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« Il visitatore misterioso...Il visitatore misterioso... »

Il visitatore misterioso (4 capitolo)

Post n°2869 pubblicato il 13 Gennaio 2022 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi sta vivendo un dramma interiore, e non riguarda solo lui ma l'intero paese. Sospetta molto concretamente che il governo Badoglio chieda la resa di ostilità contro gli alleati e sapendo che sul territorio italiano c'è l'esercito tedesco teme che quest'ultimi si vendicheranno sul popolo per l'atto di tradimento. Sono sospetti ma che mettono in serie pericolo la sanità mentale del poliziotto. Nel frattempo sta conducendo un'indagine su un delitto, un uomo viene trovato ucciso. E' un ladro di appartamenti, uscito dalla galera da poco tempo. Il fratello interrogato sa solo che bazzicava una piola, il cui titolare è una vecchia conoscenza di Berardi: Franco LIverio. Perino, collega di Berardi è sempre più alterato, a lui tocca il compito di essere chiamato dall'anziana Cattaneo, la quale si lamenta che di notte in casa sua qualcuno venga a rovistare tra le sue cose, nonostante questo misterioso visitatore non porti via nulla. 

 

 

“Troppo gentile signora, come dico sempre ne farei a meno di essere famoso, poi sa anche lei che i giornalisti romanzano parecchio”.

“Suo marito è anche modesto vedo…scusatemi è arrivata una mia amica, anche se lei è più anziana di me la conosco da quando ero bambina”.

La donna è la tipica madamin torinese accurata nel vestire, ben truccata con un portamento regale, di certo non dimostra l’età che ha.

“Commissario, voglio presentarle la mia amica, la signora Dora Cattaneo”.

L’anziana signora mi squadra dietro i suoi occhiali poi a bruciapelo mi dice:

”Lo sa che i suoi uomini a fa nen bin a so travaj?”.

Rimango stupito da questa affermazione e anche un po’ offeso. Interviene la proprietaria del locale:

“La signora Cattaneo ha chiamato diverse volte la polizia, dice che subisce dei furti nel suo alloggio, ma gli agenti vanno via senza che riescono a trovare il colpevole”.

Ora capisco chi è la signora di cui Perino parlava.

“Prego signora Cattaneo si segga con noi, davanti a un bicerin si discute meglio vero Maria?”.

La donna è un fiume in piena, racconta della sua vita, dall’adolescenza passata a Cambiano per poi trasferirsi con i suoi genitori a Torino. Di suo marito morto una decina di anni fa e di come le uniche gioie le arrivino dalle nipoti.

“Ne ho ben due, figlie di mia sorella. Lei vive ad Aosta e rare volte viene a trovarmi e io non ho più voglia di prendere il treno per recarmi da lei”.

“Mi spieghi dei furti”.

Posa la tazza del bicerin e mi squadra con aria di sfida, poi aggiunge: “Non sono mica pazza sa?”.

“No signora, non lo penso e manco mi è venuto in mente. Però è strano che un ladro entri in casa sua diverse volte e se ne esca a mani vuote, così mi ha riferito il mio collega”.

“Pfui…quello lì, manco sa come si chiama. Io so che già diverse volte ho trovato degli oggetti spostati dalla loro posizione abituale”.

“Permette una domanda, ha una domestica che si occupa della casa?”.

“Anche lei come il suo collega, stessa domanda e io rispondo nella stessa maniera, si ho una domestica, ma lei non si permetterebbe mai di fare una cosa del genere…no…qualcuno entra in casa mia…e se non viene per rubare, cosa viene a fare? A vedere una vecchia che dorme?”.

La cara signora Cattaeno si stava alterando, per tranquillizzarla le dico che se dovesse succedere di nuovo sarei venuto di persona.

“La prendo in parola commissario, ora devo andare, ho appuntamento con la mia amisa Clara, arvedse”.

Maria mi guarda e scoppia a ridere:” Caro Berardi ti ha bacchettato per bene”.

