Vorrei fare un blog dedicato a Roma con la vostra partecipazione quindi chi vorrà postare qualcosa lo potrà fare liberamente. Immagini, Quadri, Poesie, Storia Vissuta, Cucina e anche Ciò Che Non Vi Piace ... Le uniche condizioni sono che l'argomento é tassativamente la Città Eterna e le immagini bianco e nero....
Post n°172 pubblicato il 29 Giugno 2015 da frankcontinel
LA LEGGENDA DI COME NUMA PLACò GIOVE TONANTE CON UN PESCE
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Post n°171 pubblicato il 22 Gennaio 2015 da frankcontinel
IL PRINCIPE E LA SORA ASSUNTA QUANDO Può ESSERE FORTE LA COCCIUTAGINE |
Post n°170 pubblicato il 23 Ottobre 2014 da frankcontinel
Una storia autobiografica vissuta realmente diversi anni fà , un pò lunga ma spero vi piaccia a presto da francesco Quadrifogli d’Irlanda e gigli d’Italia una storia italo –irlaIl destino è beffardo lo sappiamo tutti ha un senso del’umorismo tutto suo molte volte è cinico e baro però talvolta si ricorda di concederci qualche cosa di bello forse per farci credere che è capace di benevolenza pure lui , nel’primo autunno 1991 mi sentivo decisamente alla ricerca di un pizzico di fortuna , soprattutto volevo dimenticare mi ero appena lasciato con nunzia , in modo molto traumatico per lei , e doloroso oltre ogni limite per me che dovetti convincerla a lasciarci fu un addio tra le lacrime per entrambi e forse ti rendi conto veramente quanto sia importante una persona che ami quando la perdi i primi giorni furono davvero terribili con un senso di desolazione e abbattimento che mi macerava l’anima reagì in un modo inconsueto per me cominciai a girare pub uno dopo l’altro passavo le mie serate davanti a un boccale di birra e conversando con mestizia con i baristi e le rare ragazze che ti concedevano qualche parola seduto su uno sgabello , a scorgere gli altri avventori nella penombra parziale di luci soffuse sfiorato dalle volute di fumo di sigarette ( allora ancora si fumava nei locali pubblici) con il sottofondo talvolta irritante di una televisione o di una radio tenuta a volume basso nel’brusio di locali affollati era solo un altro rumore che t’induceva a pensare e con questo ritornava il senso di disagio che cercavo d’attenuare , non che mi ubriacassi mi bevevo solo due o tre boccali li reggevo bene allora ma a un certo punto non ce la facevo più , mi sentivo solo e saldato il conto , mi allontanavo a testa china e mani in tasca nei giacconi neri come il mio umore ogni volta che uscivo provavo quasi un senso di sollievo , in particolare se il luogo era affollato e con diversa gente allegra ,, non era ovviamente colpa loro , che né potevano sapere dei miei problemi , anche se l’intensità del’malessere che mi portavo dentro scemava poco alla volta , una volta tornato a casa e chiuso dentro la mia stanza mi stendevo sul’letto e nel’buio mi si affollavano un mucchio di pensieri di ricordi di momenti belli , in qualche caso ci passai tutta la notte a rimuginare su quanto di bello avevo perso , ogni tanto uscivo con gli amici , che fecero di tutto per distrarmi , ma allora ero svogliato e poco propenso a rallegrarmi ben poco collaborativo insomma il pensiero c’era ancora e non passava di giorno svolgevo la mia giornata a sfacchinare al’magazzino dei grillo a or tre teste era il periodo pre natalizio nei magazzini si lavorava il triplo o il quadruplo rispetto alla media allora la gente aveva ancora denaro da spendere , e non lesinava spese , come adesso , tornavo a casa per le 18.30 circa minuto più minuto meno mi occupavo delle faccende urgenti cenavo alle 20.30 uscivo molti erano al’centro quindi arrivavo verso le 21.15, una speranza e un poco di conforto me lo concesse Serena almeno per tre mesi ma capì quasi subito che la famiglia di lei non aveva intenzione di prendermi seriamente in considerazione , voleva farla fidanzare con un altro furono sempre freddi nei miei confronti , e mi facevano pesare che stessi con lei , alla fine di comune accordo ci lasciammo poi lei mi confidò molti anni dopo che non si fidavano che non avessi una famiglia dietro , forse era stato meglio così imparentarmi con gente che pensava solo a cose materiali mi avrebbe fatto soffrire , per quanto volessi bene a Serena ,sempre più abbruttito passavo i miei giorni tra lavoro e locali divenni ancor di più pratico mio malgrado . di birre belghe e inglesi e scozzesi provavo tutto , senza remore o timori facevo in questo modo la mattina o il primo pomeriggio capitavo