Creato da: paperino61to il 15/11/2008
commenti a caldo ...anche a freddo..

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

Citazioni nei Blog Amici: 88
 

Ultime visite al Blog

rbx1dglg1b9paperino61toelyravDoNnA.Snomadi50cassetta2racatossrickydem91_2prefazione09H.xymisteropaganoDott.FiccagliaQuartoProvvisorio
 

Ultimi commenti

Sinceramete mi è piaciuto; sei stato molto bravo a fare tua...
Inviato da: g1b9
il 17/10/2024 alle 11:43
 
Anche tu curiosona vedo? :-) ciaooo Donatella
Inviato da: paperino61to
il 17/10/2024 alle 08:40
 
Ciao Angelo nessuna ricerca, memore di letture precedenti...
Inviato da: paperino61to
il 17/10/2024 alle 08:39
 
Ciao Giovanna come sarebbe pare? :-)
Inviato da: paperino61to
il 17/10/2024 alle 08:38
 
Chi lo sa? :-) ciaoooo
Inviato da: paperino61to
il 17/10/2024 alle 08:38
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
« Serata con un nuovo amico :-)Titolo appropriato »

la Signora Coerenza

Post n°1340 pubblicato il 28 Aprile 2013 da paperino61to

          

 

 " Buongiorno signora , posso farle qualche domanda ? ".

" Certamente giovanotto , domandi pure " risponde la vecchietta.

" Lei si chiama ? ".

" Coerenza, signora Coerenza ".

" Bene , signora Coerenza dove sta andando di bello con tutte questo suo bagaglio  ? .

" Guardi me ne vado via, sono stufa di queste persone, ero convintissima che dentro di loro portassero qualcosa di me e invece nulla ". La signora ha la voce commossa e alcune lacrime stanno spuntando.

" A chi si riferisce signora ? ".

" Ai Politici, al Nuovo governo , senta ora le faccio leggere alcune dichiarazioni di questi Volta Gabbana, guardi qui, si sieda giovanotto mica mordo sa ? ".

 

" NON SONO PRATICABILI Nè CREDIBILI IN NESSUNA FORMA ACCORDI TRA NOI E LA DESTRA BERLUSCONIANA ( Bersani 6 marzo 2013 )

NON SI PUO' PROPORRE UNA GRANDE COALIZZIONE. NON CI SONO LE CONDIZIONI PER AVERE IN UNO STESSO GOVERNO BERSANI, LETTA , BERLUSCONI e ALFANO ( Franceschini , acerrimo nemico di Silvio 23 aprile 2013 ).

NON E' POSSIBILE CHE , NEPPURE IN EMERGENZA , LE MAGGIORI FORZE POLITICHE DEL CENTRO SINISTRA E CENTRO DESTRA FORMINO UN GOVERNO INSIEME ( D'Alema 8 marzo 2013 ).

ABBIAMO SEMPRE ESCLUSO LE LARGHE INTESE E LE IPOTESI DI GOVERNISSIMO ( Bindi 23 apirle 2013 ).

NON C'E' NESSUNO INCIUCIO, SE QUESTA ELEZIONE FOSSE IL PRELUDIO PER UN GOVERNISSIMO IO NON CI STO E NON CI STAREBBE NEANCHE IL PD ( Damiano 18 aprile ).

SERVE UN GOVERNO DI CAMBIAMENTO ED E' IMPOSSIBILE FARLO CON CHI HA SEMPRE DIMOSTRATO DI AVERE IDEE OPPOSTE ALLE NOSTRE ( Raciti 14 aprile 2013 ).

IL PD E' UNITO SU UNA PROPOSTA CHIARA , NOI DICIAMO NO A IPOTESI DI GOVERNISSIMI CON LA DESTRA ( Finocchiaro 2013 ).

LO DICO CON ANTICIPO , IO UN ALLEANZA CON BERLUSCONI NON LA VOTO ( Fiano 28 febbraio 2013 ).

UN GOVERNO CON ILPDL E' INIMMAGINABILE ( Orfini 27 marzo 2013 ).

" ora le faccio leggere cosa diceva un certo Enrico Letta, legga , legga e poi mi dirà ":

PENSARE CHE DOPO 20 ANNI DI GUERRA CIVILE NASCA UN GOVERNO BERSANI BERLSUCONI NON HA SENSO !!! FARE COME IN GERMANI QUI DA NOI E ' IMPENSABILE. I CONTRASTI ASPRI TRA LE FORZE POLITICHE RENDONO NON IDONEO UN GOVERNISSIMO  ( Enrico Letta 29 marzo 2013 ).

