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Un blog creato da Jiga0 il 21/11/2010

Schwed Racconta

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JIGA MELIK E IL SIG. SCHWED

 

Jiga Melik è l'alter ego intermittente dello scrittore Alessandro Schwed. Il signor Melik nasce nel 1978 nella prima e provvisoria redazione del Male, un ex odoroso caseificio in via dei Magazzini Generali a Roma. Essendo un falso sembiante di Alessandro Schwed, Jiga Melik si specializza con grande naturalezza nella produzione di falsi e scritti di fatti verosimili. A ciò vanno aggiunti happening con Donato Sannini, come la consegna dei 16 Comandamenti sul Monte dei Cocci; la fondazione dell'Spa, Socialista partito aristocratico o Società per azioni, e la formidabile trombatura dello Spa, felicemente non ammesso alle regionali Lazio 1981; alcuni spettacoli nel teatro Off romano, tra cui "Chi ha paura di Jiga Melik?", con Donato Sannini e "Cinque piccoli musical" con le musiche di Arturo Annecchino; la partecipazione autoriale a programmi radio e Tv, tra cui la serie satirica "Teste di Gomma" a Tmc. Dopo vari anni di collaborazione coi Quotidiani Locali del Gruppo Espresso, Jiga Melik finalmente torna a casa, al Male di Vauro e Vincino. Il signor Schwed non si ritiene in alcun modo responsabile delle particolari iniziative del signor Melik.

 

 

 

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Post n°14 pubblicato il 11 Gennaio 2011 da Jiga0
 

 l'uomo e la scimmia

Come è noto,  il Times aveva anticipato alcune parti del libro del fisico Stephen Hawking, appena uscito nel Regno Unito: The Grand Design (Il progetto grandioso). L'opera spiega l'ultima scoperta del professore: l'universo è nato a causa della legge di gravità. La notizia ha avuto grande eco. In parte, va detto, perché nell'immaginario mediatico, l'unico rimasto a disposizione, il professore è sì un grande scienziato, ma più che altro è una star, persino protagonista dei Simpson e di Futurama. Poi quel nome, la mente e la carriera sono circondati dall'alone di una malattia degenerativa che si sovrappongono al lavoro del professore e a nostro modesto avviso lo sopraffanno. In Italia, dove il libro non è uscito, naturalmente le pagine di Hawking sono già state discusse. E' accaduto sul forum on line di un grande giornale - senza avere letto il libro, ma sentendo di averlo letto. Non è cosa nuova. Accade in spiaggia o sul treno che si discutano i romanzi avendo letto i titoli e non le pagine vere e proprie; e dai giornali, alle Tv, ai forum, ognuno assente alla scoperta per sentito dire da una catena di sentito dire in arrivo dal Regno Unito, dove il volume è in libreria da due mezz'ore. Dunque, tutti assentono che fu la gravità. Ci si domanda se non averci pensato sia grave.  Ma siamo di fronte a due indiscutibili meriti del dibattito on line: mostrare cosa pensino le persone, credendo di pensare; offrire una discussione sulla scienza, sviluppata come una seduta spiritica. E dunque, con la stessa evidenza di quando si sogna di sapere qualcosa di mai saputo, tutti hanno notato come Hawking abbia nettamente risolto il problema della nascita dell'universo. Nel forum, la scoperta che l'universo è nato a causa della legge di gravità è stata percepita come una vicenda di tipo domestico, ad esempio riparare il lavandino quando si intasa - che fra l'altro è complicatissimo e si deve chiamare l'idraulico. Ma quello che ha fatto da levatrice al dibattito non è l'annuncio che la legge di gravità abbia creato l'universo, ma che il professore ha detto che Dio è inutile. Al sentire questa notizia metafisica che uccide la metafisica, vero balon d'essai editoriale, i dibattenti del forum si sono entusiasmati. Disgraziati e ingenui. Non capiscono quanto abbia da fare il professore ora che deve riempire il vuoto lasciato dalla partenza di Dio. Sta a lui, uomo sofferente, e per crudele contrappasso scienziato di fama e star arciricca, perseverare sino a offrirci una visione pop, magari anche con un musical, di come sia nato il cosmo e che vi fosse prima che la legge di gravità si mettesse a ballonzolare.   Sarà dura, spiegarlo: non essendoci più Dio, nessuno ha lasciato appunti sul tavolo d'ingresso.  

