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Salvezza e dannazione

Post n°119 pubblicato il 28 Novembre 2012 da meninasallospecchio

(Ai miei amici dannati, passati, presenti e futuri)

 

Ogni donna deficiente nella sua vita ha pensato di salvare un dannato. Spesso più di uno. Torpedoni di dannati dirottati dagli inferi verso... verso dove?

Sono una crocerossina hobbista. Se vuoi posso salvarti l'ultimo lunedì del mese, gli altri giorni ho da fare. Se non ti salvi puoi anche andare affanculo, per me è uguale. Mi dedico ad altre attività di pari utilità sociale, come giocare a canasta o fare il sudoku. Nessun dio (minuscolo) mi chiederà conto delle tue sorti.

La nostra agenzia non include né paradiso né inferno fra le sue destinazioni. Se vuoi venire con me posso mostrarti il nulla. Non è come il tunnel, non si può arredare, il nulla bisogna lasciarlo vuoto. Ma non è affatto male, credimi. Il nulla non sporca, non è pericoloso e, più importante, sta bene con tutto. Non è poco. Al mondo ci sono 7 miliardi di colori, non è facile trovare l'abbinamento giusto.

Il tuo inferno non esiste, come non esiste Dio e nemmeno dio. Esiste solo la tua mente bacata che ingrassa lo psichiatra o "si pavoneggia e si agita per la sua ora sulla scena" e si nutre di romanzi, rosa o neri non importa, sempre romanzi sono, così rassicuranti, nella rotondità del Bene e del Male. Il mondo non è così, non esistono né favole né tragedie, niente ha il senso compiuto che la tua ragione (ma anche la mia) vorrebbe. Vuoi essere davvero nichilista? Un vero dannato?

"Così, perché sei tiepido, e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca." (Apocalisse 3:16)

Ti regalo un biglietto di prima classe per un nulla lussuoso, fanne buon uso se puoi.

In questo sottile momento in cui l'uomo ritorna verso la propria vita, nuovo Sisifo che torna al suo macigno, nella graduale e lenta discesa, contempla la serie di azioni senza legame, che sono divenute il suo destino, da lui stesso creato, riunito sotto lo sguardo della memoria e presto suggellato dalla morte. Cosi' persuaso dell'origine esclusivamente umana di tutto ciò che e' umano, cieco che desidera vedere e che sa che la notte non ha fine, egli è sempre in cammino. Il macigno rotola ancora. Lascio Sisifo ai piedi della montagna! Si ritrova sempre il proprio fardello. Ma Sisifo insegna la fedeltà superiore che nega gli dei e solleva i macigni. Anch'egli giudica che tutto sia bene. Questo universo, ormai senza padrone, non gli appare sterile nè futile. Ogni granello di quella pietra ogni bagliore minerale di quella montagna, ammantata di notte, formano, da soli, un mondo. Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice. (A. Camus, "Il mito di Sisifo")

 

P.S.: Ringrazio il mio amico di chat, cosiddetto l'Adorabile Depravato, per avermi fatto conoscere questo magnifico brano di Camus. Ne ho lette altre parti, mi riprometto di leggerlo per intero.

 
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