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« Omicidio al Museo ( otta...Serata Doo wop »

Omicidio al Museo ( nono capitolo)

Post n°2091 pubblicato il 06 Maggio 2016 da paperino61to

Continuai dicendo che il collega Perino aveva scoperto un magazzino intestato alla donna di Audisio ( lei ne era totalmente all’oscuro) situato in via delle Orfane numero 32. Il magazzino era pieno di merce rubata pronta per essere portata ad un ricettatore per poi essere messa in vendita al miglior offerente.

Diedi ordine a Perino di far entrare il ricettatore:“ Signori vi presento Alberto Sanmarco, titolare del negozio di via Frejus, immagino che alcuni di voi lo conoscano”.

Più esponevo i fatti e più i signori presenti si agitavano sulle loro sedie.

“ Bene, signor Sanmarco, sa riconoscere se qualcuno di questi signori erano clienti del suo negozio?”.

“ Protesto!” urla a pieni polmoni Panero, seguito a ruota da Colombo.

“ Andare in un negozio di antichità non è sinonimo di colpevolezza” esclama Gastaldo.

“ Vero signor Gastaldo concordo con lei, ma se acquista merce rubata diventa complice di chi la vende, è la legge e lei dovrebbe saperlo”.

Sanmarco confermò che i presenti l’avevano contattato più volte per vendere la merce che “ avevano in eccedenza”, una parola per eludere quella vera: rubata.

Feci portare il ricettatore in un altro ufficio per il verbale; ovviamente era in arresto.

“ Come vedete siete un tantino nei guai…ma purtroppo per voi il peggio deve ancora venire, vero signor Musso?”.

A sentirsi nominare il Musso o chi per esso, trasalì, tanto che per un attimo ho creduto  cadesse dalla sedia.

“ Ora caro Giulio, devi sapere che a volte ci si viene presi dalla voglia di essere…come posso dire; di… poter essere qualcun altro…di recitare una parte a tutti i costi,  e per raggiungerla ci sono persone che commetterebbero anche un delitto”.

Nessuno di loro apriva più bocca.

“ Cosa vorresti  dire?”  mi domanda Farina.

“ Semplicemente questo, tu  dei presenti, chi conosci di persona?”.

Conosceva Colombo di persona mentre Gastaldo  l’aveva incontrato una volta nel lontano 1919, gli altri li conosceva solo di nome.

“ Tirdi, fai entrare la signora”.

Musso tentò di alzarsi ma un’agente alle sue spalle lo bloccò sulla sedia.

“ Buongiorno, commissario eccom...” la donna non finiva la frase e guardando il volto di Musso, esclamò: “ Livio…ma cosa ci fai  qui? Non eri in Sudan, quando sei tornato?”.

“ Come vedi caro Farina non sempre si ha davanti la persona che si crede di avere. Il  caro  Livio Desio si è fatto passare per Musso perché sapeva che al Ministero, in caso di tue dimissioni avrebbero designato lui . Cercò di convincere Musso a entrare nel giro, cioè sottrarre i reperti provenienti dalle spedizioni in Egitto e venderli ai ricettatori. Il Musso rifiutò e allora gli propose di comprare il suo silenzio oltre che cedergli la poltrona da direttore dietro a un lauto compenso, ma egli non accettò questa proposta e fece sapere che avrebbe denunciato i furti e il tentativo di corruzione, e per questo fu ucciso”.

“ Lei mente, non ha prove”.
“ Crede signor Desio? Dopo Musso in ordine di successione, sarebbe toccato a lei diventare direttore. Come avrebbe gestito il fatto che Musso avrebbe dovuto sparire all’improvviso? Potrei optare per una finta spedizione in terra egiziana guidata dalla vittima, con altrettanta finta aggressione di bande nomadi, e per lei il gioco era fatto, chi avrebbe mai contestato questa tesi? Ci sono due testimoni che hanno visto la sua Bugatti ferma sul ponte Isabella, e tre uomini che gettavano nel fiume Pratici, queste persone non fanno parte del campo delle ipotesi, ma sono reali. La Bugatti era la sua e i tre uomini sono qui presenti. Poi abbiamo la testimonianza di sua moglie, che notò come la Bugatti sia rientrata nel garage; solo lei e la sua consorte potevate accedere al suddetto locale, ma  la signora non sa guidare e il vostro autista aveva l’ordine tassativo di non prendere la Bugatti”.

Il concitare dei presenti fu unisono, Farina mi guardava stupito come la moglie di Desio.

“ Signori, inutile che alzate la voce e vi professiate innocenti. Lei Desio, ci spieghi allora perché ha preso il posto di Musso? Per fare uno scherzo? Non penso proprio. Perché ha fatto credere a sua moglie di essere in Sudan? Inoltre  perché da casa sua ha fatto sparire tutte le sue foto più recenti? “.
Continuai dicendo che il vero Musso è stato ritrovato nella Dora, da settimane era nel fiume… morto! Un suo cugino ha riconosciuto il corpo. Inoltre tutti gli indagati avevano interesse a far si che Farina si dimettesse.

“ Solo una persona esperta in archeologia poteva sapere del segno di Anubis e di cosa rappresentasse la sua setta: potere, fama, soldi, prestigio e le missive contenenti minacce verso il signor Farina avevano questo sigillo!”.

Proseguo facendo notare che i pezzi rubati erano tutti di valore inestimabile, e solo degli esperti di archeologia egiziana erano in grado di capire quanto si poteva guadagnare vendendoli al mercato nero. Se ne deduceva che Desio diventando direttore del Museo Egizio, avrebbe portato nel suo direttorio i suddetti complici.

“ Signori, in nome della legge vi arresto per pluriomicidi, ricatto, minacce, furto, compravendita di materiale rubato e sostituzione di persona”.

“ Lei….lei…mio dio cosa abbiamo fatto…” a cedere per primo era Panero, a ruota seguirono Gastaldo e Colombo, solo Desio rimase senza parlare,  ma nei suoi occhi vi si leggeva odio, odio verso il mio amico.

                                                Fine

 

           Un grazie a tutti voi che mi seguite con affetto

 

NdR:Giulio Farina fu realmente esistito (al pari di Schiapparelli) nato nel 1889 e morto nel 1947, dal 1914 al 1928 fu ispettore nella sezione egizia di Firenze, dal 1928 a seguito della morte di Schiapparelli, ricopre l’incarico del direttore del Museo Egizio di Torino.

 

 
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