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Parliamo un po' di province

Post n°321 pubblicato il 04 Aprile 2014 da meninasallospecchio

L'altra settimana, ospite da Fazio, c'era Pizzarotti, sindaco 5S di Parma. Parlando della ventilata, prevista, abolizione delle province, ha detto la sua, in quello stile arrampicamento sugli specchi che sta diventando la caratteristica di tutti quelli che si oppongono a qualsiasi ipotesi di cambiamento; compresi i cambiamenti più ovvi, quelli che gridano vendetta da decenni, come le inutili, dannose e odiatissime province.

Fra le altre argomentazioni, il sindaco emiliano lamentava che, nell'ottica del passaggio ai comuni metropolitani o alle associazioni di comuni di alcune delle competenze delle province, alla fine sarebbe toccato a lui fare tutto il lavoro che oggi viene svolto da questi enti benemeriti .

Oooohhh, speriamo che non gli cali l'ernia, a Pizzarotti, a fare tutto il lavoro della provincia!

Vediamole un po', queste gravose competenze. Prendo da Wikipedia (come facciamo noi ignoranti qualunquisti) e metto i miei commenti in verde, il colore della bile.

In base all'art. 19 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali" (TUEL) spettano alla provincia le funzioni amministrative di interesse provinciale che riguardino vaste zone intercomunali o l'intero territorio provinciale nei seguenti settori:

a. difesa del suolo, tutela e valorizzazione dell'ambiente e prevenzione delle calamità; - ma non c'è la Protezione Civile?

b. tutela e valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche; - non so se ve ne siete accorti

c. valorizzazione dei beni culturali; - come no, compresa una fantomatica competenza sul turismo, dei cui benefici vi parlerò

d. viabilità e trasporti; - ok, questo sì, le strade provinciali, forse l'unico vero lavoro che fanno le province

e. protezione della flora e della fauna parchi e riserve naturali; - ok, i parchi, a parte che quelli più importanti, Gran Paradiso e Parco Nazionale d'Abruzzo, attraversano non solo più province, ma anche più regioni

f. caccia e pesca nelle acque interne; - no comment

g. organizzazione dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale, rilevamento, disciplina e controllo degli scarichi delle acque e delle emissioni atmosferiche e sonore; - mah, dei rifiuti possono benissimo occuparsi i comuni o le associazioni di comuni, come mi pare che facciano

h. servizi sanitari, di igiene e profilassi pubblica, attribuiti dalla legislazione statale e regionale; - prego? Ma non ci sono le ASL e le regioni che si occupano di sanità?

i. compiti connessi alla istruzione secondaria di secondo grado ed artistica ed alla formazione professionale, compresa l'edilizia scolastica, attribuiti dalla legislazione statale e regionale; - vabbè, ma ci sono i provveditorati, poi l'istruzione non mi sembra un settore da decentrare; oltre che queste competenze provinciali non mi appaiono affatto chiare

j. raccolta ed elaborazione dati, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali. - sì, di questo mi sono accorta, infatti se viene un disgraziato a dormire da me in B&B, devo dirlo non solo alla polizia, ma anche alla provincia e alla regione, perché ovviamente tengono ciascuna, separatamente, le proprie statistiche

Il fatto è che esistono due modelli di stato: quello centralista, come per esempio la Francia, e quello  decentrato o federale, come per esempio la Germania. Entrambi possono funzionare bene, si tratta soltanto di scegliere quello più adatto alle caratteristiche di ciascun paese.

Il modello centralista richiede che ci siano delle piccole entità amministrative (le province, le prefetture) che trasmettono il potere forte dello stato centrale alle realtà locali. Da noi è stato così soprattutto nel periodo fascista, ma questo in sé non è un motivo per considerarlo un modello autocratico. La Francia è ben amministrata in questo modo, però la nostra storia è completamente diversa, per cui credo che tutti concordino nel ritenere il modello decentrato più adatto alle caratteristiche italiane. Questo modello prevede amministrazioni locali su scala ragionevolmente ampia (le regioni, ma potrebbero essere anche entità più grandi) dotate di significativa autonomia rispetto al potere centrale. A partire dagli anni '70, con il progressivo conferimento di poteri via via più importanti alle regioni, in Italia si è scelto il modello federalista o simil-federalista.

