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Post n°654 pubblicato il 25 Ottobre 2011 da paperino61to
“ Di militarizzazione abbiamo cominciato a parlare molto presto, e il tema ci ha accompagnate per tutto il tempo. Per militarizzazione non intendiamo solo la presenza di militari, armi, basi – che certo non dimentichiamo, dagli F-35 a Vicenza, a Napoli -; pensiamo anche alla militarizzazione dei territori e delle menti, l'occupazione degli spazi – fisici e no -, la repressione delle libertà, la sparizione delle priorità sociali". Preso a prestito da un blog, oggi per gli amici/che non sanno o meglio non Vogliono capire cosa significhi questo termine, purtroppo reale, visto la situazione nella Valle di Susa, per chi ABITA e non per chi l’attraversa guardando con gridolini di stupore se le abitazioni in montagna non sono vicine ( per la suddetta signora ciò significa il non dialogo abitare uno attaccato all’altro ), oppure a chi ABITA a migliaia di chilometri dalla suddetta zona. Vi racconto di come mi sono sentito Io quando vicino a me, si costruivano i cantieri per le Olimpiadi tenutesi a Torino nel 2006. Abito e qualcuno di voi lo sa, vicino allo Stadio Olimpico (ex comunale) dove Juventus (in quegli anni) e Torino giocano le loro partite, dove in estate si tengono concerti. Questo stadio era stato proposto come posto per l’Inaugurazione. Ovviamente andavano fatto i lavori adatti per l’evento. Paura degli attentati possibili (non quelli da parte degli operai Fiat né tantomeno quelli della No TAV e manco dei centri sociali) l’intera zona di Santa Rita VENIVA MILITARIZZATA! Pattuglie giorno e notte sostavano non solo davanti allo stadio, ma giravano per le vie adiacenti, infatti, tutti i mendicanti, zingari e borsaioli quando vi era, il mercato erano spariti ( unica nota positiva). Non erano solo carabinieri e polizia a girare, vi erano pattuglie della GF e dei Militari. A ogni angolo erano almeno 4/5 volanti e mezzi blindati. Sulle nostre “ teste “ sorvolavano tutto il giorno, 24 ore su 24 gli elicotteri. Non è piacevole questa sensazione, anzi, dà parecchia ansia, sembrava di essere in una zona di guerra. Non potevi uscire da casa che avevi mille occhi addosso e non solo, come, sapete, lavora a Mirafiori e facendo i turni, una settimana parto alle cinque da casa e l’altra alle tredici. Ebbene non passava giorno che al mattino avevo una bella pattuglia militare o carabinieri ( era indifferente ) che mi seguisse per un bel tratto. D’accordo che sembravo l’omino Michelin imbacuccato com’ero, va bene che avevo lo zaino, ma insomma, era esagerato anche perché uno sano di mente non esce da casa alle cinque di mattino in pieno inverno se non per andare a lavorare. Alla terza o quarta settimana non ricordo bene di questo turno mi sono scocciato. Ho fermato una di queste pattuglie e le ho domandato : “ Visto che ormai sono una figura nota a voi a quest’ora e dato che mi seguite per un bel tratto , vi spiace accompagnarvi al lavoro ? Non è lontano è alla Fiat “. Ovviamente il passaggio non me l'hanno dato ( NDR). Le auto erano fermate, non tutte per la verità, ma ogni giorno a qualsiasi ora, una decina erano sottoposte a controllo.
Altro sito dove le pattuglie giravano a iosa era al Pala ghiaccio, che si trova innanzi a Mirafiori. Qui si allenavano gli atleti, e dopo ogni allenamento andavano a farsi la doccia negli spogliatoi della Fiat (infatti, se fate un giro per lo stabilimento, l’unica parvenza di modernità è nel corridoio, dove si trovano gli annessi spogliatoi con armadi nuovi e docce, per il resto degli spogliatoi meglio stendere un velo pietoso). Potete voi immaginare chi passava davanti all’impianto com’era scrutato, anche con i famosi occhialini a raggi X che andavano di moda negli anni 60’/70’. Fermata del bus spostata a centinaia di metri dal solito punto, auto con divieto di posteggio , il tutto per paura di attentati. Mesi e mesi in queste condizioni, quindi parlare di certe cose senza Tentare minimamente di capire cosa vuol dire viverci quotidianamente è da stolti e ignoranti ( nel senso ignorare ). Chiunque arriva a un punto e noi sia operai di Mirafiori, sia come abitanti di zona, non né Potevamo più di questa situazione. Figuriamoci quindi quelli che abitano nella Valle di Susa, a loro TUTTA la mia Solidarietà.
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