Creato da naticek il 28/11/2005
O tosco che per la città del foco vivo t'en vai così parlando onesto, piacciati di restare in esto loco. La tua loquela ti fa manifesto di quella nobil patria cui forse io fui troppo molesto. (dante , inferno , canto decimo)-Uomini siate non pecore matte, sì che il giudeo di voi tra voi non rida, non fate come agnel che lascia il latte della madre sua e seco medesmo a suo piacer combatte.(Dante, paradiso, canto quinto) COLORO CHE SONO USI OFFENDERE , IRRIDERE, E MANCARE DI RISPETTO, COLORO CHE NON SANNO ACCETTARE CHE ESISTONO PERSONE CHE LA PENSANO DIVERSAMENTE DA LORO, SONO VIVAMENTE PREGATI DI GIRARE AL LARGO!

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RISORGIMENTO TERZA PARTE

Post n°755 pubblicato il 15 Marzo 2010 da naticek

Benedetto Cairoli

di Fausta Samaritani

Nelle lettere di Nievo non c’è traccia di un suo rapporto d’amicizia con Benedetto Cairoli, prima della fine di giugno 1860, quando Garibaldi si è impossessato di Palermo. Ippolito manda allora a Benedetto una copia del suo nuovo libro di poesie Gli Amori Garibaldini, scusandosi nella lettera di accompagnamento per i numerosi errori di stampa. Durante la presa di Palermo,Cairoli è rimasto gravemente ferito ad una gamba. Forse è ancora in ospedale,o forse la lettera di Nievo lo raggiunge a Palazzo Reale, dove è stato trasferito
e dove rimarrà fino a fine novembre. Anche gli uffici dell’Intendenza garibaldina sono a Palazzo Reale. L’11 settembre Ippolito scrive a Bice Melzi d’ Eril: Dopo la serata passiamo per solito a far chiasso da Cairoli il quale
abita anche lui in Palazzo Reale con la sua gamba malata.
Nievo stabilisce un contatto indiretto con la famiglia Cairoli a settembre 1860, quando comunica a Vincenzo Lanfranchi la morte di Luigi Cairoli, avvenuta a Napoli il 18 di quel mese, pregandolo di informare la famiglia. Questa lettera di condoglianze è di una delicatezza estrema. In quei gironi sembra imminente la partenza di Nievo per Napoli, dove Giovanni Acerbi suo superiore in grado lo ha chiamato. Scrive a Bice, il 14 ottobre: Mi muoverò con Benedetto Cairoli che finalmente sta meglio della sua gamba l’osso va consolidandosi.
Scrive anche ad Acerbi, annunciando il suo arrivo a Napoli con Cairoli per i primi di novembre. Poi il programma cambia, perché il Ministro della Guerra ordina a Nievo di rimanere ancora qualche giorno a Palermo. Scrive allora a Bice: M’era fatto un sogno delizioso di compiere il viaggio con Benedetto
Cairoli, quando… quando a questi stupidi e bestiali Lafariniani saltò in capo di stampare un vigliettino indirizzato a S.Maestà e pieno di vili calunnie contro Mordini, il ministero e me. I "bestiali" erano i seguaci del siciliano Giuseppe La Farina, amico e confidente di Camillo Benso conte di Cavour e acerrimo nemico di Francesco Crispi. Antonio Mordini ricopriva ancora in Sicilia la carica di Prodittatore di Garibaldi, quando Vittorio Emanuele II° era sbarcò a Palermo, portando con sé il suo Luogotenente e un nuovo governo locale, composto di Ministri scelti fra gli amici di Cavour. Di notte una nave salpò nascostamente da Palermo per Napoli, con a bordo l’ex Profittatore Mordini, accompagnato dall’ex segretario della Prodittatura Angelo Bargoni e da Benedetto Cairoli. Nievo lasciò Palermo due settimane dopo, trattenendosi a Napoli un paio di giorni, prima di proseguire per Genova e per Milano, dove passò il Natale.
La mattina del 4 marzo 1861 al porto di Palermo il postale "Ercole", una barca a ruote di legno abilitata al servizio postale e al trasporto militare, ha appena lasciato gli ormeggi, quando il garibaldino Raffaello Carboni arriva
trafelato sulla banchina, salta su una piccola barca e raggiunge l’"Ercole" all’ uscita dal porto. Egli consegna a Nievo e ai suoi compagni alcuni documenti,raccolti in gran fretta. E’ l’ultimo a vedere vivo Ippolito Nievo, ritto sul
ponte dell’ "Ercole". Fra i due c’è un breve scambio di saluti e Nievo promette di andare a Pavia, da Benedetto Cairoli, per dirimere un malinteso fra Cairoti e Raffaello Carboni. Sulla sorte di quello sfortunato vapore a ruote, naufragato nel Basso Tirreno con l’equipaggio, i passeggeri e le merci,
nascono strane leggende.
Qualche settimana più tardi il quotidiano milanese "Il Diritto" pubblica l’ elenco (incompleto) dei naufraghi dell’"Ercole", raccolto da un corrispondente a Palermo che forse à lo stesso Raffaello Carboni. La notizia arriva presto a
Pavia. Adelaide Bono Cairoli, madre di Benedetto, scrive ad Angelo Bargoni:

Il povero Benedetto è desolato per la perdita di quel loro comune sì caro
Amico e pur tanto benemerito Cittadino, dello sventurato colonnello Nievo.
La lettera, inedita, è conservata al Museo del Risorgimento di Roma: è una
prima traccia di un sentimento di dolore per la sorte di Nievo, da parte di Cairoli. Come mai è stata ignorata dagli storici? Possibile che Benedetto non si fosse interrogato sulla fine dell’ "Ercole" e non abbia pianto l’amico Nievo?
In quei giorni, al dolore per la ferita alla gamba si è aggiunto un fastidioso tremore alla mano destra che gli impedisce di scrivere. Nello stesso fascicolo in cui è conservala la lettera di sua madre, ce n’è un’altra, sempre inedita, di Benedetto Cairoli ad Angelo Bargoni: la firma è autografa, di Benedetto, ma la grafia è irriconoscibile. Il testo, scritto d’altra mano, è questo:

Carissimo,
Quel torpore di paralisi che mi ha colpito il braccio e la mano destra non è ancora diminuito e per scriverti debbo quindi approfittare della gentilezza di un amico.
Ho mandato un dispaccio a Cadolini [Giovanni Cadolini, colonnello garibaldino] e spero vederlo entro poche ore. Io sono pienamente del tuo avviso, credo cioè non convenga risponder alle chiacchiere pettegoleggiate sul conto nostro da
molti giornali. Lo stato della mia mano malinconizza più che quello della gamba, ma sto bene di salute, peggio di morale per la tragica fine del nostro povero Nievo.

Accogli i cordiali saluti di mamma e di Enrico [Cairoli] ed un abbraccio affettuoso dal tuo

Benedetto

Pavia, li 1 Aprile 1861

Roma, Museo Centrale del Risorgimento, b. 235, n. 3 (9)

Holmes e la salma di Ugo Foscolo

    di Carlo Eugenio Casini

E' ormai difficile districarsi nella pletorica produzione di apocrifi Holmesiani.
Ne sa qualcosa il buon Enrico Solito, il quale dopo aver pubblicato parte degli scritti del Dr. Watson reperiti nel famoso baule di Miss Annette, nella sua villa di Careggi, ha visto metterne in dubbio la autenticit
à dai soliti invidiosi e frustrati imbrattacarte.
L'Alta Corte di Giustizia ha solennemente respinto tale vile insinuazione ed ha altres
ì fugato ogni dubbio nel comportamento del Dr. Solito nei confronti della propria paziente Annette.
Gli imbrattacarte, infatti, visto il fallimento del loro tentativo di far passare come apocrifi i documenti pubblicati dal Solito, avevano cercato di insinuare che il medesimo avrebbe posto in essere una sottile opera di plagio per sottrarre alla propria amica e paziente il famoso baule con il suo prezioso e raro contenuto.
E' per questo che io fin da ora diffido chiunque a mettere in dubbio la autenticit
à dei fatti contenuti nella esposizione che vi sottopongo, anticipando la mia ferma intenzione di perseguire legalmente chiunque a tale impresa diffamatoria si azzardasse.