" La capisco benissimo signora Coerenza, senta se le va bene posso accompagnarla , verrei volentieri con lei ".

La vecchietta sorrise mentre mi prese la mano e disse : " Andiamo giovanotto,qualcuno che avrà bisogno di me e del mio nome lo troveremo ".

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/scontro/trackback.php?msg=12065221

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
pigilli
pigilli il 28/04/13 alle 14:01 via WEB
il dialogo meritava una storia di fiction... ciao
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 28/04/13 alle 17:34 via WEB
ciaoooo concordo con te ma ammetto che non avevo voglia di fare una fiction , ci pensano già loro :-)
(Rispondi)
 
lev98
lev98 il 28/04/13 alle 14:04 via WEB
è ridicolo! ci hanno detto di non votare Ingroia per sconfiggere la destra e adesso la vicepresidenza e gli interni sono in mano loro!
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 28/04/13 alle 17:35 via WEB
ciao appunto io ammetto mi dispiace x tutti quelli che hanno votato pd, xchè immaginavo dove andavano poi a parare..che squallore
(Rispondi)
 
aeoncobra
aeoncobra il 28/04/13 alle 14:17 via WEB
Ciao Marco, tante anziane signore sono costrette a rivolgersi altrove: Sig,ra Coerenza che citi, sig.ra Giustizia, ignorata,Sig.ra Responsabilità usata e abusata, Sig.ra Trasparenza, mai vista neanche col vetril ed infine la più offesa: Sig.ra ONESTA'che è come l'araba fenice: che si sia ciascuno dice, dove sia nessun lo sà . Eppure è un boccone amaro che dobbiamo ingoiare se vogliamo uscirne; spero in veloci riforme, elett x prima, poi voto e come sarà, sarà. Speruma ben. Clotilde
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 28/04/13 alle 17:38 via WEB
ciao Clotilde speriamo ma dubito, seriamente dubito..nessun di loro parla di riformare la porcata Fornero, che è un fallimento totale. nessuno di Loro sull'onestà ha detto : via i condannati o indagati ..macchè..comunque speriamo anche se penso che durerà poco..smackkkk
(Rispondi)
 
