La sedia da spostaredi scuola, di vita, e d'altre amenità |
Secondo me quella sedia lì va spostata.
Anche secondo me quella sedia lì va spostata.
Facile dirlo quando l'han detto gli altri.
Se è per questo sono anni che lo dico e nessuno mi ascolta.
Da una approfondita analisi storica e sociologica viene fuori chequella sedia pesa dai nove ai dieci chili.
Non sono d'accordo. Dai sondaggi il 2% degli intervistati dice che pesa dai cinque ai sei chili, il 3% dai sei ai sette chili, il 95% non lo so e non me ne frega niente. Basta che la spostiate.
Secondo me per spostarla bisognerebbe prenderla con cautela per la spalliera e metterla da un'altra parte.
Eccesso di garantismo.
(Giorgio Gaber)
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La scuola dell'apparire
Post n°28 pubblicato il 09 Maggio 2013 da Gl3nda
Non so se succede solo nella mia scuola, o se questo è ormai un atteggiamento diffuso e non ho speranza di trovare un altro luogo dove recuperare l'entusiasmo per il mio lavoro. Ho iniziato ad insegnare dieci anni fa, e il buon funzionamento di una scuola lo si valutava su quanto gli alunni si trovassero bene, su come si riuscisse a lavorare in classe, su come si sapessero gestire i casi problematici, sul buon rapporto tra i colleghi...roba così. Siccome la mia scuola, poi, era (ohimé, era...) anche molto sperimentale e innovativa, c'erano laboratori per tutti, inseriti nel regolare orario scolastico, che dessero spazio all'arte, alla musica, al teatro, al cinema, insomma, a tutto ciò che era creatività e che ci permetteva di valutare i ragazzi e di conoscerli anche sotto aspetti diversi. Oggi mi trovo in una scuola che per avere, come il dirigente dice, "visibilità" conta sull'avere o meno il registro on line, su quante Lim è riuscita ad installare e sui risultati dei suoi studenti nelle prove Invalsi. Non si cerca più di attivare bei progetti, ma progetti che portino fondi. Non si guarda a fare bene il proprio lavoro nella propria classe, ma a far figurare bene la scuola all'esterno. Sembra davvero di stare in un'azienda. Questo nel mio istituto è esasperato da un dirigente che tiene molto a questo, che crede che la scuola del futuro è quella che si "autovaluta" con questi parametri: una scuola dove conta "l'isituto" prima della "classe" e prima del "singolo", una scuola dove i progetti che portano buona immagine vengono prima del tuo impegno con i tuoi alunni. Però non credo sia così solo a scuola mia: è il sistema che ci sta portando in questa direzione...le scuole saranno valutate per quanto sapranno essere all'avenguardia, per quanto appaiono "scuole bene", e i docenti saranno divisi in bravi e meno bravi in base ai risultati dei propri alunni in una stupida prova a quiz. Che una scuola "valga" perché prima di tutto è "affettiva" è un concetto superato. Conta più correre a accaparrarsi i pochi fondi esistenti e fare bella figura con l'istituto Invalsi. |
Inviato da: Jena_78
il 29/11/2013 alle 16:52
Inviato da: skipper170
il 09/03/2013 alle 08:02
Inviato da: Gl3nda
il 20/08/2012 alle 15:48
Inviato da: Sayuri
il 20/08/2012 alle 15:46
Inviato da: skipper170
il 14/04/2012 alle 09:27