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« Condominio PulitoCommedia italiana »

Autobiografia del papero ( 45 parte )

Post n°1194 pubblicato il 24 Gennaio 2013 da paperino61to

 

La nascita di un  figlio è una cosa meravigliosa e splendida per ognuno di noi. Questa volta parlo della venuta al mondo del pargolo.

 

                  

Era un lunedì di metà novembre quando di prima mattina accompagnai la moglie alla Clinica Universitaria ( vicino all’ospedale Santa Anna ) ,  come aveva detto il ginecologo aveva fatto . A quei tempi andava di moda il parto cesareo ( qui ora si può aprire un dibattito su chi è favorevole oppure no, ma non è questo il post adatto per farlo ).

Entrammo nella Clinica e dopo aver sbrigato le pratiche burocratiche , fu assegnata la stanza. Io tornai  a casa, perché facevo  il turno di pomeriggio ; non lavoravo ancora in Fiat, ma  in una fabbrica di Nichelino ( paese alla cintura di Torino ).

                  

La suocera mi aveva preparato il succulento pranzo, quando alla terza o quarta forchettata squillò il telefono : era la  moglie che avvisava che il parto l’avevano anticipato al pomeriggio e non nei giorni seguenti.

 

                  

In un attimo io e la suocera eravamo pronti per recarci da lei, il piatto fumante di pasta doveva aspettare, ebbi solo il tempo di avvisare i miei dell’accaduto .

Come un corridore di formula Uno arrivammo nei paraggi della Clinica e ci recammo davanti alla sala operatoria , ci sedemmo su una panchina ad aspettare. Dopo un po’ vedemmo la futura mamma arrivare su una barella , era il suo turno.

              

Entrò e l’attesa si fece ancora più spasmodica, un intervento è sempre un intervento e comporta sempre dei rischi, dopo un po’ di tempo ( a noi lunghissimo ) uscì l’infermiera con il neonato nella carrozzina.

Chiamò il mio cognome e la suocera scattò come un fulmine lasciandomi sul posto.

 

                   

L’infermiera disse : “ Complimenti è un maschietto , è il vostro Daniele “.

Qui mi rimarrà sempre impresso nella mente, la frase e la faccia della suocera : “ No..no..guardi che si sbaglia signora,noi aspettiamo una femminuccia “. Lo disse seria e con piglio deciso.

Io la guardai ed esclamai : “ A patto che chi aspetta siamo io e tua figlia, sai a scanso di equivoci,poi se la signora ha detto che è maschio non credo si sbagli “, tutto questo guardando l’infermiera che accennava con il capo a mo di consenso.

Sta di fatto che si stava discutendo perché la suocera quando si metteva in testa una cosa , farle cambiare idea era un’  impresa ma quando uscì la moglie e confermò che era un maschio.

L’equivoco nacque  all’ultima visita ginecologica ,quando l’ecografista alla domanda della suocera se era una nascitura o no, lui le strizzò l’occhio confermando la sua tesi ( per la cronaca il sesso era nascosto ) e quindi lei si convinse di questa cosa,

mentre la moglie invece era attratta da quel misterioso senso che ha una donna in gravidanza verso il colore azzurro, da parte mia importante era che nascesse sana e che andasse tutto bene.

 

                

Dopo essersi finalmente convinta che era nato il maschietto di casa paperino, avrei dovuto avvisare a casa. Rispose mia madre, alla frase che era nato Daniele , lei esclamò : “ Oh noooooooo, speravo in una femminuccia, ma ne sei sicuro ? “.

 

              

 Rimasi interdetto, che le suocere abbiano contratto un certo virus anti maschietto ? mi domandai. Poi telefonai alle nonne, quella materna ( che mi ha cresciuto ) stessa frase di mia madre, ma detta in torinese : “ povra cita ( povera bambina ) “.

Se la terza persona che mi avesse risposto così avrei sicuramente preso a testate il muro, per fortuna la nonna paterna invece disse : “Son contenta e tanti Auguroni a Daniele e a voi “.

Quindi cari lettori ,  se andate con la suocera quando vostra moglie  deve partorire chiarite prima questo piccolo dettaglio da me descritto e se contesta : Imbavagliatela !!.

 

                    

Sempre per la cronaca , suocera, mamma e nonna materna furono accontentate due anni e mezzo dopo con la nascita di Cinzia.

 

 

 
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