buone notizie

Avvolto nel mio mantello scuro vi osservo da secoli. Siete una strana razza, un’accozzaglia senza spina dorsale e una babele di lingue. Su questa mia collina che urla il dolore di voi umani, sto seduto comodamente sul mio trono.

Il cielo è scuro, gli unici che si beano di questa oscurità sono i corvi, miei fedeli alleati. Gli sciacalli invece vagano tra di voi, magari sotto l’aspetto di persone per bene, bonaccioni dall’aria simpatica.

Più vi osservo è più dovrei provare compassione per la vostra misera esistenza, invece ne gioisco. Siete la mia linfa vitale, il mio cibo costante. Io vivo grazie a voi, e manco ve ne rendete conto.

Anche adesso che siete a un passo dal cataclisma completo, non siete capaci ad unirvi tra di voi. Vi sospettate l’uno verso l’altro, pronti a rendervi complici di qualsiasi nefandezza in nome di presunti ideali o dei.

Le vostre acque sono lorde di sangue, come i vostri campi. Entrate nella vita privata degli altri come guardoni, godendo di queste cose effimere. Avete inventato le armi, i campi di sterminio, la pulizia etnica. Buffo questa parola: pulizia etnica, un modo come un altro per dire: Sterminio.

Ammetto che me ne compiaccio, adoro vedere i volti di voi umani chiedere pietà sapendo che essa non esiste, non è mai esistita. Provo un senso di ebrezza quando i mari ghermiscono vostri simili, portandoli  nelle profondità oscure.

Avete eserciti, polizie di ogni genere, armati di tutto punto, poi andate a dire che bisogna pensare a sfamare chi muore di fame. Potrei arrivare a pensare che siate persino dei comici, involontari, ma comici.

Il nuovo giorno va in scena, ma vi prego fate come sempre, massacratevi tra voi, il forte vince sul debole, e il debole prevale su quella ancor più debole. Fate come se io non ci fossi ve ne prego, io conto su di voi per potere vivere in eterno.

Chi sono io? Potete chiamarmi Il Male oppure anche  Uomo se  quest’ultima definizione  vi fa meno paura.