paoloroiter
paoloroiter il 28/04/13 alle 15:30 via WEB
Discorso del 22 aprile 2013, a Camere Riunite del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano. 23 Aprile 2013. Messaggio e giuramento davanti alle Camere del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano Aula della Camera dei Deputati, 22/04/2013. Signora Presidente, onorevoli deputati, onorevoli senatori, signori delegati delle Regioni, lasciatemi innanzitutto esprimere - insieme con un omaggio che in me viene da molto lontano alle istituzioni che voi rappresentate - la gratitudine che vi debbo per avermi con così largo suffragio eletto Presidente della Repubblica. E’ un segno di rinnovata fiducia che raccolgo comprendendone il senso, anche se sottopone a seria prova le mie forze : e apprezzo in modo particolare che mi sia venuto da tante e tanti nuovi eletti in Parlamento, che appartengono a una generazione così distante, e non solo anagraficamente, dalla mia. So che in tutto ciò si è riflesso qualcosa che mi tocca ancora più profondamente : e cioè la fiducia e l’affetto che ho visto in questi anni crescere verso di me e verso l’istituzione che rappresentavo tra grandi masse di cittadini, di italiani - uomini e donne di ogni età e di ogni regione - a cominciare da quanti ho incontrato nelle strade, nelle piazze, nei più diversi ambiti sociali e culturali, per rivivere insieme il farsi della nostra unità nazionale. Come voi tutti sapete, non prevedevo di tornare in quest’aula per pronunciare un nuovo giuramento e messaggio da Presidente della Repubblica. Avevo già nello scorso dicembre pubblicamente dichiarato di condividere l’autorevole convinzione che la non rielezione, al termine del settennato, è “l’alternativa che meglio si conforma al nostro modello costituzionale di Presidente della Repubblica”. Avevo egualmente messo l’accento sull’esigenza di dare un segno di normalità e continuità istituzionale con una naturale successione nell'incarico di Capo dello Stato. A queste ragioni e a quelle più strettamente personali, legate all’ovvio dato dell'età, se ne sono infine sovrapposte altre, rappresentatemi - dopo l’esito nullo di cinque votazioni in quest’aula di Montecitorio, in un clima sempre più teso - dagli esponenti di un ampio arco di forze parlamentari e dalla quasi totalità dei Presidenti delle Regioni. Ed è vero che questi mi sono apparsi particolarmente sensibili alle incognite che possono percepirsi al livello delle istituzioni locali, maggiormente vicine ai cittadini, benché ora alle prese con pesanti ombre di corruzione e di lassismo. Istituzioni che ascolto e rispetto, Signori delegati delle Regioni, in quanto portatrici di una visione non accentratrice dello Stato, già presente nel Risorgimento e da perseguire finalmente con serietà e coerenza. E’ emerso da tali incontri, nella mattinata di sabato, un drammatico allarme per il rischio ormai incombente di un avvitarsi del Parlamento in seduta comune nell’inconcludenza, nella impotenza ad adempiere al supremo compito costituzionale dell’elezione del Capo dello Stato. Di qui l’appello che ho ritenuto di non poter declinare - per quanto potesse costarmi l'accoglierlo - mosso da un senso antico e radicato di identificazione con le sorti del paese. La rielezione, per un secondo mandato, del Presidente uscente, non si era mai verificata nella storia della Repubblica, pur non essendo esclusa dal dettato costituzionale, che in questo senso aveva lasciato - come si è significativamente notato – “ schiusa una finestra per tempi eccezionali”. Ci siamo dunque ritrovati insieme in una scelta pienamente legittima, ma eccezionale. Perché senza precedenti è apparso il rischio che ho appena richiamato : senza precedenti e tanto più grave nella condizione di acuta difficoltà e perfino di emergenza che l’Italia sta vivendo in un contesto europeo e internazionale assai critico e per noi sempre più stringente. Bisognava dunque offrire, al paese e al mondo, una testimonianza di consapevolezza e di coesione nazionale, di vitalità istituzionale, di volontà di dare risposte ai nostri problemi : passando di qui una ritrovata fiducia in noi stessi e una rinnovata apertura di fiducia internazionale verso l’Italia. E’ a questa prova che non mi sono sottratto. Ma sapendo che quanto è accaduto qui nei giorni scorsi ha rappresentato il punto di arrivo di una lunga serie di omissioni e di guasti, di chiusure e di irresponsabilità. Ne propongo una rapida sintesi, una sommaria rassegna. Negli ultimi anni, a esigenze fondate e domande pressanti di riforma delle istituzioni e di rinnovamento della politica e dei partiti - che si sono intrecciate con un’acuta crisi finanziaria, con una pesante recessione, con un crescente malessere sociale - non si sono date soluzioni soddisfacenti : hanno finito per prevalere contrapposizioni, lentezze, esitazioni circa le scelte da compiere, calcoli di convenienza, tatticismi e strumentalismi. Ecco che cosa ha condannato alla sterilità o ad esiti minimalistici i confronti tra le forze politiche e i dibattiti in Parlamento. Quel tanto di correttivo e innovativo che si riusciva a fare nel senso della riduzione dei costi della politica, della trasparenza e della moralità nella vita pubblica è stato dunque facilmente ignorato o svalutato : e l’insoddisfazione e la protesta verso la politica, i partiti, il Parlamento, sono state con facilità (ma anche con molta leggerezza) alimentate e ingigantite da campagne di opinione demolitorie, da rappresentazioni unilaterali e indiscriminate in senso distruttivo del mondo dei politici, delle organizzazioni e delle istituzioni in cui essi si muovono. Attenzione : il vostro applauso a quest’ultimo richiamo che ho sentito di dover esprimere non induca ad alcuna autoindulgenza, non dico solo i corresponsabili del diffondersi della corruzione nelle diverse sfere della politica e dell’amministrazione, ma nemmeno i responsabili di tanti nulla di fatto nel campo delle riforme. Imperdonabile resta la mancata riforma della legge elettorale del 2005. Ancora pochi giorni fa, il Presidente Gallo ha dovuto ricordare come sia rimasta ignorata la raccomandazione della Corte Costituzionale a rivedere in particolare la norma relativa all'attribuzione di un premio di maggioranza senza che sia raggiunta una soglia minima di voti o di seggi. La mancata revisione di quella legge ha prodotto una gara accanita per la conquista, sul filo del rasoio, di quell’abnorme premio, il cui vincitore ha finito per non riuscire a governare una simile sovra-rappresentanza in Parlamento. Ed è un fatto, non certo imprevedibile, che quella legge ha provocato un risultato elettorale di difficile governabilità, e suscitato nuovamente frustrazione tra i cittadini per non aver potuto scegliere gli eletti. Non meno imperdonabile resta il nulla di fatto in materia di sia pur