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Post n°3244 pubblicato il 01 Novembre 2024 da paperino61to
Riassunto: Daba Mullay viene arrestata con l'accusa di omicidio. La vittima è il marito di una sua amica e viene trovato nel letto della donna. In suo aiuto chiama Dumball, amico di vecchia data, e le dice che non ricorda nulla di cosa sia successo dopo la cena con degli amici. L'uomo crede alla sua innocenza e si rivolge ad una sua conoscenza, l'avvocato Riley. I due iniziano le loro indagini e vengono a scoprire che la Mullay aveva avuto una relazione per breve tempo con un certo Chet Parker. Un uomo violento che aveva avuto una condanna per maltrattamenti. Parlando con le amiche di Dana scoprono che sia la Goldnair e la Ousborune erano infatuate di Parker nel periodo che aveva la relazione con la Mullay,. Vengono anche a sapere che Parker è stato visto nel paese vicino a dove abita la Mullay, la cosa viene riferita al sergente di polizia, il quale dirama un ordine di cercarlo, ma inutilmente, l'uomo sembra scomparso. Dumballe Riley decidono di andare in quel paese e portano con loro la foto dell'uomo. La cassiera del cinema lo riconosce e dice anche che quella sera era accompagnato da una donna e si fanno dare la descrizione.
Nel tornare a Crocked House i due amici non proferirono parola, ma ambedue stavano pensando alla descrizione della donna fatta dalla cassiera del cinema. I due uomini erano giunti alla stessa conclusione, entrambi avevano capito chi era questa donna. “Ora che facciamo, andiamo dal sergente?” domandò Riley al consigliere, la risposta fu affermativa. Sapevano però che non sarebbe bastato per incriminare la donna dei delitti, mancavano prove certe. “Ammesso che sia lei l’assassina, secondo voi perché avrebbe ucciso Parker?”, La risposta dell’avvocato fu che la vittima avrebbe potuto ricattare la donna nel tempo, per evitare questa conseguenza l’unica maniera era ucciderlo. “Mettiamo che sia così, ma rimane il mistero della morte di Brisbane...perchè coinvolgere la signoria Mullay? Non ha nessun senso, entrambe hanno detto che sono amiche da tempo”. Non vi fu risposta da parte di nessuno, solo la mente era a conoscenza del perché ha ucciso Brisbane. Dumball domandò cosa potevano fare per incastrarla e farla confessare, ma anche in questo caso non vi furono risposte attendibili. Prima di uscire l’avvocato disse:”Forse ci sono, e se le facessimo credere che in casa di Dana sia stata trovato qualcosa che l’assassino ha perso e che la polizia sta indagando per sapere a chi appartenga questo oggetto...oppure che una misteriosa persona la ricatti!”. “Potremmo farle credere che abbia perso un orecchino, però c’è un problema...dovremmo entrare in casa di lei e prenderne uno, la cosa sembrerebbe più credibile”. “Signori...non potete chiedermi di infrangere la legge, avvocato mi stupisco di lei...in ogni caso faccio finta di non aver sentito nulla, aspettatemi un attimo”. Il sergente tornò con una chiave in mano, era un passpartout. “Sia chiaro che io non vi ho dato nulla e soprattutto consegnatemelo dopo la vostra visita alla casa”. “Sergente, lei è gran brav’uomo” esclamò Dumball. Al mattino seguente i due amici aspettarono che la donna di cui sospettavano uscisse da casa, si avvicinarono di soppiatto e facendo attenzione a non farsi vedere, con la chiave data dal poliziotto entrarono in casa. Si recarono nella stanza da letto ed aprirono il portagioie, presero un orecchino a forma di goccia color corallo. Uscirono senza essere aveva visti. “Ora facciamogli recapitare una lettera dove la ricattiamo, ma prima facciamo la foto all’orecchino e la mettiamo assieme alla lettera”. “Sicuro Peter che hai sempre fatto l’avvocato?”, “Sono molte le cose che non sai di me caro amico mio, magari un giorno te le racconterò davanti a una cena...pagata da te ovviamente!”. I due uomini decisero anche di tenere d’occhio la casa. La donna quando tornò dal lavoro aprì la posta e vi trovò anche la lettera scritta dai due uomini. Essendo lontani non potevano vedere il volto della donna sbiancare e il tremore delle mani, scrutò se vedeva qualche persona sospetta ma non vide nessuno ed entrò in casa. “Ora la vostra prossima mossa qual’è?” domandò il sergente. “Mi presento all’appuntamento come scritto sulla lettera”. “Signor Dumball lei è pazzo! Sa cosa rischia? Se la vostra teoria è esatta, potrebbe essere lei la terza vittima!”