Peraltro le circostanze e le coincidenze non consentiranno a nessuno di avanzare dubbio surrettizie illazioni, vista la stretta relazione tra fatti e documenti.
L'argomento riguarda il fattivo contributo che Sherlock Holmes ha dato per il ritrovamento della salma di Ugo Foscolo in Inghilterra, prima della sua traslazione in Italia. Questo
è il fatto.
Alcuni anni or sono ho acquistato un bellissimo complesso storico sulle colline di Firenze con il preciso scopo di adibirlo a mio rilassante ricovero,per celebrarvi, insieme a giusta compagnia, l'apologia dell' ozio.
Si tratta della villa Targioni - Tozzetti, dimora estiva della famiglia, ma soprattutto luogo di incontro e centro culturale, e non solo, ove la pi
ù famosa Fanny raccoglieva il fior fiore della cultura e dei potenti dell' epoca.
Anche il gobbo di Recanati fu ansioso ospite della prorompente anfitriona, spasimandone inutilmente l'amore e ricevendone invece una rustrante vena di ironica tolleranza. Fu proprio in occasione di uno di questi salotti politico - culturali che venne elaborato un progetto alla cui realizzazione,  (soltanto adesso si
è potuto accertare) Sherlock Holmes offrì il suo valido contributo. Correva l'anno 1871, L’ inizio dell'estate, esattamente nel momento in cui avveniva il trasferimento della capitale da Firenze a Roma.
Per fortuna quel periodo verr
à ricordato anche per un altro avvenimento molto più gradevole e costruttivo! Proprio in una calda sera di quella estate, sotto il pergolato della villa oziava, dopo un raffinato convivio, Fanny Targioni Tozzetti con eccelsi ospiti tra cui il Barone Bettino Ricasoli, il Presidente Lanza, il Senatore Bargoni. Stavano discutendo su un recente provvedimento della Camera con il quale era stata autorizzata la pubblicazione degli scritti postumi di Ugo Foscolo, trasferiti in Italia grazie all'impegno della figlia naturale del poeta, Floriana, e poi acquistati dal gruppo lobronico, rappresentato da personaggi come Mayer, Bassotti e Gino Capponi.
Come spesso accade, un discorso tira l'altro, finch
è la Fanny non portòl'argomento su una fatale predizione di Foscolo, sulla sua "illacrimata sepoltura": infatti dopo la di lui morte nessuna notizia precisa esisteva sul luogo della tumulazione, salvo che trattavasi di un piccolo cimitero nei dintorni di Londra. E dalla graziosa ospite fu esaltato il contrasto tra la lirica sepolcrale cantata dal Poeta e la sua pressochè sconosciuta tumulazione.
In altri termini la brava ed affascinante Fanny port
ò i propri illustri commensali a concludere che non c'era altro da fare che organizzare una delegazione a Londra al fine di ritrovare la tomba di Ugo Foscolo, riesumarne la salma e trasferirla finalmente nella basilica di Santa Croce in Firenze per tumularla in un sacrario degno di tale romantico vate.
Seduta stante fu formata la delegazione e scelto il rappresentante nella persona del senatore Bargoni, uomo che sintetizzava in s
è grinta, intuizione e perfetta conoscenza della lingua inglese.
Avanti di proseguire nella narrazione dei fatti, devo per
ò fare un inciso, necessario onde meglio comprendere l'argomento principale e cioè come Sherlock Holmes abbia contribuito al ritrovamento della salma di Ugo Foscolo. Andiamo per ordine.
A1 momento in cui acquistai villa Targioni Tozzetti, questa era occupata da inquilini di bassa cultura ed intelligenza, tanto grevi quanto boriosi: nel breve e disastroso periodo della loro occupazione, furono capaci di distruggere ed asportare tutto l'arredamento di epoca per sostituirlo con mobili in formica e truciolare precompresso. E ci
ò che poi appariva loro completamente inutile o non comprensibile veniva gettato nel campo per attizzare, durante la notte, tribali falò. Per fortuna la figlia del mezzadro, la Signorina Giusy Tartarelli, che abitava la contigua casa colonica, ebbe la sensibilità di sottrarre alla furia distruttiva di tali vandali domestici, una piccola parte dell'archivio della famiglia Targioni Tozzetti per conservarlo e poi consegnarmelo.

