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Autobiografia del papero(39 parte )

Post n°1114 pubblicato il 28 Novembre 2012 da paperino61to

 

Dopo tre anni passati nella litografia di cui vi ho parlato , dovetti cambiare posto di lavoro. Purtroppo essere apprendisti già allora era una “ brutta    “ cosa perché si sa , allo scadere di un tot di anni si doveva passare di livello :  operai o litografi qualificati in questo caso.

Purtroppo il titolare e i suoi soci da quell’orecchio non ci sentivano molto bene, quindi  “ caro Marco non ci servi più, cercati pure un altro posto  “.

 Con molta fortuna  trovai  il lavoro vicino a casa ; non ero ancora sposato. Era una piccola boita di litografia a conduzione famigliare : marito, mogli e io..l’intruso. Secondo me Renato Zero si ispirò per la canzone : Il triangolo.

 

                

La cosa buona era la vicinanza a casa massimo   20 minuti a piedi. Nulla da dire sui titolari ma  era piuttosto l’ambiente ad essere desolante. Uno scantinato dove c’erano i macchinari, le voci delle persone che passavano  si poteva sentire solo d’estate con le finestre aperte,  al piano di  sotto ,  il posto dove mi cambiavo, mentre a livello strada, oltre che fungere da garage, aveva i soppalchi per le risme di carta che servivano per stampare.

Vi racconto un episodio che ricordo  bene. Il titolare quasi alla fine della giornata mi chiese di fermarmi, ma senza specificarne il motivo.

Io poco prima di andare via come sempre lavai la macchina litografica e poi  mi domandai perché dove vo stare ancora li dentro , il titolare intanto si stava intrattenendo con un suo cliente al piano di sopra.

A mia discolpa posso dire che a qui tempi in televisione trasmettevano :  “ Alla conquista del West  “ non so se ve lo ricordate ? Le peripezie della famiglia Macahan.

                            

 

Essendo sempre stato un patito di questo genere, mica potevo saltarmi la puntata ? Abbiate pazienza, manco la fine del mondo mi avrebbe fermato, infatti, andai a cambiarmi ed uscii, passando ovviamente davanti al titolare.

Lo salutai tranquillamente, peccato che non apprezzò per nulla , anzi mi lanciò un’occhiata da incenerirmi all’istante, ma non disse nulla.

L’indomani  però si prese la rivincita , e anche con gli interessi. Per farla breve, che ci fosse lavoro da svolgere oppure no, io per un Mese intero uscii più tardi , come era  prevedibile , saltando quasi per intero lo sceneggiato.

Mi servii di lezione, credetemi, in quel posto rimasi per quattro anni, poi per motivi personali dovetti licenziarmi, ma questa è un'altra storia.

 

 
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