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Auto biografia del papero ( ottava parte )

Post n°789 pubblicato il 08 Marzo 2012 da paperino61to

Oggi vi parlo di come pagai la multa presa sul bus. Andare dai miei genitori e domandargli i soldi era fuori luogo e soprattutto poco saggio, equivaleva a suicidarsi. Sarebbero arrivate sanzioni peggiori della multa stessa quindi quale salvagente potevo usare in caso di emergenza ?

I Nonni ! I mitici noni materni. Certo hanno contribuito in parte ma meglio che niente, mi sembra che l’importo fosse stato di 12 /15 mila lire, dico sembra perché onestamente  è passato troppo tempo…purtroppo.

Ebbene metà della somma la misero loro, anzi la nonna all’insaputa del marito, il resto lo dovevo trovare io. Che fare ?  Io e il disgraziato che quel giorno era con me aguzzammo l’ingegno. In corso Potenza ( sempre per chi è di Torino) vi era una fabbrica che pagava il cartone a chilo per farci non so cosa idem per il ferro.

Concordammo il prezzo e il giorno dopo con la carriola imprestata dal nonno , ci avviammo alla ricerca del cartone. Incominciammo dai super mercati , allora in zona c’è n’erano solo un paio . Quindi si andava nei vari androni delle case e come se fossimo una sorta di raccolta carta, anche li eravamo gli antenati di questa cosa.

Una  dritta la diede mio nonno : Perché non li bagnate ? Pesano di  più. Insomma come fanno adesso i nostri cari ambulanti con la verdura : la bagnano.

Per fortuna il periodo era quello estivo, quindi poteva fare anche piacere bagnarla e ovviamente darle il tempo di asciugare altrimenti il trucco sarebbe stato scoperto e penso che il tizio in questione lo avesse sempre saputo, ma chiudeva un occhio in fondo sapeva il perché della vendita a lui.

Mettevamo il cartone in cantina assieme alla legna e carbone che serviva ai nonni  per scaldarci , come vi ho detto i termosifoni non le avevamo, si usava la stufa e nel letto la famosa bottiglia dell’acqua calda.

Come potete immaginare con il cartone non si sarebbe andato lontano, nonostante facessimo parecchi giri con la carriola . Chi ci vedeva chissà cosa pensava, due mingherlini piccoli a spingere questa sommersa da una pila di cartoni.

Allora arrivava in soccorso il ferro. Dove andarlo a prendere ? Facilissimo alla Sip ! Da noi in via Verolengo angolo via Borgaro ( sempre per chi conosce Torino o la zona NdR) c’era in costruzione il fabbricato della Sip. Noi si scavalcava il cancello che non era altissimo per fortuna, ma soprattutto aveva tra una sbarra e l’altra dello spazio, per poter farci passare la roba che serviva a noi. Una volta dentro andavamo alla ricerca di ciò che avevamo bisogno, lo trovavamo sotto forma di tombini, pesanti , perfetti da vendere. Oltre ovviamente a pezzi di tubi ecc.

Insomma eravamo i precursori dei moderni ladri di rame ( anche se a noi serviva il ferro ) se vogliamo dirla tutta. In capo a un paio di settimane con buona volontà giunsi alla fatidica somma. Il mio amico invece era un tantino lontano, visto che sua madre non le dava nulla.

Mi disse di non preoccuparmi ci avrebbe pensato lui a racimolarli da un’altra parte , era stufo di raccogliere cartone e entrare di soppiatto alla Sip poteva veramente diventare un rischio se ci beccavano. Sentite cosa fece il grullo . In via Pianezza vi erano le rive del fiume Dora, dietro alle case, ora sicuramente è tutto cementificato.

Erano discariche a cielo aperto, ma di quel  tipo di discariche che è meglio evitare, i cosiddetti ladri d’auto nascondevano lì la roba rubata. Capite anche voi che non era il caso di andarci e tantomeno  fregare a loro “ la roba “. Purtroppo quel mio amico non aveva molto sale grosso in testa e manco quello fine. Cercai di sconsigliarlo di lasciare perdere, che se lo beccavano altro che multa da pagare, ma era irremovibile. Lo lasciai una sera a metà strada che si stava avviando .

Per farla breve prese e non in prestito una bella cassetta di nastri musicali super 8 per radio , ve li ricordate ? Era raggiante , un ladro che frega seppur per motivi nobili un altro ladro. Andò a rivenderli al famoso Balon ( mercato tipico di Torino dove si trova di tutto compreso merce rubata). Sembrava filasse tutto  liscio, appunto sembrava.

Un bel giorno ero al giardino e mi si avvicinano delle brutte biffe, capì all’istante chi fossero e le loro intenzioni. Mi domandarono se conoscevo un certo ragazzo e mi fecero la descrizione. Era il mio amico, il pirla si era fatto vedere altro che costume da Diabolik si era messo come mi aveva detto.

Reputai che non era il caso di fare il finto tonto e l’unica cosa che feci era di ammettere che lo conoscevo di vista, ma che non girava con la nostra compagnia se non raramente . Di dove potesse abitare stetti sull’evasivo, so solo che si chiamava Carlo  e anche lì menti alla grande il suo nome  era Francesco. I tizi se ne andarono senza dire nulla, io l’avevo scampata ma il mio amico se si faceva vedere in giro era fregato.

Con flemma assurda e tanta fifa  mi alzai e appena spariti dalla mia vista mi misi a correre, avvertii il mio amico , dicendogli che era meglio sparisse per un bel pò dai giardini e dalla zona. Subito s’incazzò con me ma poi quando mise in moto il cervello capì che le avevo parato il di dietro, per tutta l’estate non lo si vide in giro, era andato dai nonni in Calabria e i tizi che tornarono un paio di volte lasciarono poi perdere.

 

 

 
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