    Adesso che un libro è stato lanciato con l'argomento blandamente immenso che Dio è inutile, è difficile immaginare cosa potrà essere escogitato nel mondo editoriale per attirare altri interessi. Ma come tutti, ora anche io sento di capire. Immaginiamo che un autore  di thrilling debba presentare il suo nuovo romanzo, "Mario aveva appetito. Una comune storia di cannibale". Lo scrittore crede di essere sul punto di riscuotere un enorme successo. Illuso. Il cannibalismo è acqua fresca ai tempi nostri. E nonostante sul risvolto di copertina sia scritto che la vicenda del killer cannibale è la vera storia dello scrittore, alla presentazione del volume non viene nessuno. Verso le una, nella sala da pranzo della conferenza stampa si presenta un critico letterario e chiede se le "Polpettine all'ambigua" previste al rinfresco antropofago per i media (la casa editrice ritiene le polpettine all'ambigua un'elegante citazione delle persone cucinate nel romanzo), siano davvero accompagnate da un contorno di carote, o è una provocazione. L'autore risponde con un sorriso ambiguo che è tutto autentico, anche le carote. A queste parole, il critico abbandona la sala. Vergogna, grida l'editore, lei fugge davanti alla differenza antropofaga! Ci mancherebbe, risponde il critico, io adoro la carne umana, è che se mangio le carote mi riempio di bolle. 

 A riguardarci non è la guasconata mediatica dell'inutilità di Dio. Ci interrogano le numerose mail sul libro, comparse nel forum: brevi disquisizioni di tono ed età più o meno liceale sul fatto che ora che Dio non c'è, le religioni se lo prendono in un luogo meno misterioso dell'inizio dell'universo. E infatti, del dibattito incuriosiscono i contorni. Intanto, come al solito nelle chat, "Dio", nome proprio maschile, viene pedantemente scritto con la d minuscola. Però, non si può fare ameno di notare che ove siano menzionate divinità come Giove o Pallade Minerva, innestate tra  la grande   letteratura di tutti i tempi e un'idea precedente e scarsamente esplorata di Dio e delle virtù, di solito prevale il rapporto con la letteratura e  le iniziali sono maiuscole, come accade per D'Artagnan, Robinson Crusoe oppure Oblomov. Ed è esclusivamente al Dio degli ebrei e dei cristiani che viene riservato il trattamento della lettera iniziale minuscola. Non così per Shiva o Visnù. E neanche per la dea Kalì. Verso lei, anzi, c'è un enorme rispetto. Né lo scempio delle minuscole, avverrebbe mai per divinità animistiche. Se dovesse essere trattata la storia di Gazonka, un dio sasso marrone, siatene certi che verrebbe scrupolosamente scritto GAZONKA,  tutto in lettere maiuscole, per non offendere  la sensibilità della pietra. Scivolando per le vie del negazionismo spirituale, i giovani dibattenti si firmano Eresiarca, Nightshade '90 (traduzione: Ombra della Notte '90, quasi come Tex, il cui nome indiano era Aquila della Notte). Se no, Popper, Congo, Leo-Pat, Safidy, Southsun, Ragù, El Topo e il per niente lapidario Cosmo Gioioso. Poi ci sono Andrea, Flavio, Mario, Annina, e così via. Un certo, ricorrente Ciccio, chiaramente ispirato al garzone di Nonna Papera, interviene: "...il concetto di un dio è inutile dal tempo della pietra. Se non so spiegare per quale motivo ci siano i fulmini o perchè si è generato l'universo, non ho nessun valido motivo per pensare che ci sia un'entità superiore, con tutta una serie di caratteristiche ben delineate, tipiche di ogni religione".  Flavio non si risparmia. Assorto davanti alla solitudine del pc, si chiede fumettisticamente: "Uhm, era il caso di intitolare il libro 'Design'?". FS Muniello, forse un controllore delle Ferrovie dello Stato, scrive tra slang ed erudito: "Diciamo che mo' per i deisti non rimane altra possibilità che pensarla come Epicuro...". Nightshade '90 scrive Dio con la iniziale maiuscola, ma spara: "Dio era inutile sin da prima, anche se non sappiamo cosa abbia creato l'universo, è sempre più semplice presupporre che l'universo sia increato che presupporre che sia stato creato dall'essere tal dei tali con il talento di essere increato".  