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Il documento del disonore ( capitolo nono )

Post n°1092 pubblicato il 13 Novembre 2012 da paperino61to

 

La nebbia era calata all’improvviso su Londra. Persino la carrozza faceva fatica a districarsi in quei dedali di strade situate nella parte sud della città.

           

 “ Holmes, lei crede che riusciremo a farla finita con Moriarty ?  “ una domanda che non sapevo dare risposta.

Mentre il mio amico effettuava il suo ennesimo travestimento , rispose :  “ Lo spero caro amico mio, è una piaga della società. Tutto questo è successo perché i nostri cari rappresentati della legge , non hanno voluto darmi ascolto, nonostante le prove che  portavamo ogni volta che sventavamo un loro complotto”.

Guardai fuori dal finestrino, oltre la nebbia anche l’aria era gelida, e la mia povera gamba già ferita in Afghanistan dava segni evidenti di dolore.

  “ Siamo arrivati signori  “ esclamò il vetturino.

              

 Innanzi a noi si estendeva il parco di Jacskson street ;  un parco più piccolo di Hyde Park , ma che purtroppo  per noi aveva parecchie uscite. Molto difficili da controllare  , a meno che Scotland Yard non ci mettesse a disposizione buona parte degli agenti.

Lestrade era sul posto con una decina di agenti. Prendemmo accordi che i suoi uomini rimanessero nascosti fino al segnale convenuto , solo allora  sarebbero saltati fuori . Da parte mia invece io dovevo fare l’ombra , seguire a distanza il mio amico e intervenire al momento giusto. La trappola per Moriarty stava per scattare.

Passarono diverse ore da quando Holmes travestito da Curtis  si era recato al posto dell’ appuntamento convenuto. Io ero nascosto dietro a un enorme albero, e anche  grazie alla fitta nebbia era ancora più difficile vedermi.

Sentimmo un rumore di passi, era lui, stava arrivando.

“  Allora Curtis come è andata ? Dammi i documenti e qui ci sono le 500 sterline per te, come promesso “, la voce non la si poteva confondere era quella del nostro nemico.

Holmes lentamente si girò e senza dire una parola consegnò i documenti. Moriarty li mise in una borsa e tirò fuori i soldi.

“ E’ un piacere lavorare con te, sei di poche parole, ma non importa. “

 “ Se vuoi contali pure, ma  sai che io nel bene o nel male mantengo sempre le promesse “  il suo tono di voce era una sorta di avvertimento.

 “ Bene caro Professor Moriarty, ci si rivede “ la voce del mio amico si faceva sentire forte e chiara.

 “ Tu…lei ..Holmes  ? “ sarebbe stato bello vedere la faccia del professore, ma come ho detto la nebbia impediva questo tipo di visuale.

“ Già, caro signore, proprio io  “ dicendo ciò  ; Holmes tirò fuori il fischietto e fece il segnale convenuto. Moriarty si guardò intorno, sentì lo scalpitio dei poliziotti arrivare velocemente.

 “ Lei andrà all’inferno con me caro Holmes  “ dicendo ciò tirò fuori la pistola e la puntò dritto al cuore del mio amico.

Da parte mia , nonostante la scarsa visuale presi la mira e sparai. Nel parco si udì un grido di dolore, l’avevo ferito.

 “ Bravo Watson, tiro eccellente  “ esclamò Holmes, che nel frattempo era volato addosso a Moriarty.

               

Era un corpo a  corpo tremendo, il professore sapeva che non aveva scampo, la forca lo attendeva per  i suoi numerosi crimini.  Arrivarono anche   Lestrade e i suoi uomini.

Moriarty capì che era finita  e si arrese, non prima maledicendo Holmes e me, poi i suoi uomini che se l’erano date a gambe lasciandolo da solo.

 “ Sbagliato in pieno “ disse Lestrade,  “ li abbiamo intercettati e arrestati tutti quanti , le faranno compagnia in carcere fino al giorno della sentenza, non è contento ?”.

              

“ Bene Watson , anche questa è andata e ora andiamo all’ambasciata austriaca a portare questo dannato documento, che anche se falso con relative fotografie, sarebbe  stato uno scandalo enorme con la conseguenza che noi conosciamo”.

 “ D’accordo con lei Holmes e poi a casa non vedo l’ora di bere quel bel punch caldo offerto dalla nostra amabile signora Hudson “. 

 “  Grazie , a nome  di Sua Regina signor Holmes  “ esordì così il Ministro Litz stringendo calorosamente la mano al mio amico e a me. Poi continuò dicendo : “ Questo documento sarà bruciato all’istante “. Prese un fiammifero e  lo bruciò.

Guardammo le fiamme lambire completamente il ricatto di Moriarty. Holmes disse :  “ Bene , molto bene. La prossima volta che il pupillo di sua Regina verrà a Londra, le dica di stare lontano da certi locali equivoci e  soprattutto di soppesare chi siano i veri amici  “.

 “ E’ stato molto ingenuo e sprovveduto “ disse Litz.

 “ Concordo in pieno ; farsi fotografare in determinate circostanze  e atteggiamenti , anche se sicuramente imbottito di alcool e magari sotto effetto della  droga, è difficile poi andarlo a spiegare a Corte e al popolo  perché la stampa non darebbe scampo “ .

Dicendo così salutammo il Ministro e ci avviammo finalmente a casa , alla nostra cara dimora di Baker Street.

Qui il manoscritto finisce e mentre il dottor Watson  lo ripone sul tavolo, si accorse che la sua   moglie si era commossa, anche lei pensava con affetto al caro Holmes riuscì  solamente a dire :  “ John, siete stati degli eroi per tutti noi , e  per quei pochi anni vissuti ancora in pace stata vi saremo  riconoscenti in eterno. Ti amo marito mio “.

 

Qui finisce questa avventura del nostro Holmes e  Watson, un grazie di cuore a tutti voi che l’avete letto e apprezzato con i vostri commenti.

 

 

 

 
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