limitate e mirate riforme della seconda parte della Costituzione, faticosamente concordate e poi affossate, e peraltro mai giunte a infrangere il tabù del bicameralismo paritario. Molto si potrebbe aggiungere, ma mi fermo qui, perché su quei temi specifici ho speso tutti i possibili sforzi di persuasione, vanificati dalla sordità di forze politiche che pure mi hanno ora chiamato ad assumere un ulteriore carico di responsabilità per far uscire le istituzioni da uno stallo fatale. Ma ho il dovere di essere franco : se mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato, non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al paese. Non si può più, in nessun campo, sottrarsi al dovere della proposta, alla ricerca della soluzione praticabile, alla decisione netta e tempestiva per le riforme di cui hanno bisogno improrogabile per sopravvivere e progredire la democrazia e la società italiana. Parlando a Rimini a una grande assemblea di giovani nell'agosto 2011, volli rendere esplicito il filo ispiratore delle celebrazioni del 150° della nascita del nostro Stato unitario. L’ impegno a trasmettere piena coscienza di “quel che l'Italia e gli italiani hanno mostrato di essere in periodi cruciali del loro passato”, e delle “grandi riserve di risorse umane e morali, d’intelligenza e di lavoro di cui disponiamo”. E aggiunsi di aver voluto così suscitare orgoglio e fiducia “perché le sfide e le prove che abbiamo davanti sono più che mai ardue, profonde e di esito incerto. Questo ci dice la crisi che stiamo attraversando. Crisi mondiale, crisi europea, e dentro questo quadro l’Italia, con i suoi punti di forza e con le sue debolezze, con il suo bagaglio di problemi antichi e recenti, di ordine istituzionale e politico, di ordine strutturale, sociale e civile.” Ecco, posso ripetere quelle parole di un anno e mezzo fa, sia per sollecitare tutti a parlare il linguaggio della verità - fuori di ogni banale distinzione e disputa tra pessimisti e ottimisti - sia per introdurre il discorso su un insieme di obbiettivi in materia di riforme istituzionali e di proposte per l'avvio di un nuovo sviluppo economico, più equo e sostenibile. E’ un discorso che - anche per ovvie ragioni di misura di questo mio messaggio - posso solo rinviare ai documenti dei due gruppi di lavoro da me istituiti il 30 marzo scorso. Documenti di cui non si può negare - se non per gusto di polemica intellettuale - la serietà e concretezza. Anche perché essi hanno alle spalle elaborazioni sistematiche non solo delle istituzioni in cui operano i componenti dei due gruppi, ma anche di altre istituzioni e associazioni qualificate. Se poi si ritiene che molte delle indicazioni contenute in quei testi fossero già acquisite, vuol dire che è tempo di passare, in sede politica, ai fatti; se si nota che, specie in materia istituzionale, sono state lasciate aperte diverse opzioni su varii temi, vuol dire che è tempo di fare delle scelte conclusive. E si può, naturalmente, andare anche oltre, se si vuole, con il contributo di tutti. Vorrei solo formulare, a commento, due osservazioni. La prima riguarda la necessità che al perseguimento di obbiettivi essenziali di riforma dei canali di partecipazione democratica e dei partiti politici, e di riforma delle istituzioni rappresentative, dei rapporti tra Parlamento e governo, tra Stato e Regioni, si associ una forte attenzione per il rafforzamento e rinnovamento degli organi e dei poteri dello Stato. A questi sono stato molto vicino negli ultimi sette anni, e non occorre perciò che rinnovi oggi un formale omaggio, si tratti di forze armate o di forze dell'ordine, della magistratura o di quella Corte che è suprema garanzia di costituzionalità delle leggi. Occorre grande attenzione di fronte a esigenze di tutela della libertà e della sicurezza da nuove articolazioni criminali e da nuove pulsioni eversive, e anche di fronte a fenomeni di tensione e disordine nei rapporti tra diversi poteri dello Stato e diverse istituzioni costituzionalmente rilevanti. Né si trascuri di reagire a disinformazioni e polemiche che colpiscono lo strumento militare, giustamente avviato a una seria riforma, ma sempre posto, nello spirito della Costituzione, a presidio della partecipazione italiana - anche col generoso sacrificio di non pochi nostri ragazzi - alle missioni di stabilizzazione e di pace della comunità internazionale. La seconda osservazione riguarda il valore delle proposte ampiamente sviluppate nel documento da me già citato, per “affrontare la recessione e cogliere le opportunità” che ci si presentano, per “influire sulle prossime opzioni dell'Unione Europea”, “per creare e sostenere il lavoro”, “per potenziare l’istruzione e il capitale umano, per favorire la ricerca, l’innovazione e la crescita delle imprese”. Nel sottolineare questi ultimi punti, osservo che su di essi mi sono fortemente impegnato in ogni sede istituzionale e occasione di confronto, e continuerò a farlo. Essi sono nodi essenziali al fine di qualificare il nostro rinnovato e irrinunciabile impegno a far progredire l'Europa unita, contribuendo a definirne e rispettarne i vincoli di sostenibilità finanziaria e stabilità monetaria, e insieme a rilanciarne il dinamismo e lo spirito di solidarietà, e a coglierne al meglio gli insostituibili stimoli e benefici. E sono anche i nodi - innanzitutto, di fronte a un angoscioso crescere della disoccupazione, quelli della creazione di lavoro e della qualità delle occasioni di lavoro - attorno a cui ruota la grande questione sociale che ormai si impone all’ordine del giorno in Italia e in Europa. E’ la questione della prospettiva di futuro per un'intera generazione, è la questione di un’effettiva e piena valorizzazione delle risorse e delle energie femminili. Non possiamo restare indifferenti dinanzi a costruttori di impresa e lavoratori che giungono a gesti disperati, a giovani che si perdono, a donne che vivono come inaccettabile la loro emarginazione o subalternità. Volere il cambiamento, ciascuno interpretando a suo modo i consensi espressi dagli elettori, dice poco e non porta lontano se non ci si misura su problemi come quelli che ho citato e che sono stati di recente puntualizzati in modo obbiettivo, in modo non partigiano. Misurarsi su quei problemi perché diventino programma di azione del governo che deve nascere e oggetti di deliberazione del Parlamento che sta avviando la sua attività. E perché diventino fulcro di nuovi comportamenti collettivi, da parte di forze - in primo luogo nel mondo del lavoro e dell’impresa - che “appaiono bloccate, impaurite, arroccate in difesa e a disagio di fronte all'innovazione che è invece il motore dello sviluppo”. Occorre un’apertura nuova, un nuovo slancio nella società ; occorre un colpo di reni, nel Mezzogiorno stesso, per sollevare il Mezzogiorno da una spirale di arretramento