in un pub per una consegna mi segnavo l’indirizzo è la sera prendevo i mezzi e ci andavo più raramente in compagnia e allora mi davano un passaggio in macchina in speciale modo marco f e Danilo l mi dimostrarono molta amicizia che tuttora rimane così capitai allo shamrock fuortune una birreria in stile irlandese a via panisperna a destra del’famoso convento di monaci che da il nome alla via ( panis et spetem pane e prosciutto in latino dai panini che gratuitamente i monaci offrivano ai poveri inutile dire che era molto popolare ) questa insolita via a senso unico a scendere con un ministero al’inizio e che diventa quasi pianeggiante alla fine il locale si trovava a metà strada esponeva un’ insegna luminosa con la scritta in rosso e a destra un quadrifoglio verde anche da questa il quadrifoglio fortunato la diceva lunga sul’origine di chi la gestiva in campo giallo paglia era gradevole alla vista e attirava l’attenzione l’esterno era tipico porta e sfinestrature ampiamente vetrate gli esterni verde come spesso si vede in Irlanda vetri leggermente oscurati che invitano ad entrare era una giornata di sole splendente senza neanche una nuvola inconsapevole di quando sarebbe divenuto importante suonai il campanello , attesi qualche secondo poi provai ad aprire la maniglia s’abbassò e entrai il tintinnio di un campanello rivelò la mia presenza alzai lo sguardo dietro una serie di tavoli con le sedie alzate e un bancone in tipico stile irlandese ( con i listelli di legno chiaro con specchi alle pareti e gli angoli tondi e nella parte alta dei vetri che funge anche da ripiano talvolta scuro ) mi fermai alla soglia dicendo “ salve sono qui per la consegna del’bacili “ dietro il bancone una donna in un abito blu scuro smise di pulire i bicchieri a coppa aprì lo sportello laterale , e con un passo sicuro ed elegante che notai subito mi si fece innanzi la seconda cosa che capii quanto fosse alta più di me , “ buongiorno potrei avere la bolletta “ rispose con uno strano accento era si italiano ma con una sfumatura strana le porsi la bolletta d’accompagnamento lei l’’esamino alcuni secondi ebbi così modo di vederla bene fisico longilineo volto tipicamente anglosassone capelli castani sul’rosso riuniti in una ciocca dietro la nuca , e come alzo lo sguardo gli occhi grandi ed espressivi azzurri come il cielo , naso un po’ tondo ma diritto e spiovente alla base dalle orecchie piccole e leggermente a sventola, spiccavano dei semplici orecchini a pendaglio , una bella ragazza davvero con un accenno di sorriso replicò “ certo che puoi me li metti laggiù per favore “ indicandomi con la mano il lato opposto del’bancone da dove era venuta “ va bene “risposi m’affrettai ad uscire a prendere il necessario ritornai poco dopo con i primi pacchi portati con un carrello in breve completai la consegna una decina messi in buon ordine nel’angolo indicatomi va lettera e mi restituì il tutto alla mia espressione incerta quando buttai lo sguardo mentre le separavo intuì la mia incertezza affermò “ mi chiamo Eileen o’brien vengo dal’irlanda , e tu come ti chiami ?” accidenti quanto è intuitiva pensai di solito è sinonimo d’intelligenza e sensibilità “ io sono Francesco c……. E vengo da t… p..….. “ si conosco il posto ci passo per tornare a casa io sto al ‘alberone “ anche io lo frequentavo tempo fa ..” sforzandomi di sorridere ma mi venne male mi tornò in mente che a via gela abitava Alessandra tutto quello che me la ricordava mi faceva soffrire ma fu una tristezza di un attimo “ hai un nome importante ci rivedremo ? “ mi disse lei porgendomi la mano “ così si fa da voi “ Si ci rivedremo ritornerò “le strinsi la mano e salutai andandomene con la mano lei mi salutò con un gesto delicato della mano che ma La rese ancora più graziosa tutto quello mi aveva messo di buon umore ma sul’momento non capìì completamente il significato di quella conversazione , non me né resi conto , preso come ero dal’lavoro , era però destino che tutto andasse in un certo modo e devo ammettere in gran parte merito di Eileen ritornato al’magazzino durante il pranzo Ascenzio quello che avevo soprannominato “ cioccolata icam “ per via della scritta sbiadita sui lati del’O.M. Orsetto che guidava , uno con la tendenza a chiacchierare troppo e lavorare poco , “ lo sapete il nostro Francessco ha fatto colpo ? “ e a chi ?” chiese incuriosito il direttore del’magazzino Noè intervenne Giovanni a troncare quel ‘andazzo che aveva preso la discussione “ prima Cristina ho risposto a una chiamata che mi ha passato era di quella ragazza che ha il pub a via Pandosia , pensavo a una lamentela e invece ho ricevuto una serie di complimenti e mi ha fatto promettere che a farle le consegne sia d’ora in poi tu , ragazza decisa ha una bella voce “ “ dal’vivo è anche meglio “ confermai “ ma ho avuto la sensazione parlandoci che avesse più un interesse personale , che di lavoro “ “ ne sei sicuro “ chiesi “ come che il sole sorge e tramonta stanne certo , lo sai che sono affidabile “ mi rispose gettando un occhiata a Ascenzio e Noe “ avevo avuto una sensazione positiva a riguardo , ora capisco bene…” beh fatti sotto oltretutto è straniera “ si è irlandese si chiama Eileen O ‘brien “ come lo sai “ me lo ha detto lei “ ahh …alllora è sicuro gli piaci “dissero in coro tutti i presenti “ poi se ci riesci ce la fai conoscere “ mi incoraggiò Bruno il decano della grillo dandomi una pacca sulla spalla “ si “ risposi con un sorriso “ sappi che male che và c’è sempre Cristina le piaci anche se lei corre appresso anche a tuo fratello lo sai ,smetti di piangerti addosso , e datti da fare si nunzia era straordinaria ma la vita continua , e come vedi ti dà tante opportunità , ora finiamo di mangiare “ concluse il discorso Giovanni “ va bene “ conclusi anche io . Ogni tanto nella vita ci troviamo di fronte a scelte cruciali che non sempre abbiamo il tempo di ponderare bene, uscito per le consegne pomeridiane, non pensai ad altro , ma dentro di me cresceva vigorosa ed inarrestabile la speranza ogni minuto , ogni secondo di più , la ansie e le paure erano magicamente svanite il potere straordinario del’amore si stava manifestando nella sua interezza con la sua prorompenza quella forza trascinante che ti da quella magnifica sensazione di calore e di attesa , che ti spinge a desiderare e ti rende capace di qualunque cosa dalla più sciocca a quella più giusta senza dubbi ed esitazioni di sorta perche senti dentro di te che devi farla ,; Io in quella circostanza avevo una sola scelta giusta dovevo tornare da lei da chi mi faceva sentire benissimo da colei che dal’purgatorio mi aveva in un semplice gesto trasportato al’paradiso contai i minuti che mi separavano dalla fine del’lavoro , ho in mente ogni particolare di quella giornata le mura rosse e marroni del’magazzino in via della vaccheria Gianni , la fermata del’412 con quel’marciapiede malmesso e sbrecciato l’autobus rumoroso e emettente una densa colte di fumo nerastro , i sobbalzi delle buche sempre agli stessi punti , i volti delle persone stanchi e anonimi , la fermata del’409 sempre affollata davanti al’incrocio uno dei più trafficati , e rumorosi di Roma sud , via del’acqua bullicante , quasi rettilinea con le luci e gli addobbi natalizi , e le insegne dei negozi che si susseguivano uno dopo l’altro la discesa davanti a piromalli dove scendevo e proseguivo a piedi per svoltare alla prima a destra una strada in salita incrociata da altre due il bar al’angolo dove la mattina alle 5.15 prendevo il mio primo caffè il famigliare portone tutto mi sembrava diverso tutto migliore visto su un'altra luce , un altro stato d’animo , salii le scale fino al’quinto piano quasi senza sforzo e quasi di corsa entrai a casa tutto era silente e immerso nel’buio accesi la luce e mi apprestai con puntiglio a prepararmi mi presi tutto il tempo e la cura necessaria dovevo essere perfetto , presentarmi bene , consumai una cena rapida ma sostanziosa , e non avevo idea di quanto sarebbe servita , scelsi con attenzione i vestiti camicia dainetto nera con spalline di pelle gilè grigio e nero senza maniche pantalone nero della Levi’s stivaletti neri e giacca nera di pelle quella coi motivi a pelle di coccodrillo al’collo una sciarpa rossa trapuntata in oro e siccome ero freddoloso anche guanti di pelle neri , chi mi avesse visto mi avrebbe scambiato per un metallaro , ma non andavo certo a un concerto , giunsi vicino a via pandosia intorno alle 21.45 scesi proprio davanti alla birreria Marconi , un altro luogo che conoscevo bene , un centinaio di metri alla biforcazione dove comincia la via che per tanto tempo sarebbe diventata abituale , a destra cominciava mentre a sinistra proseguiva via Cavour con in lontananza la torre dei cesarini che incombeva scura , svoltai verso destra al’inizio poco illuminata e quasi nascosta tra il muro del’ministero e i palazzi settecenteschi che caratterizzano la zona , neanche un passante , solo qualche