Ora capisco bene Perino cosa volesse dire, certo che mi sono preso una bella gatta da pelare.

La titolare del Bicerin mi dice che la signora Cattaneo è fatta a modo suo ma è una brava donna:” Potrà avere le sue paturnie, come tutti d’altronde, ma non credo che menta su questa cosa”.

Questa frase mi fa pensare, la Cavalli la conosce molto meglio di me sicuramente e ne prendo nota mentalmente.

In ufficio trovo la relazione di Tirdi sulla vittima:” Non abbiamo nessun sospetto a parte quel misterioso uomo claudicante visto dal proprietario della piola. Ho mandato degli agenti a chiedere in zona ma nessuno lo ha mai visto”.

L’ipotesi più probabile è che l’uomo sia stato ucciso dopo aver svolto il lavoro per conto di altri, un testimone da far sparire…oppure…non ha voluto prendere parte al piano criminale e quindi, anche qui un testimone scomodo. Onestamente opto per la prima ipotesi.

Un paio di giorni dopo l’incontro al Bicerin con la signora Cattaneo, la suddetta mi chiama, sembra che abbia avuto di nuovo una visita da parte della misteriosa persona.

“Vengo con te Perino, ho promesso alla signora che ci sarei venuto pure io”.

“Non sa quanto mi fa felice commissario, quella donna è insopportabile”.

Mentre ci avviamo verso via Garibaldi, racconto di quello che mi ha detto la proprietaria del Bicerin.

“Quindi, lei crede che la signora Cattaneo non menta?”.

“Secondo la proprietaria del locale no di sicuro, e io onestamente non me la vedo come bugiarda l’anziana signora. Certo è un personaggio particolare lo ammetto, ma che arrivi a dire bugie per attirare attenzione non credo proprio”.

 

I garzoni strillano:” Il nostro esercito ferma l’avanzata degli alleati. Leggete la Stampa!”.

Immagino che sia la solita propaganda del governo fascista.

Perino mi guarda: “Tranquillo amico mio, sto bene, Maria mi ha detto della tua preoccupazione, ti ringrazio. Sicuramente mi fascio la testa prima del tempo”.

“Commissario a noi tutti spiace vederla così’, certo i tempi si prospettano difficili, ma non è detto che i nostri non riescano a fermare gli alleati”.

Non dico nulla, ma dentro di me sento che la resa è imminente, e non si potrà aspettare che l’esercito tedesco lasci il nostro paese senza ritorsioni verso chi l’ha tradito.

“Eccoci arrivati commissario, la signora abita al primo piano”.

La domestica ci viene ad aprire, è sulla trentina, si chiama Adele ed è di Trieste.

“Prego signori accomodatevi, la padrona arriva subito”.

L’alloggio è molto grande, vi sono diverse stanze, il corridoio lungo da ambo i lati è pieno di quadri. Una porta è aperta, all’interno vedo una libreria che copre la lunghezza del muro.

La signora ci aspetta nella sala.

“Buongiorno commissario…buongiorno anche al suo collega”.

“Buongiorno signora Cattaneo, come promesso sono venuto anche io. Mi spieghi cosa è successo questa volta!”.

“La solita storia, qualcuno è venuto in casa mia. So già la domanda che mi farà: hanno rubato qualcosa? La risposta che le darò è no!”.

Perino la guarda ma non dice nulla, ma dalla sua espressione fa capire che la considera un tantino matta.

“Ne è sicura? Ha già guardato se non manca nulla?”.

“Si! Assieme ad Adele”.

“Allora come fa ad essere così sicura che qualcuno si è introdotto in casa sua?”.

“Pfuiii…anche lei è come il suo collega, non mi crede! Venite con me vi darò la dimostrazione che non sono né matta e tanto meno che mento!”.

Ci alziamo e andiamo verso la stanza attigua adibita a studio, presumo sia stata quella del marito.

(Continua) 

 

 
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