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Comunicato stampa su question time “fantasma” IDV sulla morte Sandro Marcucci Lorenzini

Post n°82 pubblicato il 11 Febbraio 2010 da laura561

Comunicato stampa su question time “fantasma” IDV sulla morte Sandro Marcucci Lorenzini

Nei mesi scorsi la segreteria del movimento politico (oggi partito) IDV, di Leoluca Orlando e di Antonio Di Pietro, era stata da noi coinvolta sulla vicenda omicida del Tenente Colonnello Sandro Marcucci e dell'avvistatore della forestale Silvio Lorenzini, avvenuta il 2 febbraio del 1992. La nostra iniziativa non era dettata da una scelta casuale o di orientamento verso lo specifico movimento politico dell'IDV, quanto piuttosto dalla ormai annosa familiarità di Leoluca Orlando con quella vicenda omicida ed in particolare con la vittima Sandro Marcucci già dai tempi del movimento "La Rete", nel quale Sandro e alcuni di noi militarono fin dall'inizio nei primi anni '90.
Abbiamo sempre ritenuto di dove offrire ai rappresentanti istituzionali argomentate e documentate ragioni per orientarne un impegno politico capace di recepire le istanze dei cittadini ordinari, privi degli strumenti che sono invece propri e nella disponibilità dei parlamentari, detentori della rappresentanza della sovranità popolare. Ci eravamo forse illusi che dopo diciotto anni di latitanza, la politica ed i politici (almeno qualche politico) volesse finalmente farsi carico di una legittima richiesta di verità e giustizia su stragi negate e per vittime ignorate e dimenticate.
Benché i fatti risalgano al 1992 avevamo infatti prodotto una documentazione fotografica ed una analisi relativa alla precipitazione del velivolo su cui si trovavano le vittime, che a nostro parere dimostrano oltre ogni ragionevole dubbio la dinamica omicida dell'incidente, smentendo clamorosamente le conclusioni cui era pervenuta la magistratura di Massa, che aveva concluso attribuendo al pilota Sandro Marcucci la responsabilità dell'incidente aereo in cui egli perse la vita e rimase gravemente ferito Lorenzini, fino a morire in circostanze tuttavia anomale 30 giorni dopo l'incidente.
La nostra iniziativa aveva inizialmente determinato una interrogazione parlamentare in aula di Leoluca Orlando che significativamente era stata rubricata dal Governo sotto la dicitura - tra le altre - di "Ustica". E non a caso. Noi da anni sosteniamo d'altra parte che se di delitto si fosse realmente trattato (le nostre convinzioni fino ad una puntuale rivisitazione della magistratura lasciano infatti il tempo che trovano) esso non poteva che essere stato determinato dalla attività di indagine che su Ustica aveva svolto, con un ex collega, il T. Col. Marcucci.
Successivamente l'interrogazione si è però spostata dall'aula in Commissione difesa, dove la segreteria IDV ci rassicurava comunque ad ogni question time che essa sarebbe stata finalmente presentata e discussa. Assistiamo invece ad una serie di interrogazioni alternative del deputato on Di Stanislao (divenuto titolare della interrogazione), che pur nella loro dignità sociale e politica ci sembrano tuttavia molto più lontane da quella che dovrebbe essere l'anima della presenza politica e parlamentare IDV in quanto dovrebbe invece appartenergli la affermazione dei diritti fondamentali della persona (primi tra tutti i diritti alla vita, alla verità ed alla giustizia) e la tutela contro le sue violazioni criminose, criminali e criminogene.
Potremmo sollevare molte critiche anche alla forma ed alla sostanza di quelle interrogazioni alternative (prive a nostro avviso di qualsiasi coinvolgimento delle componenti della rappresentanza democratica dei militari e di ogni superamento di una stretta logica economico-militarista lontana da qualsiasi proposta alternativa che guardi alla pace come traguardo più auspicabile della pura organizzazione della forza militare) ma non siamo legittimati a farlo, vista la nostra assoluta indipendenza dalle forze politiche cui pure facciamo volta a volta riferimento.
Vogliamo anche evitare puerili lamentele sul rinnovato tradimento di legittime aspettative determinate tra l'altro da dichiarazioni di impegno assolutamente libere assunte personalmente da un parlamentare (dunque non "pretese presuntuosamente" da alcuno di noi). Continueremo dunque a vigilare sui comportamenti concreti di questa forza politica come di ogni altra, non solo su questo caso ma su ogni altro spazio che ci veda impegnati socialmente e culturalmente, senza aspettarci favoritismi, solo rivendicando e pretendendo coerenza e comportamenti di limpidezza.
Ma non vorremmo che la impressione di una deriva culturale che sembra emergere invece nell'IDV - a seguito delle recenti aspirazioni di governo formulate dal congresso, e che hanno indotto il neopartito ad appoggiare candidature a cariche politiche elettive di persone inquisite, che fino ad ieri sarebbero state bandite dall'orizzonte culturale proprio dell'IDV e dalla sua dichiarata prassi politica, in virtù dei pregiudizi giudiziari che quelle persone stavano incontrando e delle riserve pregiudiziali che l'IDV poneva al diritto dei cittadini di candidarsi a ruoli di rappresentanza (fatto comunque salvo il criterio della presunzione di innocenza voluto dalla costituzione) -, venisse confermata dalla modalità in cui lo stesso partito IDV sta affrontando la vicenda Marcucci.
Tutto si condensa nel classico "non disturbare il manovratore", perché si può anche ambire a subentrare in ruoli di potere, purché si sia vigili e consapevoli sulla grande consapevolezza del potere stesso che si esprime con il più classico: "se non puoi combatterli rendili simili a te". Il potere ha bisogno della certezza che chi si candida alla sua successione ne perpetuerà il metodo e la cultura. Ed è allora facilissimo per gli aspiranti delfini scivolare su questa china di devianza, che dopo aver distrutto il PCI, insensibile ad ogni richiamo di Berlinguer alla questione morale, può ben distruggere forze neonate che non hanno neppure i riferimenti ideologici e strutturali per resistere al fascino del "potere a tutti i costi".
Tanto vorremmo che fosse reso pubblico per la corretta informazione di ogni cittadino.

Per l’Associazione
Mario Ciancarella
Direttivo dell’Associazione Antimafie e Antifascista “Rita Atria

 
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