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Visitare Torino: Il Parco di Racconigi

Post n°1906 pubblicato il 10 Aprile 2015 da paperino61to

 

       

 

 

L’imponente Parco di Racconigi si estende su una superficie di circa 170 ettari, delimitati da unmuro di cinta lungo 6 km.



Alla fine del Seicento il parco appariva secondo lo stile dato dall’architetto francese Andrè Le Notre, medesimo autore dei giardini della Reggia di Versailles. Circa un secolo dopo, su volere della Principessa Giuseppina di Lorena-Armagnac, il parco vide una trasformazione ad opera di Giacomo Pregliasco, che ne riprogettò una parte offrendo nuovi percorsi.

Il completamento del parco in stile romantico come appare oggi lo si deve a Carlo Alberto che nel 1836 affidò i lavori al paesaggista prussiano Xavier Kurten. Egli risistemò il lago, dei viali e dei corsi d’acqua e aggiunse ponticelli, colline e nuovi filari d’alberi.


          

Successero nel corso degli anni i fratelli Roda, sotto la loro conduzione il parco acquistò fama a livello europeo per la vasta produzione di fiori rari e piante da frutto esotiche.

            


Tra l’Ottocento e il Novecento, il parco fu utilizzato prevalentemente come riserva di caccia e tenuta agricola. Purtroppo dalla seconda guerra mondiale in avanti si ebbe una carenza di manutenzione e un progressivo stato di abbandono.

Solo dalla riapertura del castello nel 1994 anche il parco è stato oggetto di interventi di recupero, volti a riportarlo all’aspetto conferitogli da Kurten nell’ottocento.


                 

Nel 2010 il parco è stato vincitore del concorso I parchi più Belli d’Italia.

Al suo interno si contano oltre 2000 alberi, alcuni dei quali raggiungono altezze oltre i trenta metri . I più diffusi sono i frassini e gli aceri, ma non mancano ippocastani, quesrce, olmi ecc..sporadici alberi di frutta come il melo, ciliegio e nocciolo.

           


La parte interna del parco è popolata di varie specie di uccelli: aironi, cinerini, garzete, anatre,nibbi bruni, poiane e picchi. Le famose cicogne di Racconigi nidificano sulle cuspidi della Margaria e sui comignoli del castello. Segnalata anche la presenza di scoiattoli, tassi e volpi.


                


Il parco è attraversato da una rete di canali che convergono consentendo il costante ricambio idrico del lago. Questo ricambio attinge l’acqua dal vicino torrente Maira per mezzo del canale della Brunetta, che poi provvede a smistarla ai vari canali secondari che solcano il palco.

Nella seconda metà del Settecento l’architetto scenografo Giacomo Pregliasco, oltre alla risistemazione di parte del parco in stile romantico, realizzò piccole ma significative costruzioni come la Palazzina Svizzera e la Fagianaia per allevamento di fagiani e colombi.


              



Altro edificio è il Tempietto dorico volutamente incompleto per dare un effetto di rovina sopravvissuta fino ai nostri giorni, posto su una collinetta in riva al lago.


                    

Questo luogo ospita anche la famosa Grotta del Mago Merlino, un piccolo tunnel artificiale rivestito di intonaco, con stalattiti e stalagmiti provenienti dalle Grotte di Bossea  e pietre luccicanti. La grotta è dedicata a Merlino, il quale sarebbe stato sedotto dalla Dama del lago, che gli avrebbe fatto perdere i propri poteri.

La grotta aveva la funzione simbolica di evocare la leggenda ai sovrani sabaudi,per preservarli da controproducenti passioni amorose.

 

 
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