A me sembra ragionevole (al netto ovviamente di alcune storture che sarebbero da riformare), comunque il punto è: una cosa o l'altra, non possiamo tenere sia le regioni, sia le province, perché corrispondono a due visioni diverse di organizzazione dello stato.
Eppure, su una cosa così banale, sulla quale sembra che tutti debbano essere d'accordo, si discute da decenni senza venirne a capo. Perché qui qualunque tentativo di riforma si scontra sempre con due fronti. Da una parte quelli che non vorrebbero mai cambiare niente e sono pronti a tirare fuori gli argomenti più disparati, dall'attentato alla democrazia ai poveri bambini affamati, figli dei consiglieri provinciali che perdono il posto. Dall'altra i "benaltristi" per cui qualsiasi riforma non è mai sufficiente e vorrebbero svegliarsi un mattino con l'Italia rivoltata come una calzino per opera dell'intervento notturno della fata turchina. I due fronti alleati finiscono per essere maggioritari, con il risultato che non si cambia mai niente.

Non so esattamente quali competenze abbiano le province in materia di turismo, ma so per certo che ne hanno abbastanza per rompere le balle. Faccio l'esempio del Piemonte perché ovviamente è la realtà che conosco meglio. In Piemonte ci sono tre aree turistiche principali: quella dei laghi, fra le province di Novara e Verbano-Cusi-Ossola (ebbene sì, c'è una provincia così); quella montana, fra le province di Torino e Cuneo; e quella collinare eno-gastronomica fra le province di Cuneo, Asti e Alessandria. Sembrerebbe logico fare sinergia, come si suol dire. Invece quello che succede è che spesso le province si fanno concorrenza. Così l'astigiano, pur essendo a uno sputo di distanza e presentando esattamente le stesse attrattive, non ha ricavato nessun beneficio dallo sviluppo turistico di Alba, peraltro interamente promosso da privati illuminati, con nessun contributo economico o progettuale da parte degli enti pubblici.

Ad Alba in autunno c'è una famosa Fiera del Tartufo, che attrae molti visitatori. In quel periodo trovare da dormire in zona non è semplice. Il mio B&B sta a 30 km, ma quando sono andata con i biglietti da visita all'Ufficio del Turismo di Alba, mi sono sentita rispondere che non li potevano tenere perché sono in un'altra provincia. Così, se vi rivolgete a loro, vi manderanno piuttosto a dormire a 40-50 km di distanza in provincia di Cuneo, anziché a 20 in provincia di Asti. Per fortuna c'è booking.com, che vi segnala casa mia come vicinanze di Alba, e fanculo agli enti pubblici.

Perché magari questi enti fossero soltanto inutili! Potremmo sempre consolarci pensando che danno lavoro a tanta gente che tiene famiglia. Mi fanno ridere quelli che fanno i conti di quanto si risparmia con l'abolizione di qualche ufficio, concludendo che in fondo sono peanuts e tanto rumore per nulla. No! Il fatto è che non sono inutili, sono dannosi. Vanno eliminati non tanto per ridurre i costi, ma per razionalizzare e semplificare, per fare pulizia, per avere tutti e soli gli uffici che servono (e piuttosto qualcuno in meno che qualcuno in più), per evitare di costringere i cittadini a fare 2 o 3 volte gli stessi adempimenti, uno per ciascun ente sovrapposto che non comunica con gli altri, magari perché le maggioranze politiche sono diverse o perché ognuno deve alimentare le proprie clientele di fornitori e consulenti.

Ieri da Santoro Travaglio ci ha reso noto che il motivo per cui siamo in stragrande maggioranza favorevoli all'abolizione del Senato doppione della Camera (e presumo anche delle province) è che siamo qualunquisti e ignoranti, cioè se fosse per noi aboliremmo anche il Parlamento, ecc.  Certo, Travaglio. E sceglieremmo anche Barabba al posto di Gesù. Perché per farsi prendere in considerazione da questi intellettuali di 'staminchia bisogna fare i coglioni con le ruspe travestite da carro armato. La gente tranquilla che cerca di lavorare nonostante tutto e spera che qualcosa cambi, anche soltanto qualche piccola cosa, non è abbastanza pittoresca per la TV.

 
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