Tra le varie cose mi consegn
ò anche una lettera del 17 luglio 1871 che il Senatore Bargoni scriveva appunto alla Contessa Targioni Tozzetti, Villa La Pergola, S. Iacopo a Querceto. Ne illustrerò un passo alla volta, perchè va attentamente chiosata. Si tratta di un documento di grande importanza anche in riferimento alla stimolante sollecitazione del Presidente del nostro sodalizio sulla possibile origine italiana di Sherlock Holmes.

La lettera in questione cos
ì inizia:

Cara amica,

l'entusiastiche strategie orchestrate assieme al barone Ricasoli e al presidente Lanza durante gli stimolanti ozii estivi presso la sua nobile residenza
hanno finalmente dopo immani e non previste sorprendenti fatiche portato al conseguimento del perseguito fine; la salma del Poeta riposa ormai nel sepolcro dallo stesso così liricamente esaltato.
Significa appunto che il Bargoni era riuscito a Londra a recuperare la salma. Risulta per
ò che nel far questo il senatore incontrò grosse difficoltà. Infatti era accaduto che questi, appena arrivato, aveva scoperto con costernazione che della tomba del Foscolo non si sapeva nulla . Con l'aiuto del parroco di Chiswich e di un vecchio testimone si individuò la tomba, che venne aperta: ma era un ipogeo stipato di bare. Si notò che ad una mancava la targhetta che fu trovata là presso, col nome di Foscolo: nessun altra ne era priva. La certezza dunque, non però la prova. Bisognava provvedere al riconoscimento, della salma,cosa tutt'altro che facile. Ma l'accorto senatore aveva scovato il vecchissimo medico Negri, ed il barbiere del Poeta. La storiografia ufficiale riferisce il fatto, omette però un particolare, che ci riporta invece Bargoni nella lettera inviata alla Contessa Targioni Tozzetti e che così prosegue:
Concluse le cerimonie celebrative corrono il piacere ed il dovere di ringraziare la nostra ospite, nonch
è di rinnovare ogni più divoto complimento alla sua avvenenza e nobiltà di animo. In questo frangente devo per ricorrere nuovamente alla sua graziosa collaborazione, pregandola di un ultimo servigio,in omaggio a colui che particolarmente ha consentito acchè il Poeta avesse la meritata sepoltura. Mi riferisco ad un algido e scontroso giovane, di austero portamento, e di sorprendente intuito, che, in quella uggiosa mattina londinese, insieme ai parroco di Chiswich risolse con apparente semplicità l'enigma della tomba di Ugo Foscolo.

I1 tratteggio che Bargoni ci fornisce di questo personaggio, ci porta a formulare seriamente l'ipotesi che si trattasse di Sherlock Holmes.
E' noto che questi aveva un po' l'abitudine di frequentare i cimiteri.
Ricorderete che Watson lo conobbe nell'obitorio dell'ospedale di S. Bartolomeo; e ricorderete anche che nel Segreto degli occhiali a pince-nez si parla della soluzione di un mistero con una indagine svolta in una tomba, addirittura un antico tumulo sassone. Per non parlare dell'indagine nella cappella di famiglia di Shoscombe Old Place. Dunque secondo il  Canone, Holmes aveva attitudine per questo genere di ambienti .

Continua la lettera del senatore Bargoni:

Quale e quanta sorpresa
ha destato in me questo giovine studente inglese, così attento conoscitore della nostra lingua e cultura, tanto da far supporre una sua possibile discendenza italiana. Ha fieramente sdegnato ogni mia timida proposta di palmario, gradendo solo, dopo insistenze.di ricevere alcun tabacco italiano. Ciò al fine di svolgere originalissimi studi comparati sulla combustione delle varie miscele.

Questi ulteriori particolari (conoscenza dell'italiano, studio della combustione dei tabacchi) sono altri evidenti elementi canonici che ci portano a validamente supporre che il giovane che
è intervenuto nella individuazione della salma del Foscolo, fosse Sherlock Holmes.

