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Nymphomaniac

Post n°323 pubblicato il 07 Aprile 2014 da meninasallospecchio

Ne stanno parlando tutti, del film di Lars Von Trier. E vabbé, vorrà dire che ne parlo anch'io, ma non so bene da che parte cominciare.

Cominciamo da Lars Von Trier, perché non è detto che tutti lo conoscano. A dire il vero non lo conosco benissimo neppure io. E' un regista danese piuttosto noto, non soltanto per i suoi film, ma anche come autore del manifesto Dogma95, un decalogo delle regole alle quali un regista dovrebbe attenersi nella realizzazione di un film. E' inoltre conosciuto per essere fuori come un balcone, ivi comprese dichiarazioni che a lui probabilmente dovevano sembrare spiritose, ma che gli hanno fruttato accuse di antisemitismo e filo-nazismo.

Francamente ho visto pochi dei suoi film, fra i quali il celebrato Le onde del destino, ma per quel poco che lo conosco mi è sempre piaciuto. Autori come lui sono vittima del pregiudizio del grande pubblico che li ritiene a priori noiosi. In realtà i suoi film non sono affatto noiosi, ma forse i miei standard sono un po' deviati, considerando che mi sono vista tutto Bergman a 12 anni. Comunque io non lo giudico noioso. Anzi, trovo che ci sia nei suoi film una grande intensità, che non è rotta neppure da quei siparietti brechtiani che dovrebbero introdurre un elemento di distacco, evitando il coinvolgimento emotivo dello spettatore. Sono interruzioni della narrazione, piccoli ostacoli (per esempio una suddivisione in capitoli) che ti ricordano che non sei dentro la storia: tu sei uno spettatore e l'azione si svolge al cinema (o a teatro nel caso di Brech), è tutto inventato, non dimenticartelo. Il cinema non è illusione per Von Trier, è riflessione.

Ma, come dicevo, questo non toglie nulla all'intensità. Anche Le onde del destino era così, ma non credo che esista al mondo qualcuno che lo considera un film noioso. Di più. E' uno di quei film che ti si conficcano nel cervello e te li porti dietro per tutta la vita.

Ma veniamo a Nymphomaniac. Innanzi tutto il mistero delle due versioni. Il film in versione integrale dura 5 ore e mezza ed è stato presentato in anteprima al festival di Berlino. In rete si legge, fra le altre cose, che fin dall'inizio è stato pensato in due versioni, una integrale e una ridotta a 4 ore, dalla quale sono state eliminate le scene più esplicite. Entrambe le versioni sono suddivise in due film, Volume I e Volume II. Lo stesso Von Trier avrebbe pensato a una versione "soft" per favorire la distribuzione del film, consapevole del fatto che in alcuni paesi o per una parte del pubblico la versione hard non sarebbe accettabile. Quella che è uscita ora nelle sale è la prima parte della versione ridotta; la seconda parte uscirà il 24 aprile, mentre la versione integrale uscirà a fine anno.

Questo è quello che ho capito io, e cioè che le due versioni siano state un'idea di Von Trier. Questo però non spiega una scritta posta all'inizio del film che dice più o meno che si tratta di una versione censurata disconosciuta dal regista. Una delle sue cazzate? O ha cambiato idea? Se qualcuno è in grado di spiegarmi l'arcano, sarò lieta di leggere delucidazioni. Ovviamente vedrò anche la versione integrale, se e quando sarà distribuita.

Lo stesso regista, la produzione, gli attori, tutti hanno alimentato la leggenda secondo la quale si tratterebbe di un film porno, il primo porno d'autore è stato definito. Ovviamente chi va al cinema pensando di vedere un porno resta amaramente deluso, è chiaro che non lo è, ammesso che qualcuno sia in grado di darmi una definizione convincente di che cos'è porno. In questa versione "censurata" le scene di sesso sono abbastanza esplicite, ma tutto sommato niente di che, e per lo più (volutamente) poco eccitanti. Mi riservo di dare valutazioni diverse a fronte della versione integrale, ma di nuovo, per una comprensione del significato, mi sembra vitale sapere se la versione ridotta è o non è "approvata" da Von Trier.

 

(continua)

 
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