. “Lo so sergente, ma non vedo soluzione se manda un suo agente, la donna scapparebbe...no meglio che vada io”. “Amico mio hai calcolato che lei ti conosce molto bene al contrario di me? Mi ha visto solo una volta quindi vado io all’appuntamento, poi è da molto che non incontro una donna, parlando seriamente tenete conto anche dell’ora, sarà notte piena e io darò le spalle a lei”. “D’accordo Peter, ma io sarò a poca distanza da te e credo che anche il sergente sarà presente”. “Potete contarci consigliere, sarò in abiti civili per non dare nell’occhio”. La trappola era pronta mancava solo la preda, la quale arrivò verso le due di notte, il luogo era il Bridge Park a Sommerville, paese distante una decina di chilometri da Crocked House. Dumball e il sergente erano nascosti da diverso tempo dietro a una grande siepe con un groviglio che rendeva difficile immaginare che vi fosse qualcuno nascosto, mentre l’avvocato era seduto sulla panchina con lo sguardo rivolto al laghetto. “Silenzio sergente, mi è sembrato di sentire dei passi”. Dumball non si era sbagliato, il rumore dei passi era sempre più distinto, il poliziotto tirò fuori dalla tasca la pistola. “Credo che lei abbia qualcosa che mi appartenga signore...non si volti o dovrò spararle!” disse la donna. “Non ci penso proprio, ho il suo orecchino...curioso dove l’abbia perso, ma non sono affari miei e ora come le ho scritto mi dia la busta con i soldi e non mi vedrà più”. “Come posso fidarmi di lei? Io direi che possiamo fare così, io la uccido e mi prendo quello che mi appartiene e risparmio sui soldi, che ne dice? Addio signor…curioso non so il suo nome, ma come ha detto lei non sono affari miei”. “Io al suo posto non lo farei signorina Patty Goldnair!! Posi la pistola a terra molto lentamente e alzi la mano!” le parole del sergente non ammettevano repliche. Riley si voltò ed esclamò all’indirizzo della donna una sarcastica affermazione, gli occhi di lei lampeggiavano di odio e furore. La donna fu portata alla stazione di polizia dove la interrogarono immediatamente, era reticente nelle risposte, evasiva e sfrontata, rigettava ogni accusa di omicidio. Prese la parola l’avvocato e come tutte le persone che fanno questa professione domanda dopo domanda mise in contraddizione le parole della Godlnair, facendo calare la maschera dell’amica buona della Mullay.
“Lei era gelosa di Dana, quando ha visto Parker ha deciso che voleva l’uomo tutto per sè, ma lui aveva solo occhi per la sua amica. Sapeva che anche alla McCormac non dispiaceva Parker ma non la considerava una rivale degna di impensierirla come la Mullay. Anche perché con quest’ultima Parker aveva avuto una storia anche se di breve durata. Quando però l’uomo fu mollato, lei ne fu felice e fece leva sull’acredine dell’uomo verso Dana. La sua mente perversa voleva punirla, aveva fatto soffrire colui che amava, allora architettò il suo diabolico piano con la complicità di Parker che non vedeva l’ora di fagliela pagare. Fu lei a chiamare Brisbane camuffando la voce in modo da indurlo a tornare con una scusa a casa della Mullay, che nel frattempo era sotto effetto di un narcotico. Parker portò la sua amica nella stanza da letto e attese l’arrivo di Brisbane. Quando arrivò lei lo accolse e le raccontò una bugia, lo fece salire nella stanza dove venne ucciso, per completare il piano mancavano solo le impronte della sua amica sul coltello. Calcolò il tempo che il narcotico cessasse il suo effetto e chiamò la polizia dicendo che vi era stato un delitto. Sull’uccisione di Parker posso solo ipotizzare che lei per paura di essere ricattata da Parker decide di ucciderlo oppure che l’uomo abbia avuto un sussulto di coscienza e che volesse venire a costituirsi, non posso affermarlo, ma sta di fatto che lei uccise Parker e lo portò con la macchina fino a dove il corpo è stato ritrovato. Confessi Patty Goldnair!!”. Le campane suonarono a festa all’ultima domenica di aprile, i due sposi uscirono dalla chiesa di Crocked House con l’applauso scrosciante del paese. “Ti amo Dana!”. “Anche io Haley!”. “Scusa consigliere possiamo baciare la sposa?” a domandarlo era il suo amico avvocato Peter Riley e accanto a lui il sergente di polizia del paese.
Fine
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