rara automobile transitava veloce sorpassandomi e illuminando per un attimo di più il marciapiede dopo una trentina di metri la strada si fece più visibile , e il selciato più evidente , come se avvicinandomi qualcuno mi voleva spianare la strada ecco dopo un po’ il portone del’convento con l’arco a cuscino e il massiccio portone di legno poco più giù l’insegna spiccava come non mai vivida quasi come un faro nella notte mi fermai un attimo a guardare il quadrifoglio verde e speranzoso espressi un desiderio potete immaginare quale , solo una porta mi separava dalla fonte dei miei desideri , entrai deciso alla luce artificiale il locale appariva discretamente affollato erano occupati almeno la metà dei tavoli , ma nonostante tutto lei mi vide subito e mi fece il gesto d’avvicinarmi evitai un paio di tavoli e girai intorno a una comitiva di stranieri , ma mi avvicinai al’bancone solo 30 o 40 centrimetri mi separavano da eileen lei mi sorrise quel’sorriso deciso eppure capace d’infondere dolcezza a chi le sta vicino mi disse “ allora non mi era sbagliata sei davvero quello giusto “ nel’dirmi questo le si inarcarono le gote la rese davvero deliziosa “ eccomi non potevo non tornare “ risposi ma sentivo battere forte il cuore forse ero arrossito dopo aver servito un cliente lei ritornò da me mi fece una carezza sul viso sulla guancia la prima di tante e mi disse nel’suo strano italiano “ ora debbo servire i clienti ma verso mezzanotte possiamo stare insieme a parlare ti và?” “ certo “ m’affrettai a rispondere “ resta qui non andartene ehh ..” non mi muovo resto qui cascasse il mondo “ dissi lei sorrise ancora e tornò al’lavoro ma appena poteva ritornava da me ed era sempre gentile e cordiale verso la mezza notte i clienti si erano ridotti molto e mi potè dedicarmi più tempo le feci subito la domanda cruciale “ posso darti del’tu “ “ si certo “ ti piaccio Eileen “ lei mise il viso sulle palme delle mano i nostri sguardi s’affrontavano a pochi centri metri l’uno dal’altro “ Che bello sentire il mio nome detto così si mi piaci Francesco l’ho capito subito appena ti ho visto hai degli occhi così sinceri ma con una punta di tristezza mi sono detta puoi fidarti di lui non mi sbagliavo “ riusci ad emozionarmi oltre ogni limite a lasciarmi senza parole aveva detto tutto lei sorrisi che altro potevo fare una volta lei mi disse quello è stato il tuo più bello sorriso , continuò dicendomi “ resta qui voglio sapere tutto di te , e io voglio dirti tutto di me “ si “ risposi ma ero al’culmine del’emozione “ non arrossire un'altra volta “ ma il tono era suadente e dolcissimo quello che ti può dire solo chi prova ardentemente del’sentimento , quelle ore le prime passate accanto a eileen furono fantastiche , mi si apriva un nuovo mondo e una nuova vita stava per sbocciare , ma soprattutto sia io che lei non eravamo più soli , e lo saremmo stati per molto tempo stemmo tutta la notte a parlare di noi due , ma cosa di dimmo ve lo rivelerò la prossima volta vi lascio un saluto e spero che questo racconto vi sia piaciuto a presto |
Un’analisi storica sulle origini di ROMA un saluto a tutti e buona festabdel'25 vaprile |
IL" COTTIO " LA " PASSATELLA " " SAN GIUSEPPE FRITTELLARO " |
Post n°167 pubblicato il 16 Febbraio 2014 da frankcontinel
Molti di voi sanno forse del fenomeno delle statue parlanti di Roma, in sostanza veri e propi portatori del’umore popolare e strumento di contestazione al’potere papale , mai distintosi particolarmente per sagacia e lungimiranza , si apponeva su o al’basamento di certe statue cartelli scritti spesso violentemente contestatori nei confronti della curia e dei papi in particolare .Uno di quelli che dette più da dire a pasquino la figura più importante e a i suoi compagni fu Sisto v in un occasione però protagoniste furono le due statue di Pietro e paolo sul’ponte di fronte a cartel’sant’angelo il pretesto venne da la condanna eseguita ai danni di tale blaschi che 36 anni prima aveva ucciso il cugino madre e due figli estradato da Firenze e presto decapitato una mattina apparvero sulle due statue queste scritte , paolo apriva con “ pietro che fai parti ? “ è l’altra su cui era stata messa una coperta da viaggio rispondeva “ parto paolo voglio fuggire da roma , temo infatti che papa sisto . il quale va rivedendo processi , tanto antichi voglia far’ vendetta anche del’orecchio che 1585 anni fa troncai a quello sbirro malco nel’orto di getsemani…” ogni commento ulteriore è superfluo.
