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Storia e cultura a cura di Antonio Montanari Nozzoli

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La questione del porto canale nel 1700

Post n°80 pubblicato il 01 Agosto 2014 da riministoria

LUMI DI ROMAGNA.
Il Settecento a Rimini e dintorni. 1992.
7. Ruggiero Boscovich e la questione del porto canale.


Grattacapi per un porto canale. È una pagina, nella storia della Rimini settecentesca, piena di contrasti tra gli intellettuali ed i tecnici che affrontano la questione. Già sul finire del 1500, c'è stato chi ha proposto di spostare il porto sull'Ausa, perché la corrente "della Marecchia", trasportando al mare ghiaia ed altro, rende di difficile gestione il canale, i cui interramenti "ostacolavano l'accesso delle barche con sensibile danno pel commercio della città". (1) All'inizio del 1700, su consiglio del cardinal Gozzadini, Legato di Romagna, vengono eseguiti lavori di riparazione alle sponde. Alla riva destra, le palizzate sono sostituite completamente da un'opera in muratura. Il Comune spende più di 70 mila scudi. In seguito all'alluvione del 1727, "caddero i nuovi moli (perché malamente costruiti) nel Porto; e questo solo danno fu calcolato in quindici mila scudi. Le acque erano a tale altezza che dall'Ausa alla Marecchia verso il mare giunsero a sorpassare l'altezza degli alberi più elevati", scrive Luigi Tonini, riprendendo la Cronaca del conte Federico Sartoni. (2) Nel 1744, prosegue Tonini, essendo stata trascurata la sponda sinistra per più anni e non essendo stata essa prolungata come la destra, ci fu "lo sconcio che la corrente, espandendosi presso alla bocca, perdesse di forza a portar oltre le ghiaie, le quali per conseguenza otturarono il canale".

Il testo prosegue qui.
Testo integrale di LUMI DI ROMAGNA.

 
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