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Morte di un amico ( Primo capitolo)

Post n°2214 pubblicato il 03 Aprile 2017 da paperino61to

La radio sta sfumando le ultime note del concerto del Trio Lescano quando il campanello suona facendomi sobbalzare. Non aspetto nessuno, e men che mai né Tirdi né Perino. Nelle ultime settimane la tranquillità regna sulla città di Torino.

Apro la porta e mi trovo davanti una donna sui quarant’anni; capelli ramati sciolti sulle spalle, occhi verdi con  un volto rigato dalle lacrime.

“ Mi scusi commissario Berardi se vengo a disturbarla…ma io…” la voce era solo un sussurro.

“ Si accomodi, la prego. Ora prenda fiato e con calma mi dica tutto…vuole un cognac? Un caffè?”.

Il gesto della mano è eloquente, non vuole nulla da bere.

“ Si ricorda di Mattia Carlino?”.

Il nome non è nuovo ma per ricordarmi devo frugare nel cassetto della memoria andando a ritroso nel tempo.

“ Conoscevo un ragazzo con questo nome, abitava con i nonni in una cascina verso via Lanzo, ma sono passati ormai più di trent’anni…”.

“ E’ lui ed è mio marito; io sono la moglie: Jolanda Pellisier…mi deve aiutare commissario, la prego…Mattia mi ha parlato tanto di lei…”.

La osservo bene, non sta mentendo, qualcosa è successo per sconvolgerla in questo modo e soprattutto per farla arrivare al mio appartamento in un’ora dove normalmente la gente dorme.

“ Sono andata a una festa di compleanno di una mia amica, e quando sono rientrata ho trovato…ho …Mattia disteso sul pavimento…morto! Qualcuno lo ha ucciso”.

Resto stupito da questa frase: “ Perché crede che sia stato ucciso?”.

“ Non lo so, quello che posso dirle è che ho bisogno del suo aiuto. La prego, commissario, mi aiuti”. La donna era sul punto di svenire,  allora la faccio accomodare sul divano, poi riempio un bicchierino con del cognac.

“ Beva, le farà bene. Ora mi scusi ma vado a vestirmi poi andremo a casa sua. Dove abita? Chiamo la questura che ci portino una macchina”.

“ Via del Carmine 10 “ indico all’agente.

Arriviamo all’indirizzo, e co fermiamo davanti ad  una villetta poco distante da corso Palestro. La signora è visibilmente scossa, non vuole entrare.

“ Rimanga qui con l’agente se non se la sente, ma non si allontani per nessun motivo”.

L’appartamento è illuminato come fosse giorno, mi reco nel salotto e vedo il corpo riverso sul pavimento. Il ricordo del mio amico Mattia viene a galla, le corse fatte dietro a un pallone di stracci nel suo cortile quando eravamo bambini, lo spaventare le galline nel recinto e il borbottio di suo nonno, le elementari frequentate insieme alla scuola di  via Venaria. Poi come sempre succede nella vita, quando si cresce ci si perde, i miei si trasferirono a Ciriè e da allora non ho mai saputo più nulla di lui fino a stasera.

 

Dico all’agente che ci ha accompagnati di chiamare la centrale e il medico legale. Nel frattempo frugo nei cassetti della scrivania in cerca di  qualche cosa di utile per l’indagine. Vedo una tessera con un numero; Mattia era iscritto al partito fascista, era presidente anche della sezione IX con sede in via Cernaia.

La moglie seppur spaventata trova il coraggio di entrare, trema come una foglia.

“ Signora, non tocchi nulla…dobbiamo rilevare eventuali impronte”.

Lei si siede su una sedia in cucina. Arriva il dottor Stresi con la scientifica, vorrebbe fare la sua solita battuta, ma osserva il mio volto e preferisce soprassedere.

“ Era un vecchio amico di infanzia, dottore” riesco a dire con voce rotta dalla commozione.

“ Mi spiace Berardi…spero che l’assassino venga preso, intanto posso dirle che la pallottola ha causato la morte all’istante”.

Mentre la scientifica sta svolgendo il suo lavoro, io copro il corpo del povero Mattia con una coperta trovata sul letto. Domando al dottore se può visitare anche la vedova.

“E’ sotto choc Berardi, sarebbe meglio portarla via di qui…se vuole ho una stanza vuota a casa mia…”.

“ Grazie dottore, gliene sarei grato, ora  vi faccio accompagnare dall’agente che mi ha accompagnato”.

Vado in ufficio, tanto non riesco a dormire. Spero che la moglie si riprenda e possa aiutarmi con  qualche indizio, specialmente nei nomi dei conoscenti della coppia.

L’alba quando sorge è sempre uno spettacolo, la Mole Antonelliana si staglia con la sua guglia tra le vie del centro, il Po’ scorre lento e sono quasi sicuro che i patiti del canottaggio stanno già vogando sulle acque di questo fiume.

