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Come sopravvivere alla Prima Comunione (conclusione)

Post n°195 pubblicato il 19 Maggio 2013 da meninasallospecchio

Eccomi qua. Sono sopravvissuta.

La giornata è cominciata bene. Ieri sembrava dovesse esserci un'alluvione, invece questa mattina sole. Evvai con le scarpe di camoscio! Dato che sono un bradipo, faccio tutto lentamente, e detesto dovermi stressare, mi sono presa il tempo che ci voleva. Quindi con tempismo perfetto, auto parcheggiata in pole position, io e il mio piccolo con tanto di saio arrviamo all'oratorio.

"Mamma, perché tutti hanno il crocefisso al collo e io no?". Cazzo, il crocefisso! "Stai qui, vado e torno". Mi scaracollo a casa, 2 piani di scale vissuti pericolosamente sui tacchi, torno col crocefisso e parcheggio a cazzo di cane, ma tanto non sono l'unica. 

Le altre mamme hanno vestiti nuovi acquistati per l'occasione, i cosiddetti abiti da cerimonia. Ovviamente sono vestiti estivi, tutte tremano nelle loro maniche corte, senza calze, con i sandali. Io ho riciclato il tubino marron che uso nelle occasioni ufficiali e che fa sempre la sua porca figura, anche se, perdendo un paio di kili, lo farei più felice. Constato che anche le altre hanno abiti cortissimi.

La messa passa senza intoppi particolari. Niente lettura per me. Mi è stata affidata una particina di secondo piano che consiste nel portare un cesto di spighe all'altare, impresa che compio arditamente senza cadere dai tacchi. All'uscita dalla chiesa ci salutiamo tutti.

Poi io scappo a casa a prendere del vino che porterò al ristorante. Nel 2003 la Cantina Sociale di Vinchio e Vaglio Serra, resa famosa da Slow Food, produsse per la prima volta una barbera di particolare pregio, ottenuta con uve selezionate da viti vecchie e creata da un enologo di grido. Dato che era l'anno di nascita di nostro figlio, ne prendemmo 3 bottiglie. Ora questo vino ha 10 anni. E' una barbera, non un nebbiolo, per cui nutrivo qualche dubbio sulla sua conservazione. Beviamocelo per la Comunione, ho detto, una bottiglia o due, poi vediamo se è il caso di lasciarlo lì ancora un po'. 

A tavola ci dividiamo. Mia madre e madre di amica1 vengono assegnate alla squadra avversaria. Io mi accomodo in un lato di tavolo con le mie amiche. In ogni caso non si registrano scontri tribali. Il più malmostoso è il mio ex, al quale deve essere girato storto qualcosa ieri sera. Più tardi mi alzo per flirtare brevemente con il cognato, che come previsto continua a non odiarmi. "Ti trovo in forma", mi dice ogni volta che ho un vestito corto. 

Come mi aspettavo, pranzo mediocre. Ma il vino servito da loro era veramente pessimo. Se c'è una cosa che detesto è bere male. Ma come si fa? Viviamo in una zona dove se apri il rubinetto esce il vino, come fai a dare del vino cattivo al ristorante? Bah. Finalmente con i primi apriamo la nostra barbera 2003. Uno spettacolo! Di quelle cose che ti aggiustano la giornata. Dopo 10 anni ha il colore dell'inchiostro, acidità e profumi come appena imbottigliata, e quel corpo meraviglioso che nessun legno ti può dare, perché viene soltanto dalle viti vecchie e dall'uva matura. Il mio ex ha voluto aprirne una sola bottiglia, ma forse ha ragione: le altre le apriremo per i 18 anni di nostro figlio, quando potrà berle anche lui.

E qui concludo la saga. Giusto perché non si dica che sono troppo politically correct, metto una foto che sintetizza i tratti salienti della storia.


Comunione

 

Ah, e che ne sarà della seconda canna, dite voi? Be', martedì sera amica1 e 2 sono a cena da me :-)

 
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