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« Morte di un amico ( otta...Cappello, stivaloni e chitarra »

Morte di un amico ( nono capitolo)

Post n°2225 pubblicato il 28 Aprile 2017 da paperino61to

Riassunto: Mattia Carlino amico di infanzia del commissario Berardi viene ucciso, nelle indagini avviate dal commissario altre tre vittime vengono uccise, i delitti sono strettamente collegati tra loro. Dopo varie ricerche, viene ritrovata l’auto che l’assassino ha usato per uccidere un presunto testimone( Giulio Barolo), inoltre il commissario e i suoi attendenti sono riusciti a risalire a chi ha avuto accesso nell’ufficio della questura durante la loro assenza. Una testimonianza inchioda il presunto assassino. Berardi convoca i tre sospettati: la vedova Pellisier, la sua amica Ballestrini e l’amante della prima l’avvocato Cotera, ora diventato anche presidente della sezione fascista al posto di Carlino. Il commissario espone la sua tesi, in un crescendo di tensione da parte dei tre sospettati.

Consegno la fotocopia della prenotazione sul treno Torino Marsiglia alla signora Pellisier, dal suo volto capisco che in un attimo tutti i suoi sogni vengono spezzati via.

Seppur ferita nel suo intimo sostiene lo sguardo dell’altra donna, mentre l’uomo cerca di farfugliare qualcosa.

“ Non entro in merito alla sua relazione o presunta con l’avvocato Cotera, ne tantomeno sono un prete per farle la morale, ma come vi ho già detto, solo un commissario di polizia che cerca di trovare l’assassino di suo marito e di altre tre persone”.

“ Credevo mi amassi…ti ho data tutto me stessa e tu mi ripaghi così…sei un…”.

La Pellisier è un fiume in piena, a fatica Perino riesce a trattenerla per non farle  mettere le mani addosso alla Ballestrini.

Il gioco dei due amanti è stato scoperto, mentre Cotera illudeva la Pellisier sul suo amore, nel frattempo intratteneva rapporti con la Ballestrini. Aveva usato la vedova per scopi personali quali diventare Presidente di sezione al posto del defunto marito.

“ Bene signori, ora se permettete vorrei andare avanti con i miei pensieri. Tre persone sono state uccise con la stessa pistola, lei avvocato ne possiede una?”.

La risposta è negativa come immaginavo, idem per la Ballestrini.

“ Strano, perché questa è stata ritrovata in un appartamento a voi noto” dicendo così tiro fuori dal cassetto la pistola data da Perino, è arrivata l’ora di tentare il mio bluff.

Cotera sbianca in volto mentre la Ballestrini guardandolo esclama: “ Cretino, mi avevi detto di essertene sbarazzato !”.

“ Stai zitta per Dio! Non vedi che è una trappola…non dire più nulla, capito, nulla!!”.

“ Caro avvocato mi sembra che abbia già detto abbastanza la sua amica. Ho qui due richieste di arresto, una per lei e una per la sua amante…” non finisco la frase che nell’ufficio entra il Questore, mi chiede di uscire un attimo, deve parlarmi urgentemente.

“ Berardi, ho una pessima notizia per lei, gli amici di Cotera si sono mossi, hanno fatto pressione sul Duce. Questo è un ordine di rilascio per lui e per la Ballestrini…mi spiace”.

Rileggo il foglio più volte, il nervoso sta prendendo il sopravvento.

“ Si calmi Berardi, sono disgustato quanto lei. Mi dica solo una cosa: sono loro gli assassini?”.

Rispondo con un si!.

Rientro in ufficio, sul mio volto è dipinto la delusione mista alla rabbia.

“ Potete andare…fuori dal mio ufficio”.

Il sorriso di Cotera è sprezzante, vuol dire qualcosa ma rinuncia, ha capito che rischia troppo. La Ballestrini si rivolge alla Pellisier paragonandola ad una povera perdente mentre esce dalla stanza.

“ Mi spiace signora Pellisier, ho dovuto lasciarli andare…legga questo foglio che mi è stato consegnato”.

La donna prende il foglio e lo legge, le lacrime bagnano il suo volto, tutto il suo futuro con l’uomo che amava è stato spazzato via. Ferita nel suo orgoglio non ha la forza di reagire.

“ Commissario, mi dica solo una cosa, diceva la verità sull’omicidio di mio marito? E’ stato….è stato lui?”.