LA TRATTORIA DI HEMINGWAY Tutti i giorni allo stesso tavolo d'angolo di una trattoria in via sardegna veniva a mangiare uno strano barbone che parlava discretamente l'italiano e al'quale l'oste non proponeva mai piatti speciali ne vini d'annata s'accontentava di piatti semplici tipici della cucina romana e visto che era un cliente abituale gli faceva sempre un pò di sconto , una sera un giornalista rivelò la veda identità del'barbone trattasi nientemeno di hemingway il famoso scrittore autore di addio alle armi e premio nobel per la letteratura..! sentendosi tradito l'oste corse al'tavolo e disse ad heningway " lo sà che mi deve almeno centomila lire ?" " e perchè " replicò lo scrittore " perchè non l'avevo riconosciuto e le facevo dei prezzi ridotti pensando che fossi un poveraccio..! invece lei è hemingway ..te ne freghi .." e lo scrittore calmo " Ti preco anico non credere favola miei milioni .. portami invece altro quartino.." oggi il tavolo d'angolo è un attrazione turistica spece per i turisti americani che fanno a gara per sedercisi ..e l'oste mostra orgoglioso il tavolo d'angolo dove sedeva negli anni 50 il famoso scrittore .
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Post n°165 pubblicato il 05 Gennaio 2014 da frankcontinel
L TOMBINO PIù FAMOSO DEL'MONDO un saluto a tutti e buona befana da francesco |
Post n°164 pubblicato il 16 Dicembre 2013 da frankcontinel
Chi ha visitato il centro di Roma sarà capitato di imbattersi, in qualcuna di queste targhe in genere di marmo apposte sui muri prossimi a chiese palazzi signorili piazze e luoghi di culto, erano targhe di divieto in sostanza in quel posto era proibito gettare immondizie, e di farvi come si diceva “ il monnezaro “ ossia accumulare, immondizie di ogni genere e sorta fino a creare cumoli puzzolenti e maleodoranti. Nella Roma dei papi la situazione igienico sanitaria era drammatica era consuetudine vedere per i vicoli le strade, le piazze, cataste di rifiuti gettate senza nessun riguardo, queste erano pulite solo ogni otto giorni e questo compito era demandato ai carcerati che pulivano dai rifiuti al fango e da quanto altro si trovava sulla pubblica piazza inoltre, questi sgradevoli mucchi attiravano cani randagi combattuti dai cosiddetti “ ammazzacani “ antenati degli accalappiacani con dei bocconi avvelenati e quindi si potevano aggiungere i cadaveri dei cani che né divenivano vittima. Le più immediate conseguenze erano intuibili il proliferare di malattie spesso contagiose e nella migliore delle ipotesi un puzzo ammorbante per chi viveva in prossimità di queste cataste . Non sappiamo quanta efficacia avessero questi decreti pontifici , ne dubitiamo che fossero particolarmente adeguate le pene erano severe e andavano da pesanti multe pecuniarie a punizioni corporali come la fustigazione in pubblico , in alcune targhe s’incentivava la delazione verso chi nottetempo approfittava delle tenebre per gettare le immondizie ( succede anche oggi certi vizi sono atavici ) anche in luoghi proibiti promettendo una parte della multa a chi avesse denunciato , il trasgressore , in un caso quello della chiesa di san Teodoro veniva aggiunta persino la scomunica ! fatto sta che la situazione rimase tale fino al’istituzione di un regolare servizio di nettezza urbana nel’1859, quasi tutte erano scritte in italiano corrente per essere più comprensibile al’popolino , e il tono era più o meno lo stesso variava la lunghezza da 5-6 righe a oltre 20 in diverse non mancavano le inflessioni dialettali romane al’inizio veniva sempre citato il monsignor delle strade responsabile della cura e della pulizia delle stesse era di solito un cardinale adibito al’compito , come sempre l’ironia del’romano ci andò a nozze , e né venne