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Partigiano Giacomo Ulivi, da:ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana

Post n°84 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da laura561

Partigiano Giacomo Ulivi, da:ultime
lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana
In noi c'è un bisogno di quiete e questo
porta ad allontanarsi il più possibile da ogni manifestazione
politica. Ma questo è il più tremendo, il più terribile,
credetemi, risultato di un’opera di diseducazione ventennale del fascismo,
che martellando per vent'anni da ogni lato è riuscita ad
inchiodare in molti di noi il pregiudizio: fondamentale quello della "sporcizia"
della politica. Qui sta la nostra colpa, Noi italiani, con tanti secoli
di esperienza, usciti da un meraviglioso processo di liberazione risorgimentale,
in cui non altri che i nostri nonni dettero prova di qualità uniche di un
attaccamento alla cosa pubblica, il che vuol dire a se stessi, abbiamo
abdicato, lasciato ogni diritto, di fronte a qualche vacua, rimbombante
parola?Che cosa abbiamo creduto? Ci siamo lasciati strappare di mano tutto, da
una minoranza inadeguata, moralmente e intellettualmente. Il brutto è
che le parole e gli atti di quella minoranza hanno intaccato la
posizione morale; la mentalità di molti di noi.Credetemi, la “cosa
pubblica” siamo noi stessi: ciò non è un luogo comune, una parola grossa e
vuota, al di là di ogni retorica, constatiamo come la cosa pubblica è,
la nostra famiglia, il nostro lavoro, il nostro mondo, insomma, che
ogni sua sciagura è sciagura nostra, come ora soffriamo per l'estrema miseria in
cui il nostro paese è caduto: se lo avessimo sempre tenuto presente, non sarebbe
successo questo.Come vorremmo vivere, domani? No, non dite di essere
scoraggiati,di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non
ne avete più voluto sapere!Ricordate, siete uomini, avete il dovere se il vostro
istinto non vi spinge ad esercitare il diritto, di badare ai vostri interessi,
di badare a quelli dei vostri figli, deivostri cari. Avete mai pensato
che nei prossimi mesi si deciderà il destino del nostro
Paese,di noi stessi e quale peso decisivo avrà la nostra volontà se
sapremo farla valere. Se credete nella libertà democratica, in
cui nei limiti della costituzione, voi stessi potreste indirizzare la cosa
pubblica.Oggi bisogna combattere contro l’oppressore. Questo è il primo
dovere per noi tutti.>
Partigiano Giacomo Ulivi, da:ultime
lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana
(http://www.italia-liberazione.it/ultimelettere/)

 
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