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Le lettere di mia madre
Post n°306 pubblicato il 12 Febbraio 2014 da meninasallospecchio
La busta ingiallita porta la scritta SCUOLA ELEMENTARE DI seguita da alcune righe vuote, ritrovata in chissà quale cassetto di vecchi fogli e quadernetti e cose che "potrebbero servire". Quasi mi incuriosisce più la busta del suo contenuto, ma mi rendo conto che questo mio nichilismo estetizzante è in fondo un'autodifesa. Non che ci sia qualcosa di male nell'autodifesa. Già l'idea che una persona che potrebbe benissimo parlarmi mi dia una lettera non preannuncia niente di buono. Se poi quella persona è mia madre si tratta quasi certamente di una studiatissima rottura di coglioni. Oltretutto non è la prima, me ne ha scritta un'altra un anno fa. Ora mia madre ha tanti difetti, ma non è una donnetta psicolabile. Questa trovata delle lettere è veramente stonata in lei: non sembra farina del suo sacco, dev'essere un'ideona che le ha suggerito qualcuno. Oppure l'ha vista in un film o l'ha letta in un libro, perché fatto da lei è davvero strano. La lettera che mi ha scritto un anno fa ha suscitato in me la stessa seccata repulsione che mi suscita questa. Però l'ho letta. Cominciava con "Figlia mia". Ecco. Vorrei che le mie capacità di scrittura mi assistessero nel farvi comprendere l'incommensurabile fastidio che una piemontese prova nel leggere una lettera che comincia così. Figlia mia... immediatamente si schiude la cartolina con il golfo di Napoli, i pini marittimi, Posillipo, Filumena Marturano. In Piemonte non si comincia una lettera con "figlia mia", non si fa. Non è un giudizio di valore il mio, solo una constatazione. Non mostriamo quel tipo di sentimenti semplicemente perché non li abbiamo. Non è che non abbiamo sentimenti, non abbiamo quel tipo di sentimenti, in quella forma, così come non abbiamo il mare, per esempio. Non c'è niente di bene o di male nell'avere il mare o non averlo: però se uscissi di casa con il pareo e la borsa da spiaggia sarei inappropriata. Così come a scrivere figlia mia. Non sono anaffettiva, anche se forse posso sembrarlo. Mia madre, lei sì invece, lo è. Niente Napoli, per questo dà ancora più fastidio. Perché non sono sentimenti sopra le righe, è soltanto teatro. Ma non riesco a farmelo piacere, io, che pure riesco a ridere quasi di tutto, che trovo l'estetica anche nel disvalore. Pezzi del puzzle da buttare nella stufa, il camino non ce l'ho.
(continua)
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