e impoverimento. Il Parlamento ha di recente deliberato addirittura all’unanimità il suo contributo su provvedimenti urgenti che al governo Monti ancora in carica toccava adottare, e che esso ha adottato, nel solco di uno sforzo di politica economico-finanziaria ed europea che meriterà certamente un giudizio più equanime, quanto più si allontanerà il clima dello scontro elettorale e si trarrà il bilancio del ruolo acquisito nel corso del 2012 in seno all’Unione europea. Apprezzo la decisione con cui il movimento largamente premiato dal corpo elettorale come nuovo attore politico-parlamentare ha mostrato di volersi impegnare alla Camera e al Senato, guadagnandovi il peso e l’influenza che gli spetta : quella è la strada di una feconda, anche se aspra, dialettica democratica e non quella, avventurosa e deviante, della contrapposizione tra piazza e Parlamento. Non può, d’altronde, reggere e dare frutti neppure una contrapposizione tra Rete e forme di organizzazione politica quali storicamente sono da ben più di un secolo e ovunque i partiti. La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all’aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c’è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all’imperativo costituzionale del “metodo democratico”. Le forze rappresentate in Parlamento, senza alcuna eccezione, debbono comunque dare ora - nella fase cruciale che l’Italia e l’Europa attraversano - il loro apporto alle decisioni da prendere per il rinnovamento del paese. Senza temere di convergere su delle soluzioni, dal momento che di recente nelle due Camere non si è temuto di votare all’unanimità. Sentendo voi tutti – Onorevoli deputati e senatori - di far parte dell’istituzione parlamentare non come esponenti di una fazione ma come depositari della volontà popolare. C’è da lavorare concretamente, con pazienza e spirito costruttivo, spendendo e acquisendo competenze, innanzitutto nelle Commissioni di Camera e Senato. Permettete che ve lo dica uno che entrò qui da deputato all'età di 28 anni e portò giorno per giorno la sua pietra allo sviluppo della vita politica democratica. Lavorare in Parlamento sui problemi scottanti del paese non è possibile se non nel confronto con un governo come interlocutore essenziale sia della maggioranza sia dell'opposizione. A 56 giorni dalle elezioni del 24-25 febbraio - dopo che ci si è dovuti dedicare all'elezione del Capo dello Stato - si deve senza indugio procedere alla formazione dell’Esecutivo. Non corriamo dietro alle formule o alle definizioni di cui si chiacchiera. Al Presidente non tocca dare mandati, per la formazione del governo, che siano vincolati a qualsiasi prescrizione se non quella voluta dall’art. 94 della Costituzione : un governo che abbia la fiducia delle due Camere. Ad esso spetta darsi un programma, secondo le priorità e la prospettiva temporale che riterrà opportune. E la condizione è dunque una sola : fare i conti con la realtà delle forze in campo nel Parlamento da poco eletto, sapendo quali prove aspettino il governo e quali siano le esigenze e l'interesse generale del paese. Sulla base dei risultati elettorali - di cui non si può non prendere atto, piacciano oppur no - non c’è partito o coalizione (omogenea o presunta tale) che abbia chiesto voti per governare e ne abbia avuti a sufficienza per poterlo fare con le sole sue forze. Qualunque prospettiva si sia presentata agli elettori, o qualunque patto - se si preferisce questa espressione - si sia stretto con i propri elettori, non si possono non fare i conti con i risultati complessivi delle elezioni. Essi indicano tassativamente la necessità di intese tra forze diverse per far nascere e per far vivere un governo oggi in Italia, non trascurando, su un altro piano, la esigenza di intese più ampie, e cioè anche tra maggioranza e opposizione, per dare soluzioni condivise a problemi di comune responsabilità istituzionale. D’altronde, non c’è oggi in Europa nessun paese di consolidata tradizione democratica governato da un solo partito - nemmeno più il Regno Unito - operando dovunque governi formati o almeno sostenuti da più partiti, tra loro affini o abitualmente distanti e perfino aspramente concorrenti. Il fatto che in Italia si sia diffusa una sorta di orrore per ogni ipotesi di intese, alleanze, mediazioni, convergenze tra forze politiche diverse, è segno di una regressione, di un diffondersi dell'idea che si possa fare politica senza conoscere o riconoscere le complesse problematiche del governare la cosa pubblica e le implicazioni che ne discendono in termini, appunto, di mediazioni, intese, alleanze politiche. O forse tutto questo è più concretamente il riflesso di un paio di decenni di contrapposizione - fino allo smarrimento dell’idea stessa di convivenza civile - come non mai faziosa e aggressiva, di totale incomunicabilità tra schieramenti politici concorrenti. Lo dicevo già sette anni fa in quest’aula, nella medesima occasione di oggi, auspicando che fosse finalmente vicino “il tempo della maturità per la democrazia dell'alternanza”. Che significa anche il tempo della maturità per la ricerca di soluzioni di governo condivise quando se ne imponga la necessità. Altrimenti, si dovrebbe prendere atto dell'ingovernabilità, almeno nella legislatura appena iniziata. Ma non è per prendere atto di questo che ho accolto l'invito a prestare di nuovo giuramento come Presidente della Repubblica. L’ho accolto anche perché l'Italia si desse nei prossimi giorni il governo di cui ha bisogno. E farò a tal fine ciò che mi compete : non andando oltre i limiti del mio ruolo costituzionale, fungendo tutt'al più, per usare un'espressione di scuola, “da fattore di coagulazione”. Ma tutte le forze politiche si prendano con realismo le loro responsabilità : era questa la posta implicita dell’appello rivoltomi due giorni or sono. Mi accingo al mio secondo mandato, senza illusioni e tanto meno pretese di amplificazione “salvifica” delle mie funzioni ; eserciterò piuttosto con accresciuto senso del limite, oltre che con immutata imparzialità, quelle che la Costituzione mi attribuisce. E lo farò fino a quando la situazione del paese e delle istituzioni me lo suggerirà e comunque le forze me lo consentiranno. Inizia oggi per me questo non previsto ulteriore impegno pubblico in una fase di vita già molto avanzata ; inizia per voi un lungo cammino da percorrere, con passione, con rigore, con umiltà. Non vi mancherà il mio incitamento e il mio augurio. Viva il Parlamento! Viva la Repubblica! Viva l’Italia!
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 28/04/13 alle 17:39 via WEB
ciao Paolo la cosa tragica se non comica che lo applaudivano pure ? ci fanno o ci sono secondo te ? io non riesco a capirlo..se tu dai dello str..a un altro non credo che questo ti applauda no ? vergognosi davvero
(Rispondi)
 