La fila delle mail prosegue, però mi sono fermato a quella di Tonii, due i, che alle 17:53 del 2 settembre 2010 scrive: "Che idea bizzarra che l'universo sia stato creato! sembra veramente un'incrostazione giudaico-cristiana" (senza la maiuscola alla esse di "sembra": in chat o su email la minuscola fa sempre stile). E se nella disanima mi sono fermato qui, non è stato per la mancanza della esse maiuscola dopo il punto esclamativo, ma per la definizione "incrostazione giudaico-cristiana".  Non mi è semplice digerirla. Che può avere acceso l'insulto morbosamente creativo, rivelazione di un'insofferenza presente in tutti i forum? Forse l'astio nasce dalle questioni morali messe di traverso dalla Chiesa sull'autostrada del relativismo. Se no, questa viscerale opposizione alla cultura ebraica e cristiana potrebbe essere una risposta alle intolleranze a chi non crede, non è battezzato, non si sposa in chiesa: sofferenza storica del paese dei Guelfi e dei Ghibellini; o la contrapposizione è dovuta a un presente dove le religioni sono percepite da molti come elemento di sanguinosa divisione. Infine, a tali fattori potrebbe unirsi la consueta componente anti-ebraica, mascherata da insofferenza culturale. E quest'ennesima esibizione di  sprezzo alle religioni ci interroga. Intanto, si tratta di rancore-bandiera: di Orgoglio Ateo. Ti sputa addosso per conto di un totalitarismo laico che rigetta i credenti come specie più che reazionaria: regressiva. Cavernicoli superstiziosi che gridano alle stelle invece di tracciare equazioni. In verità, più che discutere una grande scoperta dell'astrofisica, il dibattito si nutre della frase: "Dio è inutile": il disorientamento che intende generare, eccita. Ora, vorremmo capire se nello scontro in atto da tempo tra la legge naturale e la nuova legge di de-responsabilità, stia affermandosi la crescita matura dell'odio allo spirituale. Una cultura del dispetto a Dio e ai suoi seguaci. Succede che per una folla insorgente che andrebbe censita, e che ha iniziato a radunarsi nel secolo dei lumi, la ricerca scientifica è la sola certezza contro la ragnatelosa superstizione chiamata religione. Ma ora che la china che se ne viene dalla Bastiglia a qui è stata percorsa e siamo in un mondo senza umanesimo, fatto di scienza, fantascienza e dilagante fiction, paradossalmente si va affermando in modo incontrollato una convinzione fideistica: quanto viene dalla terza rivoluzione industriale, e digitale, porta la conoscenza a un sapere superumano e digitale, che spazza via le religioni come un'immensa ramazza. E con la sfera spirituale, di cui ad esempio si occupava il filosofo, anche comunista, Benjamin, grande studioso della mistica ebraica,  viene sradicato quello che incrosta il presente con il passato: Genesi, le lettere di Paolo, Dante...Ciò che è scritto in latino, (in ebraico poi non se ne parla), e quanto è scritto in forma morale o moraleggiante, è accusabile all'istante di stregoneria  oppiacea. E come per un lungo e recente tempo postbellico si diceva fascista a chi non la pensava da comunista, oggi chi non è ciecamente con la Scienza, è uno stregone creazionista. Stop. Tuttavia, il compatto fronte ideologico della Post-Storia non risponde alla domanda basilare: che movimento dal Niente ha creato la legge di gravità? Ma poi, nonostante l'orgoglioso silenzio ateo su cosa sia successo prima dell'Inizio, nel mondo che chiamerei della EA, Era Anestetica, sono la scienza, la playstation, il gossip, il calcio e la guerra in Tv, a dare emozioni che sembrano risposte. Ciò è riscontrabile in un immenso bar-sport dove un  tifoso della scienza polemizza col barista, che crede in Dio anche dopo che al tiggì hanno detto che è inutile: "Pino, hai sentito o no che Dio non c'è. Capito, non c'èèè". Un altro avventore inzuppa il cornetto nel cappuccino e gorgoglia: "Serie B".        

