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Messaggi del 08/10/2014
Post n°1783 pubblicato il 08 Ottobre 2014 da paperino61to
La palude ha un suo linguaggio , un suo modo di vivere ; e’ un regno dove la paura la fa da padrona.
Cosa succederebbe se ora uno di noi si catapultasse dal comodo sofà in quel mondo dimenticato da Dio ?
Prendiamo il signor Charles Dubois, contabile della ditta Handel e Son; vita tranquilla , comoda magari anche noiosa , talmente noiosa che il signor Dubois pregava ogni sera perché la vita potesse offrirgli qualcosa di emozionante e di diverso dalle solite scartoffie.
“ Dove mi trovo ? “ gridò quando aprì gli occhi . Era andato a dormire nel solito letto e ora , si trovava in mezzo a una palude.
“ Sto sognando , non è possibile “ esclamò dandosi un pizzicotto. Purtroppo per lui non era un sogno, era realtà , si trovava in mezzo a una palude, con la puzza della melma fangosa che saliva fin su alle narici.
Tra gli alberi il sole era spuntato e la vita in quel luogo stava seguendo la solita routine , quando un rumore fece voltare l’uomo . Un alligatore lo stava fissando , gli sembrava incredulo che un essere umano si trovasse in quel posto e ancor più a portata dei suoi denti.
Dubois si rizzò in piedi velocemente ed uscì dall’acqua putrida dove si era risvegliato e corse per diversi minuti senza ovviamente sapere dove andare.
Ogni tanto sentiva un rumore di tuffo in quel fango , sicuramente erano gli alligatori che cercavano del cibo.
Dubois correva, correva in mezzo a quel groviglio di vegetazione. Ogni tanto intravedeva degli uccelli o almeno così credeva , ma si sa benissimo che quando la paura prende il sopravvento si vedono cose che non esistono.
Si appoggiò ad un albero per riprendere fiato, era esausto , cercava di capire come potesse trovarsi lì , in quel dannato posto . Chiamò aiuto ma nessuno rispose , si guardò attorno : era solo .
Sentì qualcosa che gli strisciava sulla spalla, con gli occhi pieni paura si accorse che era un serpente. Diede con la mano un colpo per allontanarlo , l’animale cadde per terra e proseguì il suo viaggio senza degnare di uno sguardo l’uomo.
“ Per favore Dio, aiutami , ti prego vog….voglio tornare a casa…ti prego “ la voce era rotta dal pianto . La paura stava prendendo il sopravvento , le mani tremavano come non mai. Un grido lo fece scattare in piedi, era il verso di un animale.
Il signor Dubois era convinto che quell’animale lo stesse cercando . Il sole era alto nel cielo , aveva ancora davanti a sé un bel po’ di ore per uscire da quella palude prima che arrivasse la notte.
Non sarebbe sopravvissuto , ne era sicuro, sarebbe morto in quel dannato posto. Giurò a se stesso che mai avrebbe chiesto a Dio di farle vivere una vita diversa dalla solita, al diavolo le emozioni , la vita avventurosa , ora pregava solo di tornare alla normalità , al solito tran tran di casa ufficio casa.
“ Dubois ! Che diavolo sta facendo ? Dorme ? “ urlò una voce.
“ Co…come ? “ domandò l’uomo .
“ Sta per caso dormendo Dubois ? Io direi di si ! Santo cielo lei è qui per lavorare , si muova altrimenti è licenziato !! “.
Dubois si guardò attorno, vedeva solo le scrivanie dei suoi colleghi, il volto dell’arpia di miss Gathe non le era mai sembrato così bello. Non era più nella palude ma era nel suo ufficio. Baciò sotto lo sguardo dei colleghi la scrivania, accarezzò la macchina da scrivere e parlò con le scartoffie da revisionare.
Era felice, maledettamente felice. Sorrideva a tutti e tutti si domandavano se per caso fosse impazzito ma a lui non importava: soltanto lui sapeva dove era stato.
“ Un dannato incubo, la prossima volta salto il pranzo lo giuro “ esclamò tra sé e sé , poi si alzò e andò alla macchinetta del caffè. Un collega arrivò subito dopo di lui , lo squadrò e disse : “ Dubois, ma dove..diavolo sei stato ? Hai visto le tue scarpe ? Per non parlare dei tuoi pantaloni ! “.
Dubois guardò le scarpe e i pantaloni..erano sporchi di fango , di melma..melma di palude.
Si accasciò al suolo urlando mentre il bicchiere cadde sulla moquette rovesciando il suo contenuto.
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