Cosa che il mantenimento di aziende pubbliche può fare.

Questo può essere valido per i trasporti come per le banche.

 
 
 

Berlusconi, la finanza, l'Ici che ritorna, lui che se ne va

Post n°3856 pubblicato il 20 Novembre 2011 da rigitans
 

Monti sta portando avanti le proposte del suo governo. Alcune saranno condivisibili , altre meno. Andrà apprezzato il suo lavoro per il rigore finanziario, meno il modello su cui ci si basa sempre, cioé quello secondo cui la democrazia cede il passo alla finanza che influisce definitivamente sulle politiche statali da fare e non fare. Questo modello economico finanziario ha fallito, serve trasformarlo in modo che aiuti la società invece di creare nuovi problemi e nuove disuguaglianze.

Io però non riesco a togliermi dalla testa che Berlusconi si è dimesso continuando a farsi propaganda sui media, affermando che l'ha fatto per responsabilità. E' stato lo stesso figlio Piersilvio a dire che il governo Monti sarà una boccata d'ossigeno per Mediaset. La verità è che la crisi finanziaria legata allo spread stava cominciando a colpire la holding di famiglia, con continue perdite in borsa.

A quel punto Silvio si è tolto di mezzo, e di fretta. Questo è stato Berlusconi per l'Italia, e chi lo ha votato deve prenderne definitivamente coscienza.

Ora Berlusconi dice di essere daccordo sul ritorno dell'Ici ma non a una patrimoniale. E' disposto a far tornare un'imposta su cui si era fatto campagna elettorale nel 2006 e che tolse nel 2008, quando cominciò la crisi economica, piuttosto che mettere un'imposta sui grandi patrimoni, compreso il suo.

Come vedete Silvio fa e non fa quel che gli riguarda, il resto gli importa poco. E vedrete che non si è arreso, tirerà fuori l'ultima carta dal cilindro. Però forse sarà una uscita di scena molto triste.

 
 
 

Le dimissioni di Berlusconi non bastano per stare tranquilli

Post n°3855 pubblicato il 12 Novembre 2011 da rigitans
 

Berlusconi si è dimesso in questi minuti. E' un momento storico. Ma Berlusconi non si è arreso. Vedrete che cercherà di inventarsi qualcosa per rimettersi in sella al più presto e rompere le uova nel paniere di chi vuole un governo tecnico.

Ovviamente mi auguro che i suoi comportamenti abbiano gli stessi esiti di quelli di Napoleone dopo l'esilio all'Isola d'Elba.

Però, forse, comincia un'era diversa per l'Italia. Speriamo migliore però. VIGILIAMO.

 
 
 

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