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Messaggi del 21/10/2022

 

Un castello, un papero, una Rosa ( Secondo tempo)

Post n°2987 pubblicato il 21 Ottobre 2022 da paperino61to

 

 

 

Così dicendo la donna si avviò verso la cucina, un attimo dopo un urlo gutturale alla Tarzan uscì da quel luogo. Il cavalier nobile corse a vedere cosa stava succedendo.

“Mudù!!! E ancora Mudù!!(Madonna!!! E ancora Madonna) Ma qui è un campo di battaglia, manco alla disfatta di Barletta c’era una rovina del genere, manco Pompei il giorno dopo la distruzione era messa così…papero vai a prendere secchio, detersivo, spazzolone...muovitiiii!!!!”.

Dopo un’ora abbondante di acqua, sapone, spazzolone finalmente la cucina brillava.

“Manco mastro Lindo ci sarebbe riuscito!” esclamò la donna tutto soddisfatta.

Il papero domandò se era un suo fidanzato, per tutta risposta ricevette lo spazzolone sulla testa procurandogli un bernoccolo non da poco.

“Bene, ora mettiamoci a cucinare”.

A tavolo il papero ancora accigliato e dolorante non proferì parola, mentre Rosa sentendosi in colpa chiese in continuo scusa e per farsi perdonare le diede un bacino.

Il papero avvampò come manco il Krakatoa fece a suo tempo ed iniziò a balbettare.

“Poi sarei io quella che parla strano?” disse Rosa ridendo.

Il suo sorriso ebbe il potere di fare smettere il papero e lentamente riprese il suo colore naturale e di parlare normalmente.

“Io…io…io…”

“Ho capito…se riesci ad andare avanti riuscirai anche ad articolare un pensiero…dai che se ti sforzi ce la fai”.

La notte era giunta al castello e i due erano seduti sul balcone a guardare le stelle. Rosa era rapita dalla bellezza del cielo, mai in vita sua aveva visto una cosa del genere. Il papero che da sempre aveva visto questo spettacolo osservava la donna pensando che in fondo non era così brutto stare in sua compagnia.

I giorni lasciarono il posto alle settimane e costoro ai mesi, Messer Paperino e madamigella Rosa nonostante i battibecchi alla Sandra e Raimondo o Andy Capp e Flo, si facevano compagnia e i loro cuori registravano strani battiti quando erano insieme.

L’indomani mattina presto il campanello suonò. Una persona si presentò alle porte del castello.

A volte sono un bastardo e a volte un buono a volte non so neppure come io sono”.
Paperino lo guardò senza capire cosa volesse dire.

“Sono un pirata ed un signore più amor proprio che pudore Ti dirò amo la luna e amo il sole sono un pirata ed un signore professionista nell'amore”.

Sappiamo tutti che il papero non è una virtù di calma ed infatti come una pentola a pressione iniziò a scoppiare ed domandò: “Amico, mi sembri che sei un tantino confuso, capisco che ora va di moda a essere un transgender, ma tu stai andando oltre. Deciditi per le mie piume, sei un pirata o signore?”.

Rosa che era venuta a vedere cosa succedesse rimase folgorata dal nuovo venuto, un bell’uomo, alto, vestito come un vero signore, sorriso languido e occhi penetranti.

“Cavalier so che da voi alloggia una senorà muy bonita, il suo nome è Rosa. Ho portato un omaggio per lei” e tirò fuori dal taschino della giacca uno splendido fiore.

La donna si avvicinò e sorridendo prese il fiore, mentre il papero ribolliva sempre più di rabbia e di gelosia.

“Mi chiamo Julio…querida mia…Julio Iglesias”.

“Ah! Ti sei fregato…altro che spagnolo, tu sei sardo…ayò…tu vieni da Iglesias, paese della Sardegna!!” urlò il papero.

Rosa prese il piumato da parte e nelle orecchie le sussurrò: “A’cci appartìine?(Da quale nobile casato appartiene ?Un modo di gettare la sfida) Da quella dei matti?  Acchiamind stu panoram di uomo, Mudu’mia, indicando il nuovo venuto.(Guarda questo ben di Dio, Madonna mia) Ora, caro papero fai una cosa, Tacchiisce!!(Sparisci)”.

Dal tono della voce della donna il povero papero capì che era meglio sparire, volatizzarsi al più presto e con una lacrima che scendeva si allontanò.

“Non vado a un appuntamento senza un fiore Ma non confondo il sesso con l'amore
Ti diro, impresto l'anima o il cuore Sono un pirata ed un signore Più amor proprio che pudore” chiosava il Julio e la cara Rosa si scioglieva come un gelato in pieno solleone.

Cavalier Paperino che osservava la scena iniziò a camminare su e giù in preda a una rabbia sempre più crescente, dopo aver percorso in quel modo un centinaio di chilometri decise di andare nella stanza dove alloggiava Rosa.

Al suo ritorno la donna trovò una valigia sul letto alla domanda cosa fosse, il papero rispose:” In questo castello si chiama valigia, ed è quella di un lungo viaggio! Quando te ne vai assieme a quel coso, non sprecare tempo a salutarmi!”.

Da quando Rosa era al castello non aveva mai visto il papero furente in questa maniera. Dopo un attimo di riflessione andò a cercarlo e gli domandò: “Papero dimmi na cosa, tu sei innamorato di me? Non mentire, noi donne abbiamo un sesto e anche settimo per questo genere di cose!”.

Paperino iniziò a balbettare e il color rosso dal livore passò al color rosso dell’imbarazzo. Dal suo becco uscivano suoni inarticolati, primitivi si potrebbe osare a dire.

Si ppropie du iun!(Sei proprio ingenuo) Se pensi che possa cascarci con quel scimmiatore(Gigolò da quattro soldi) da strapazzo! Ora stammi a sentire ben questa donna, papero, il mio cuore ha iniziato a battere più velocemente dalla prima volta che ti ho visto, e ora se non mi baci, ripeto baci Mo ti a fà a du man!”.(Adesso ti darò due schiaffi su entrambe le guance)

Ovviamente il piumato non capì l’ultima frase, ma aveva capito molto bene la parola “baci” e lentamente si avvicinò alla donna, la cinse a sé e la bacio teneramente.

Come nel finale delle favole tutti vissero felici e contenti e il castello riprese colore e vita e grida di paperini che correvano nel grande parco del castello.

                                          Fine


 







 

 
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