“ Il mandante è Cotera, ma chi ha commesso l’omicidio è stata la sua amica. Mentre lei era con il suo…amante, la Ballestrini è uscita dal suo appartamento andando a trovare Mattia. Penso che volesse ricattarlo, non chiedeva soldi, questo non credo…penso piuttosto le sue dimissioni da Presidente di sezione. Cotera è ambizioso, non vuole limitarsi a fare l’avvocato per tutta la vita”.

“ Mio Dio…pago la mia follia per essermi innamorata di un delinquente…”. Poi mi domanda degli altri omicidi.

“ La Ballestrini, dopo l’omicidio di Mattia, nota un uomo alla finestra e ne accenna a Cotera. Per lui è facile a risalire chi fosse questa persona anche grazie ad amici miliziani. Quindi decide di uccidere il presunto testimone, il quale poveretto non aveva visto la donna uscire da casa vostra, ma ne la Ballestrini ne Cotera potevano saperlo e non volevano correre rischi”.

“ L’avvocato era alla guida della Balilla verde, un barbone è testimone della scena, seppur non riconoscendo l’uomo alla guida, ha visto bene il tipo di auto e il colore. Poteva rappresentare una minaccia.  Cotera , come ho spiegato, è entrato nel mio ufficio e grazie a un colpo di fortuna, è riuscito a sapere come si chiamava questa  persona e soprattutto dove dimorava di solito”.

“ E l’auto? Non sapevo che ne avesse un’altra”.

“ Non volendo correre rischi, la portava fuori città da un suo cliente. Ovviamente l’avvocato lo ricattava per questioni pendenti a carico di quest’ultimo”.

“ L a portinaia è stata l’unica a capire chi erano gli assassini di suo marito. Sospettava da tempo che l’alloggio della Ballestrini fosse una casa d’appuntamento. Notava e segnava con dei codici i clienti che entravano nello stabile. Cotera era il più assiduo, sovente era da solo”.

Immagino la rabbia che prova ad essere stata presa in giro, usata da chi le giurava di amarla.

“ Purtroppo la donna ebbe la pessima idea di ricattare Cotera, il quale facendo finta di  pagare il suo silenzio, la attirava dalle parti di via Pianezza uccidendola”.

“ Per l’uccisione di  Mattia non pagherà nessuno vero?”.

“ No, il foglio che ha letto mette al sicuro gli assassini…se esiste un Dio non lo permetterebbe…in ogni caso proverò ancora un tentativo cercando di parlare con Farinacci,  ma ne dubito, visto che la lettera porta la firma di Mussolini stesso”.

Tirdi arriva un’ora dopo che tutto è finito, dentro un sacchetto la pistola usata per gli omicidi. Lo informo sui fatti avvenuti e mentre si siede, impreca a gran voce. La prova trovata non serviva a nulla, una semplice firma aveva garantito agli assassini la libertà.

Non so se Dio a volte sente le nostre preghiere , ma dopo paio di mesi dopo il rilascio di Cotera e la Ballestrini, arriva in questura la notizia da parte della polizia di Marsiglia dicendo che i due sono stati uccisi nel loro appartamento.  Le loro indagini non approdarono a nulla, l’assassino era a piede libero,  la gendarmeria era propensa a credere che Cotera abbia fatto qualche sgarbo a qualche pezzo grosso della mala marsigliese.

Sorrido a questa notizia, mentre strappo la fotografia di Jolanda Pellisier che sale sul treno diretta a Marsiglia qualche settimana prima.

Nel posare i fiori sulla tomba di Mattia, sento arrivare alle mie spalle la vedova Carlino che esclama solo un grazie: “ So che ha capito chi ha ucciso Cotera e la Ballestrini…non so se questo mi darà la pace…non credo, i rimorsi per morte di Mattia sono troppo grandi…forse con il tempo”.

Non rispondo   e lentamente esco dalla cancellata principale del cimitero, mentre nelle case degli italiani  risuona il discorso del Duce a Trieste sulle Leggi razziali.

                                       Fine

Un grazie  a tutti voi che avete seguito l’ennesima indagine, e lasciatemi dedicare questo racconto a un amico o meglio il “ fratellone” come lo chiamavo, che ci ha lasciati l’anno scorso e che alcuni di voi conoscono: Lillo( Ultimo mohicano) è lui l’agente “ poeta” Mammoliti che prende parte alle indagini.

 
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