fuori il detto “ sta cor monsignor delle strade “ ovvero senza lavoro e passarsela piuttosto male . Ma come era organizzata la raccolta dei rifiuti nel’antica roma? IL paragone è davvero impietoso , infatti il servizio di raccolta dei rifiuti era piuttosto articolato e molto ben organizzato a sovvrandendere al compito i magistrati edili avveniva soprattutto di notte tutti i giorni durante la giornata Roma era un immensa isola pedonale con pochissime ,eccezioni molto ben regolate , unica appunto i “ chiostra stercoraris “circolanti in pratica 24 ore su 24 che raccoglievano l’immondizia, gli addetti alla pulizia delle strade il “monnezaro “ di allora veniva chiamato “ vis purgatis” il suo compito non era affatto facile ci trovava di tutto dallo sterco di animali ai rifiuti domestici , a cocci e vasi da notte ,ai cadaveri d’animali morti , persino salme di persone molto povere e di sfrattati che dormivano al’addiaccio sotto ponti e portici che finivano i loro giorni o per stenti o assassinati dai malviventi che sfruttavano le tenebre per aggredire i passanti , oltretutto rischiava anche di venire colpito , da vasi e oggetti pesanti lanciati da le finestre se andava bene poteva ricevere il contenuto di un vaso da notte o i resti di un pasto cosa comunque molto sgradevole i servizi igienici in casa erano un privilegio per ricchi e abbastanza raro , esisteva già da allora la raccolta differenziata , che oggi stenta così tanto a decollare lo sterco veniva avviato verso le campagne come concime , gli oggetti frantumati e rivenduti ai vasai e agli artigiani che li realizzavano , i morti cremati su pire funerarie con la funzione pagata dallo stato secondo una consuetudine della legge delle 12 tavole tutto quello che non poteva venire riutilizzato veniva gettato nella cloaca massima o in una delle sei diramazioni secondarie , così le fogne e lo stesso Tevere pensava a smaltirle, Non che fosse tutto perfetto anzi allora come oggi l ‘educazione completa è cosa rara da trovarsi , e gli sporcaccioni che facevano i propri bisogni in luoghi appartati non mancavano di certo questo con centinaia di bagni pubblici i famosi “ vespasiani “ accessibili a prezzi davvero irrisori , c’era anche poi chi approfittava fuori dalle mura dove essere visti era davvero difficile del’riparo di una tomba lapide e mausoleo per espletare.. Sulla via appia tuttora visibili ,i sono delle epigrafi anche in marmo che ammonivano severamente i “ minziones” e i cacatores “ (al lettore il piacere del’interpretazione ma è evidente ) proferendo maledizioni scatenate contro i profanatori mettendo in causa , la funesta ira dei dei inferi e celesti , certi vizi sono davvero duri , a morire .. per terminare negli ultimi anni sono comparse al'centro alcune targhe che rifanno il verso a quelle antiche con quel'minimo di modifiche richieste dai tempi moderni , in cui non è esente un fine umorismo , anche se lo scopo è lo stesso di quelle vecchie .. targa apparsa a via del'leonello ma il risultato sempre lo stesso.. la stessa via di prima .. a voi l'ardua ( per modo di dire) sentenza.. |
Post n°162 pubblicato il 31 Ottobre 2013 da frankcontinel
Pasquino, Marforio, Facchino, Madama Lucrezia, Abate Luigi, Babuino... le "statue parlanti" di Roma! La statua con cui pasquino intrattiene più rapporti diretti è marfolio , il quale ha un compito preciso è il degno compare e ,infatti dà sempre l'avvio per la secca e sagace battuta al'suo famoso compagno l'etimiologia è incerta prevalgono due ipotesi essemdo stata rinvenuta in quello che veniva chiamato , foro di marte l'altra fà riferimento alla famiglia marfoli dove fino allo spostamento definitivo si trovava la starua nei pressi di una propieta della sudetta al'carcere mamertino, lì