filctem HAUPT-PHARMA

informazione della rsu Filctem CGIL del sito di Latina

Creato da lizrael1 il 10/07/2010

Sito ufficiale Filctem Haupt-Pharma di Latina

Questo è un blog amatoriale, non è un prodotto commerciale; ad esso non può essere applicato l'art.5 della legge 8 febbraio 1948 n°47 ne, l'art.1 comma 3, legge 7 marzo 2001 n°62, poiché l'aggiornamento non ha periodicità regolare.

Lo scopo di questo Blog è solamente dedito all'informazione di carattere sindacale del sito della Haupt-Pharma di B.go S.Michele a Latina.

Esso è un mezzo per condividere, commentare e ad acquisire suggerimenti sulle problematiche dell'azienda.

 

 

 

 

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Tennenini Domenico

 

 

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Tennenini Domenico

 

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FILCTEM CGIL LATINA

via Cervetri, - 04100 Latina
tel. 0773/481321 - fax. 0773/693306
e-mail: filctem.latina@virgilio.it


Segretario generale:

Dario D'Arcangelis
tel. 3482418704

Segretario

Walter Cassoni

 

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Post n°163 pubblicato il 14 Aprile 2012 da lizrael1

 













 Da: d.a.
:
 A:  DL-RSU
 Cc: 
 Oggetto:  Pagamento premio di partecipazione
 Allegati: 

Vi informo che con le competenze del mese di aprile 2012 verrà erogato il premio di partecipazione.

L’una tantum, pari a € 300, verrà erogata a tutti i tempi indeterminati in forza alla data odierna e ai tempi determinati in forza al 31/12/2011, riproporzionata ai mesi di effettivo lavoro svolto, purchè pari o superiore ai 6 mesi nel corso del 2011.

Cordiali saluti

 

 

 

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Commenti al Post:
sessantottino
sessantottino il 15/04/12 alle 10:11 via WEB
E qui si arriva a quello che a mio parere è il vero compito del sindacalista: essere in mezzo ai lavoratori, sentire cosa vogliono davvero, sia esso o no in contrasto con quanto vorrebbe l'azienda, e allo stesso tempo dare loro la possibilità di leggere la situazione a un livello più alto, sfruttando il proprio accesso a una quantità maggiore di dati. Le assemblee sono chiaramente indispensabili, ma è troppo facile manipolarle a piacere, e sono quasi sempre incontri a senso unico. Già meglio si va con gli incontri di approfondimento con i gruppetti di aficionados, dove si può parlare in modo più terra terra e la gente è più portata ad intervenire: resta però il guaio che ti trovi con gente che la pensa abbastanza come te, e quindi non hai una visione davvero globale. Il vero lavoro lo si fa con la "democrazia da caffè": ti incontri casualmente con qualcuno alla macchinetta e questo, visto che ha trovato "uno delle RSU", ne approfitta per chiederti informazioni di prima mano, anche se non sei "della sua parrocchia". Allora non devi soltanto spiegare le cose cercando di calarle nell'esperienza pratica del tuo interlocutore, ma devi soprattutto ascoltare i suoi commenti, che rispecchiano un punto di vista diverso da tuo ma magari maggioritario tra i lavoratori. E scopo primario di un sindacalista è operare a favore dei suoi colleghi, non essere il più votato. Il migliore complimento che ho ricevuto per il mio lavoro credo sia stato quello del collega che mi disse "Tu non puoi fare il sindacalista: dici le cose come stanno, invece che scagliarti contro l'azienda e promettere chissà cosa". Ritengo che sia questo il vero ruolo del sindacato: politica come servizio, evitando promesse che si sa già non si potranno mantenere e dedicandosi alle cose pratiche. Penso abbiate capito che ritengo la mia esperienza utile, e la consiglio a tutti, piuttosto che fermarsi al solito tran tran e lamentarsi perché nessuno fa mai nulla. Ho scoperto che anche se si è come me negati al lavoro da sindacalista, si può dare ugualmente una mano ai colleghi, e si imparano tante cose utili nella vita di tutti i giorni... o magari sono io che non ero capace di vederle prima?
 
troglodita66
troglodita66 il 18/04/12 alle 21:38 via WEB
si richiedono consigli sul come investire questi soldi,al netto delle tasse. grazie
 
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Indifferenti

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

11 febbraio 1917

 

 
 

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