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« Autobiografia del papero...Ci Ska..teniamo ? »

Le Rovine di Aghabir ( quinta parte )

Post n°1001 pubblicato il 21 Settembre 2012 da paperino61to

Eccoci ad un  altro giorno , solo che tutti noi sapevamo  sicuramente sarebbe stato l’ultimo per noi . Quei pochi che eravamo rimasti ci trincerammo dietro le mura vicino alla torretta e  scavammo tutto intorno  delle buche .

Il grido di battaglia dei Tuareg si fece di nuovo sentire, le dune innanzi a noi erano una sol cosa con i colori dell’abbigliamento del nemico, essi scesero come un fiume in piena, vidi Henry farsi il segno della croce, lui che era ateo da sempre.

Pensai ad Anna finalmente saremmo stati di nuovo insieme e questa volta per sempre. I fucili come la mitragliatrice incominciarono il loro lavoro di morte.

Dopo pochi minuti dall’attacco,alzai gli occhi verso la torrette e vidi i due soldati volare giù, erano stati colpiti , ormai era finita Moustache tentò di salire per prendere il loro posto, ma fu abbattuto a metà scala.

Mi ritrovai a lottare con un tuareg, il mio coltello cercava la sua pancia e il suo faceva lo stesso, riuscìì a ucciderlo , mi alzai in fretta e nello stesso momento vidi il capitano falcidiato dai colpi ravvicinati del nemico. Un soldato buttò il fucile e alzò le mani gridando di risparmiarlo, si arrendeva.

Illuso , la sua testa rotolò per terra, io e Henry ci ritrovammo schiena contro schiena menando fendenti a più non posso, i tuareg sorridevano e , anziché spararci su ordine di Ben Aziz ,sguainarono le loro scimitarre, ci concedevano l’onore di morire con le armi bianche.

-         “ Italien , siamo arrivati alla fine, merde..merde.. “.

-         “ Esatto  francese, ci ritroveremo all’inferno mon ami “.

Il sangue colava copioso sul mio volto,diverse volte sentì Henry gemere di dolore per una ferita ricevuta,ma stoicamente ambedue  resistevamo ,ma anche se  le forze stavano calando. Un gemito , uno scivolare giù nella sabbia , capìì che per Henry era finita, rimanevo solo io , e speravo che finisse in fretta, non volevo cadere vivo nelle loro mani.

In lontananza una tromba  squillava, i Tuareg si guardarono disorientati. Increduli  incominciarono a scappare chi a destra chi a sinistra, ma Ben Aziz venne verso di me  con la pistola e fece fuoco, una , due , tre volte.

Mi accasciai sulla sabbia ormai colore sangue tenendo in mano il coltello e urlandogli : “  Sei un bastardo e vile come tutta la tua razza “, poi tutto si fece nero. Sentì una voce dire :

-         “ Passate per le armi chi si è arreso , senza nessuna pietà “  era il grido del comandante.

-         “ Agli ordini “ e subito dopo le scariche di fucilerie iniziarono il loro sporco lavoro, Ben Aziz giaceva a terra morto anche lui.

-         “ Guardate se vi sono superstiti “ esclamò il sergente .

-         “ Ici, qui c’è uno , sembra vivo  , venite subito “.

Mi sollevarono , respiravo a fatica , sentì che chiamavano Duprè di venire, sorrisi.

-         “ Soldato mi senti ? Sono il generale Duprè,mi senti ? “.

Aprì gli occhi e risposi di si con la testa, strinsi la mano forte, il coltello era ancora lì nella mia presa, lo guardai in faccia, aveva il volto del macellaio.

-         “ Soldato, ti proporrò per una medaglia al merito , sei un Er..”  la frase le si strozzo in gola.  Incredulo guardò la sua linda giacca blu riempirsi di rosso, rosso sangue, affondai con tutte le mie forze il coltello dentro il suo petto.

Mi guardò come un bambino guarda chi lo punisce senza capire perché ,  con un filo di voce dissi : “ Anche tu avrai un'altra medaglia   ma per dove stai andando non ti servirà di sicuro, adieu macellaio“.

Parigi : Le Figarò : “ Il Generale Duprè morto da Eroe, sconfitto Ben Aziz capo dei ribelli tuareg “ , Le Monde “ Morte eroica del generale Duprè  “.

Chi allora avesse letto questi articoli e tanti altri simili non avrebbe visto nessun accenno ai soldati mandati al macello come esca. 

Nessuno del battaglione agli ordini di Duprè ha  mai fatto parola di ciò che veramente fosse successo , e tutti , dal soldato al tenente erano  grati a quel grande italiano che con coraggio e forza di volontà  riuscì a uccidere un soldato indegno di comandare nella  Legione Straniera, solo delle croci testimoniano il massacro alle Rovine di Aghabir e ancora adesso nelle sere intorno a un fuoco  si parla di quei coraggiosi soldati  .

 
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