ladyamira1
ladyamira1 il 28/04/13 alle 16:11 via WEB (Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 28/04/13 alle 17:39 via WEB
ciaooo Alina buona serata smackkkkk
(Rispondi)
 
amici.futuroieri
amici.futuroieri il 28/04/13 alle 16:18 via WEB
se non sapessi dal 1993 che pd e pdl sono complementari direi che è nato il club dei mostri! E' dal 1993 che accade questo (tra recite e farse).... poi nel pd trovi pure la Puppato che deve pensarci su ..... per votare o meno la fiducia.
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 28/04/13 alle 17:41 via WEB
ciaoo infatti mi son sbellicato dalle risate..ci deve pensare su..mah...pazzesco , la prossima votazione i loro elettori sanno come comportarsi..almeno spero
(Rispondi)
 
aldo.giornoa64
aldo.giornoa64 il 28/04/13 alle 22:48 via WEB
CIAO MARCO, ARRIVATO SOLO ORA, UNA SERENA NOTTE ED UN BUON INIZIO SETTIMANA, UN ABBRACCIO, FRATERNO ALDO. MARCO, NON SCRIVERMI MESSAGGI, PERCHE' NON POSSO RISPONDERTI, CAUSA P.C ROTTO. MI LASCIA COMMENTARE I POST. DELLA MESSAGGERIA E BASTA.
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 29/04/13 alle 10:34 via WEB
ciao Aldo buona giornata anche a te spero che non piova dove abiti qui è un disastro...un abbraccio grande
(Rispondi)
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 28/04/13 alle 23:00 via WEB
...il fatto è che ...la coerenza è l'ultima delle sorelle che sono andate via ...perchè cestinate; un saluto, M@.
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 29/04/13 alle 10:36 via WEB
ciao purtroppo bisogna concordare con te che schifo di persone
(Rispondi)
 
