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La favola della Terra Meravigliosa

Post n°2047 pubblicato il 09 Febbraio 2016 da paperino61to

 

           

 

 

C’era tanto tempo fa un regno chiamato “Terra Meravigliosa”, si trovava  in un punto imprecisato a distanza di mille e più leghe dalla più vicina città.

                  


Il regno era pieno di fiori e alberi, fiumi e cascate e ogni giorno il sole sorrideva nel dare il buongiorno a chi vi abitava. Al centro, in un antro spazioso del palazzo dove viveva la Regina con i suoi abitanti, era stato piantato un albero dell’Amicizia e tutti potevano osservare la sua maestosità.

Voi direte: “Ma come, una regina che abita assieme ai suoi abitanti non si è mai visto!” Lo so, ma in questo regno le cose andavano in maniera diversa dagli altri regni.


      

Gli abitanti del regno Terra Meravigliosa, erano legati da una peculiarità: erano tutti scrittori. Ogni mese la loro mano si armava di penna e calamaio e mettevano nero su bianco sopra una pergamena dorata i loro scritti.
Ovviamente immagino le facce dei giovani a leggere di queste strane “armi”, ma scrivere che usavano la tastiera..beh.. non  è molto poetico!

Che fossero scritti inventati o veri poco importava, la pergamena doveva trasudare di emozioni, le parole dovevano essere scritte con il cuore e regalare non solo sorrisi ma anche riflessioni.

              


La Regina e i suoi abitanti si raccoglievano in cerchio intorno all’albero dell’Amicizia,  dando la loro opinione appena lo “scrittore” di turno aveva finito di leggere ciò che aveva scritto.

Nella Terra Meravigliosa tutto ciò che poteva rappresentare cultura, arte, musica e altro ancora, era ben accetta. A volte capitavano da quelle parti, persone che si erano perse girovagando per la landa selvaggia che confinava con il regno, in cerca di chissà cosa. Pure un coniglietto e un papero erano stati avvistati dagli abitanti, e tanto ne erano rimasti strabiliati da questa inedita coppia, che decisero di farli vivere con loro.

Qualcuno di questi “turisti” esprimeva con calore ciò che le sue orecchie avevano sentito; tanti invece si nascondeva dietro una grande siepe e stavano in silenzio come se avessero paura di dire la loro.


             

La felicità e l’armonia regnava sovrana ma, come succede spesso, un mago geloso di quest’armonia, inviò delle sirene. Fu così che molti “scrittori” furono attratti ma non si sforzarono ad imitare Ulisse, almeno lui si legò all’albero della nave per non sentire i canti suadenti delle sirene. E così partirono per quei lidi che reputavano splendidi abbandonando la Terra Meravigliosa.

Incominciarono gelosie, ripicche sovente infantili e pian piano, il palazzo della regina che risplendeva coi colori dell’arcobaleno, divenne di colore grigio cenere. I fiumi e le cascate stavano perdendo la loro portata d’acqua. Il sole sorgeva senza più sorriso e i fiori non nascevano più. Insomma, il regno stava diventando come la landa attorno: secca e inospitale.

La Regina convocò i pochi abitanti rimasti e comunicò loro che era tempo di volgere lo sguardo altrove, che oramai non c’era più nulla da fare, e dicendo ciò, indicò l’albero dell’Amicizia, dai cui rami sgorgavano delle lacrime. Egli aveva capito che ciò che lo manteneva in vita non esisteva più, ovvero il rispetto e l’amicizia reciproca degli abitanti.

Con un fardello enorme nel cuore, i pochi rimasti partirono facendosi forza e con la speranza che il regno un giorno potesse tornare ad esserci e a splendere più fulgido di prima. E le altre persone emigrate?

                      


Bene, ora loro sono in un regno dove la loro presenza è data da un pallino di colore verde;  anche in quel posto c’è un albero enorme ma ad esso vien dato il nome di Conoscente.

Infatti, al contrario di quello dell’Amicizia, questo albero non rinnova e rinsalda l’amicizia che c’era tra i vari “ scrittori” emigrati e quelli che fino all’ultimo sono rimasti Quest’albero ha come principio di vita - l’essere dei semplici conoscenti -, nulla di più e nulla di meno.

Ma soprattutto, in questo regno non ci sono né fiumi, né cascate, nessun sole che da il buongiorno con sorriso e tanto meno fiori splendidi.

Questa favola è una metafora di come, secondo me, dovrebbe essere l’Amicizia. E come ogni fiaba che si rispetti, contiene anch’essa la propria morale: Ognuno può “ emigrare “ dove più gli aggrada e anche per motivi più o meno plausibili, veri o falsi che siano, ma quello che dovrebbe rimanere dentro le persone è questa parola: Amicizia.

Questo sentimento è dato anche da un semplice: “ Ciao come stai?” o “ Buongiorno”, frasi che per molti possono sembrare banali, ma che per altri rivestono una certa importanza. Per color che sono emigrati dalla Terra Meravigliosa è solamente  un mero ricordo.

                                                   

                                    Fine

 

 

 
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