 Bargoni:

Epperettanto, memore della frequentazione del suo salotto da parte di un noto coltivatore in quel di San Sepolcro di ci
ò abusando, La prego devotamente di interporre i suoi buoni uffici acciocchè il nostro sovventore londinese possa avere soddisfatto questo suo modesto desiderio, guiderdone per il suo prezioso aiuto.

Qui il discorso
è estremamente interessante, perchè attualmente presso la Villa Targioni Tozzetti, da me acquistata, risiede una famiglia di coloni che,guarda caso provengono da San Sepolcro: il nonno del capoccia, il signor Giuseppe, lavorava appunto in una piantagione di tabacco a San Sepolcro di proprietà di un inglese, certo Sir John Vincent Arden: ed è particolare interessante ricordare che nel Ciclista solitario si parla di strane persecuzioni cui sarebbe stato oggetto proprio questo sir John Vincent Arden.

Tutte queste coincidenze mi permettono di affermare che il giovane inglese che collabor
ò con Bargoni al trasferimento della salma di Foscolo fosse proprio Holmes.

Continua Bargoni:

Invito pertanto la Sua gentilezza a voler sollecitare il comune amico coltivatore di tabacco, che ho inutilmente tentato di incontrare a Londra, di assecondare questa richiesta, modestissima compensazione per colui che s
ì grande servigio ci ha reso. Col suo permesso mi riservo di preannunziarLe una mia visita per ancora rendere omaggio alla Sua grazia e per vivificarei miei sentimenti nei Suoi confronti.. Il Suo devoto ammiratore Senatore G. Bargoni.

 
In Firenze il 17 luglio 1871.

Dalla testimonianza del colono signor Giuseppe risulta infine che dalla piantagione di San Sepolcro di Sir Arden venivano spediti ogni tre –quattro mesi partite di tabacco a Londra esattamente alla tabaccheria Bredley di 0xford Street, negozio questo, come risulta dal canone ed in particolare dall' opera "Il mastino dei Baskerville", dove Holmes si riforniva.

Tutta questa serie di coincidenze, che lancia nuove luci sui rapporti tra Holmes e la salma di Foscolo, avrebbero meritato approfondimenti pi
precisi e rigorosi: ma la occasione del nostro convegno mi imponeva di significarVi tali importanti novità.

Mi corre ora l'obbligo, pur con il dispiacere che tale privazione mi comporta,di consegnare al Presidente del nostro sodalizio l'originale della lettera del Senatore Bargoni del 17 luglio 1871. Strana combinazione: il 17 luglio
è anche il mio compleanno.

 

Tra le varie lettere, che  sono in mio possesso, ve ne è una del comandante delle truppe francesi in Italia, a Milano, al termine della seconda guerra di indipendenza. In questa lettera, in pratica una raccomandazione, si prega  chiunque sia a capo di un ospedale di prendere in considerazione l’operato del dottor Luigi Vedovi, che con tanto amore, cura e sapienza ha curato i militari feriti senza badare a differenti colori di divisa.

 

In occasione della preparazione della spedizione dei Mille, Angelo Bargoni era tra l’altro il reclutatore dei garibaldini in Toscana, quindi  mi sembra di aver letto da qualche parte che reclutò anche Bandi o Banti, ovvero colui che poi divenne  il fondatore del Tirreno/Telegrafo.

 

Mi piace ricordare che in Piazza del Duomo, in Cremona, sotto la loggia comunale, è stato eretto un busto con lapide a ricordo del  mio avo.

 

Per tradizione di famiglia, quello che fu il suo studio, ora è il mio e sarà tramandato finchè il tempo e la conservazione lo permetteranno.

 

Bibliografia:

·        Risorgimento Italiano, Memorie di Angelo Bargoni, autore il figlio Attilio Bargoni in collaborazione con i familiari,i cognati della famiglia Vedovi,Garbini, il Senatore Cadolini, le famiglie Calvino, Piolti De’ Bianchi,Minoli, Zambini, ed i signori: colonnello Pezzini; commendator Pietra, professor Corbellino, cav. Mordini, generale Ciancialo,prof. Rosi, prof.Giovannina Vittori, avv. E. Noseda, comm. avv.Palamenghi Crispi.

·        Ricerche fatte in Internet.

·        Materiale cartaceo e non, di mia proprietà giacente in casa.

 

 
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