lucenzo2010
lucenzo2010 il 29/04/13 alle 08:47 via WEB
ciao papero. Sei stato davvero fortunato ad incontrare la "signora coerenza", perché io pensavo che era partita ormai da parecchio tempo! Buon inizio settimana e buon buonumore - Colibrì
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 29/04/13 alle 10:37 via WEB
ciao fortunato xchè come dice il detto papero bagnato papero fortunato e dato che sabato pom. mi son preso una bella lavata ecco xchè ho incontrato la suddetta signora :-=)
(Rispondi)
 
ovaieinfrantumi
ovaieinfrantumi il 29/04/13 alle 10:25 via WEB
porca... porco ... ecc... non scrivo nulla ma sono avvilita.
(Rispondi)
 
 
paperino61to
paperino61to il 29/04/13 alle 10:38 via WEB
non sei l'unica credimi smack
(Rispondi)
 
ROBERTOEGIORGIA
ROBERTOEGIORGIA il 30/04/13 alle 06:28 via WEB
Se tu ne parli e lo facciamo anche noi tutti , significa che la signora Coerenza è ancora in vita , ben nascosta ma c'è ancora . Che questo sia di speranza . Lo spero . E salutatemi anche le altre signore , Giustizia , Liberta' , Dignita' . Ciao a tutti , ho letto commenti molto belli . Indipendentemente da come la si pensi , volevo precisarlo .
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963