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La sedia

Post n°1512 pubblicato il 28 Ottobre 2013 da paperino61to

 

 

          

 

L’uomo alzò gli occhi al cielo e notò come era limpido, i gabbiani volavano alto nello spazio senza confini.

Innanzi a lui una sedia, una semplice sedia. Il ricordo di questa lo portò ai tempi in cui viveva con la nonna, una stanzetta sola era il loro regno. Una stufa per scaldarsi, con  un tavolo che alla sera veniva messo fuori dalla porta e  un letto. Tutto qui nulla di più.

                   

 

Egli si  avvicinò a passi lenti, oramai le gambe non lo reggevano molto. Il mare con le sue onde s’infrangeva contro la battigia e l’odore dello iodio  penetrava nei suoi polmoni ,  facendolo  sentire vivo.

Da anni viveva in questo luogo silenzioso, l’unica cosa che si era portato come ricordo  della sua vecchia casa era  una macchina da scrivere.

 

                                                       

Per anni aveva raccontato l’orrore della guerra, della violenza senza senso ed ogni volta  per lui era come ricevere un pugno nello stomaco. Aveva detto basta dopo l’ennesimo massacro a cui aveva assistito  raccontando con cruda verità l’andare incontro alla morte della gente inerme.

Al ritorno a casa  aveva dato le dimissioni dal suo lavoro da reporter.

“ Non puoi farmi questo Carlo, non è giusto . Se sono soldi che vuoi , nessun problema, ti firmo un assegno in bianco “ , queste erano le parole che si era sentito dire dal suo direttore.

Non si prese manco la briga di rispondergli , semplicemente se ne andò lasciando alle spalle la consapevolezza che ora era libero di decidere cosa fare della sua vita.

               

 

Mise i suoi quattro stracci nell’  auto e partì senza una meta precisa, senza un’idea vaga di dove volesse andare, seguiva il sorgere del sole e alla notte le stelle ,  fino  a quando giunse in questo posto dimenticato da tutti , compreso Dio. Una piccola casetta , quasi diroccata  con lo sguardo sul mare. Era quello che cercava , non sapeva il perché ma era così, quella sarebbe stata la sua reggia.

Passarono gli anni, la casa fu rimessa a posto  con non poca fatica. Viveva in solitudine , rare volte qualche ex collega veniva a trovarlo e quasi sempre gli occhi di quest’uomo vedevano l’orrore a cui era andato incontro troppe volte.

 

          

 

Lentamente la sua vita scivolò piano piano verso la scritta fine . A fatica raggiunse quella sedia innanzi a lui e  osservò le onde del mare , sorrise, sapeva che quelle onde sarebbero  venute a prenderlo per portarlo in un mondo dove la violenza non esisteva. Socchiuse gli occhi e sotto il calore del sole di primavera sentì la sua vita spegnersi , mentre   nel cielo i gabbiani continuavano a volare .

 

             

 

 

 
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