    Regna un'illusione de-regolata, simile a quella di Babele (ho letto il Genesi decine di volte: sono creazionista?) per cui è verità ciò che si sviluppa in una conoscenza basata sui numeri e dotata di sola sensibilità autoreferenziale, fuori perfino dalla Storia. Non è ricevibile, neanche allegoricamente, la memoria mitopoietica, la storia del popolo ebraico, il Cristo, i Padri della Chiesa, o il Manzoni, reo di aver scritto, non importa se molto bene, un romanzo morale. A guidare tutto, deve, deve, essere la scienza, che bolle democraticamente ogni cosa - senza riguardi. Giacobina e stalinista di uno stalinismo che Stalin non avrebbe osato sognare. E a proposito, scorrendo le mail, ascoltando i discorsi dei giovani amici dei giovani figli, di affollati social forum a un tratto deserti e poi a un tratto strapieni, si può vedere che le leggi scientifiche, le scoperte e i gossip ufologici sono adorati in un posto dove non si vede il cielo - il salvaschermo. E nello stesso spirito con cui all'indomani della Bastiglia si provvide a sostituire i nomi dei mesi con altri appellativi, sostituendo a un potere e una religione degenerati, un degenerazione-religione del potere. Dunque, nel forum su Hawking, un rinnovato Terrore: il richiamo all'ingresso parigino nella modernità, la via alla ghigliottina, solo canone classico rimasto in piedi grazie alle  misure intramontabili del collo. Come in un libro di fantascienza della vecchia collana di Urania, a Hawking viene offerta una devozione da Messia digitale. E lui si offre come un Unto Algebrico che propone di desertificare secoli di chiostri e uomini assorti con una battuta alla Clint Eastwood. Diverso sarebbe stato se Hawking avesse detto: "Dio è inutile" e nel buio fosse partito un mandolino alla Morricone, seguito da un sibilo di pallottola. Di fronte a certe parole di denegazione al fosforo, viene in mente l'intimo Sasso Spicco nel seno della terra umbra. Francesco vi si avviluppava come in un utero primigenio. Cercava Elohim, Creatore e Pluralità. Gli scientisti on line lo avrebbero chiuso al manicomio. E nell'ora del trionfo della Scienza, la  religione è percepita come una veste striminzita nella quale non si riesce ad entrare. Ai devoti della scienza (a chi ritiene che le inquietudini su da dove veniamo e dove andiamo siano esaurite dagli esperimenti di teletrasporto), i margini spirituali sono quelli di un dio minuscolo e scritto in minuscolo, aristotelico e remotissimo nel suo chissàdove del motore immobile. Un dio senza speranza e sentimenti. Un dado per il brodo rimasto nella credenza da trenta miliardi di anni; un coso ammuffito, vegetante al centro di un vortice, in una galassia sigillata e senza numero di telefono; un corpaccione informe che va da un buco nero all'altro, nella reggia implodente di Antimateria. Di fronte alla Scienza e al rasoio tagliente della ragione, ciò che è spirito, l'indimostrato, quello che è in me ma non si sa in che parte di me, ma poi le religioni, la tensione a una geografia sconosciuta, è bazzecola da parrocchia. Ed è curioso che alla storia della fede, umanesimo di umanesimi e spericolate immaginazioni, si contrapponga un razionalismo ultranano. Ed è appunto curioso come sia sempre sui forum di questa o quella per me pari sono, che nel medesimo birignao si accetti-immagini-invochi l'arrivo degli alieni come un bene fatalmente salvifico. Senza più scrutare gli incontri di Abramo che siede davanti alla tenda e aspetta di essere incontrato dall'insondabile, e ci lascia intravedere di intravederLo, ora siamo immersi in una percezione che rigetta l'invisibile e poi siede in attesa di essere incontrata da alieni mai visti, a parte al cinema.  Da un capo all'altro del web, una cosa chiamata community, e che poi non si conosce reciprocamente in modo effettivo, crede che dalle stelle  arriveranno flotte; dibatte su immensi ideogrammi di sfere e triangoli che compaiono nei campi di grano; manda in onda il filmato girato dagli astronauti sull'altra parte della Luna: vi si vede una donna aliena, viaggiatrice stellare, coricata in un sonno provvisorio nella sua capsula spaziale schiantata al suolo. E' morta o no? si chiedono commossi. E' una specie di fede, eppure nessuno vi perseguita. Qualche volte esagerate. Dite e credete che siamo nati da un'inseminazione stellare piovuta dal cielo, lo proclama Voyager, la vostra Chiesa. E tutti: oooh, ahhh.  Quanto possibilismo verso qualcosa che potrebbe essere vero, ma ancor più, non vero per niente: l'arrivo in astronave del migliore dei mondi. E secondo teorie provate perché lo ha detto Mario, l'umanità potrebbe derivare, è il famoso anello mancante,  da una modifica genetica realizzatasi nel corso di un'ancestrale  unione sessuale con gli alieni. I quali, copulando con le nostre antichissime pre-donne, modificarono l'homo sapiens in Uomo, sottraendolo allo stadio di scimmia imprigionata in un destino di liane e reumatismi che avrebbe terrorizzato Darwin. 

   Non possiamo esimerci dal raccontare la delusione che verrà dopo l'arrivo degli alieni, la cui precedente unione sessuale con i nostri avi si configura come stalking e anche come plagio intergalattico. Ma stavolta, quando arriveranno, per loro sarà dura.  Non come l'altra volta, quando planarono sulle nostre colline e dopo avere parcheggiato il disco volante, sedussero alla rinfusa le nostre ave e i nostri avi-scimmia. Gli scientisti sarebbero meno fiduciosi negli extraterrestri, se potessero vedere quanto siano brutti adesso gli alieni a causa della catastrofe genetica procurataci reciprocamente e all'insaputa,

     La catastrofe genetica reciproca fu questa: quando loro ci hanno inseminato, modificato e fatti diventare uomini come erano loro, noi li abbiamo inseminati, fatti regredire e diventare scimmie come eravamo noi. A vedere come sono gli alieni ora, rimarreste senza fiato. Viaggiano svestiti e pelosi a bordo di grandi proiettili maleodoranti. Non hanno gli oblò. Sono cretini.  La speranza generale sarebbe questa.  

 

Alessandro Schwed

il Foglio, Ottobre 2010

 

 

 
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