rimase fino al'1588 quando sisto v la sposto nella vicina piaza san marco poi al'capidoglio nel'terrapieno del'aracoeli, ed infine nel'cortile del'palazzo nuovo dove sitrova tuttora , l'opera d'arte di dimensioni considerevoli raffigura il dio oceano o secondo un altra ipotesi la divinità del'fiume nera uno degli affluenti del'tevere. Dopo pasquino e marfolio per ordine d’importanza l'altra statua più conosciuta è l'abate luigi rinvenuta durante l'edificazione di palazzo vidoni si suppone che raffiguri un alto magistrato o un personaggio importante d'epoca tardo romana è stata collocata dal'1924 nella sua sede attuale a fianco sinistro della chiesa di sant'andrea della valle il nome della statua è stato imposto per la presunta rassomiglianza con il parroco della chiesa di santa maria del'sudario che a detta del'popolo simile alla statua presa in giro o no abbate luigi è l'unico che sia riuscito a contrapporsi dialetticamente e con un certo successo a pasquino ci e giunto a noi un dialogo ipotetico pubblicato anonimo in cui le due statue si danno battaglia è alla fine tra invettive e critiche feroci la spunta abate luigi. Sul basamento vi è inciso a lettere rosse il seguente epitaffio : l'ultima previsione non si è avverata già nel'1888 la testa originale venne sostituita da un altra posticcia l'utima volta che la statua ufficialmente parlò fu nel'1966 quando anche questa testa venne rubata alla statua venne affisso un cartello che cosi diceva"o tu che m'arrobasti la capoccia ,vedi d'ariportalla imantinente,sinnò voi vedè come fusse gnente , me manneno ar' guverno e ciò me scoccia " traduzione o tu che mi rubasti la testa vedi di riportalla subito senno vuoi vedere che finisco al'governo e ciò mi infastidisce sottile critica al'governo di allora con cui abate luigi non voleva spartire nulla neanche per sbaglio pare che perdere la testa sia un destino assegnato alla statua infatti recentemente IL 5 aprile di quest'anno un atto vandalico ha portato al'ennesima" decapitazione" atto inutile in quanto cppia dela copia del'originale la stupidità umana talvolta è notevole e attualmente non è stata sostituita Come le altre è stata coinvolta nelle " pasquinate"
La foggia dell'abito ed un'epigrafe scomparsa in occasione dell'ultimo trasferimento a via Lata, riconduce però alla corporazione dei facchini, da cui avrebbe quindi preso il nome. L'attribuzione sembra corretta, infatti l'epigrafe dedicatoria, in latino, recita: "Ad Abbondio Rizio, coronato [facchino] sul pubblico selciato, valentissimo nel legar fardelli. Portò quanto peso volle, visse quanto poté; ma un giorno, portando un barile di vino in spalla e dentro il corpo, contro la sua volontà morì." |
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Er trucco pe’ ‘n’saporì li bucatini alla matriciana è sapesse gestì co’ sapienza ‘n ber pezzetto de guanciale accompagnado co’ li cubetti de pancetta che s’emmischieno drento ar pommidoro. E si sei riuscido a sceje l’intingoli giusti te viè’ fora n’piatto gajardo tipico de Roma verace che nun cià eguali pe’ quant’è bbono Sguizzeno ‘n’bocca li bucatini viscidi ner sapore che nun se po’ imità e si ce accosti ‘n’cicchetto de vino rosso nun poi fa’ a meno de leccatte li baffi che so’ diventati ricci pe’ ‘na goduria difficile da riccontà…
FOTO DI TRASTEVERE1956
GRAZIE A TRASTEVERE1956
LA VITA
La vita e’ quella cosa che e’ creata,
da na coppia felice e ‘nammorata.
Comincia tutto pe’ amore e pe’ diletto,
abbracci e baci e se conclude a letto!
In breve tempo er nostro facioleto,
se trova a naviga’drento a un laghetto..
Er tempo passa, lo spazio s’e’ ristretto
e ‘ncentra piu’, mannaggia, Er poveretto!
ma pe’ fortuna c’e’ sta na via d’uscita,
quattro strilletti e tutto il resto e’.. Vita!!