“ Buongiorno commissario, come mai già in ufficio a quest’ora?” .

“ Ciao Tirdi, è da un paio di ore che sono qui. Hanno ucciso un mio compagno di infanzia…adesso ti racconto”.

Finito il racconto mi accorgo che una lacrima mi sta scendendo.

“  Quindi non esclude  possa essere stato qualcuno che la vittima conosceva?” domanda Tirdi.

“ Direi di si, è la prima cosa che posso pensare, tu incomincia a recarti nella sezione dove era presidente Mattia, quando poi arriva Perino lo mando a interrogare i vicini della villetta, non si sa mai avessero sentito qualcosa”.

Telefono al dottor Stresi per sapere se la donna si era ripresa, mi risponde che sta meglio.

“ E’ in grado di poter rispondere alle domande?”.

“ Si, però non la sforzi troppo, mi raccomando”.

Un’ora dopo sono nell’appartamento del dottore, mille domande mi vengono in mente ma so che devo tenerle a freno.

“ Buongiorno signora Pellisier, come si sente? Il dottore mi ha detto che va meglio”.

La donna è nel letto, il volto pallido e gli occhi umidi dal pianto.

“ Grazie di tutto commissario, immagino ora mi farà delle domande?”.

“  Si, se vogliamo trovare l’assassino di suo marito, ma stia tranquilla quando non si sente più di rispondere lo dica”.

Prendo nota delle risposte date e dei nomi dei loro conoscenti, e in particolare il nome della sua amica dove si era recata alla festa di compleanno.

“ Quindi lei esclude che Mattia potesse aver avuto dei nemici anche se era presidente di una sezione fascista?”.

“ Si, lo escludo…vede commissario, mio marito non era un convinto fascista, ma ha fatto buon viso a cattivo gioco per avere un posto rispettabile e con esso un’entrata di denaro con parecchi benefici che ne seguono…capisce quello che intendo?”.

Rispondo di si.

“ Bene signora, la ringrazio e per adesso la lascio riposare, se le vengono in mente altri particolari mi chiami”.

Mentre esco dall’appartamento del dottore mi sento chiamare, è Perino.

“ Commissario, arrivo adesso da Via del Carmine. Ho sentito alcune testimonianze di persone che abitano a ridosso della villetta, nessuno ha sentito nulla. Solo  un certo Barolo Giulio ammette di aver sentito un colpo, ma ha subito pensato allo scoppio di una marmitta di un’auto  in transito”.

“ Hai sentito tutte le persone?” domando.

“ Manca solo una coppia ma sono in viaggio di nozze”.

“ Adesso andiamo in ufficio, ho una lista di nomi che mi ha dato la signora. Proveremo a interrogarli”.

I nomi dati dalla Pellisier sono cinque: due coppie e un uomo. La prima coppia a presentarsi in ufficio sono i coniugi De Maria. Entrambi nati a Torino, sui quarant’anni, senza figli e di professione entrambi notai. Il loro studio è in Via dei Mille.

“ Prego accomodatevi e scusate il disturbo. Voi conoscete il signor Mattia Carlino?”.

La risposta è affermativa, e allora domando loro da quanto tempo lo conoscano.

“ Sarà da cinque o sei anni, venne una volta in studio da noi per un testamento di una sua prozia” rispose l’uomo.

“ Signora, immagino che lei sia amica della signora Pellisier?”.

“ Si, siamo amiche, ci frequentiamo ma solo nei fine settimana”.

I due coniugi mi chiedono il perché di queste domande, gli rispondo che Carlino è stato ucciso nella sua villetta.

Osservo i loro volti e noto lo sgomento.

“ Capite che il dovere mi impone di interrogare gli amici o conoscenti della coppia.  Poteva la vittima avere dei nemici? “.

Entrambi rispondono di no, non aveva nemici anche se come Presidente di una sezione fascista non era da escludere.

“ Voi conoscete queste persone presumo…coniugi Battaglia e il signor Alfieri, sapete dirmi qualcosa?”.

Al nome di Alfieri la donna gira la testa e  commenta sottovoce. Ne deduco che non le sia simpatico.

“ No commissario è un volgare ciarlatano e non solo…faceva la corte in maniera oscena a Jolanda”.

“ Quindi potrebbe essere un sospettato, ucciso il marito avrebbe avuto via libera con la moglie…”.

“ Potrebbe, ma non credo sia capace di uccidere, questi tipi di uomini sono viscidi, solamente viscidi!”.

“ Bene, signori per ora è tutto, vi ringrazio per la collaborazione, vi lascio il numero del telefono nel caso vi vengano in mente altri particolari utili all’indagine”.

( continua)

 

 
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