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« Il diavoletto di CartesioMurphy - Cartesio 1 a 0 »

Il sommergibile di Cartesio

Post n°413 pubblicato il 11 Marzo 2015 da meninasallospecchio

(continua dal post 412)

Qualche giorno fa mio figlio se ne viene a casa con un compito di scienze: scrivere la relazione dell'esperimento, laddove l'esperimento era, guarda un po', il nostro amato diavoletto, per l'occasione ribattezzato "sommergibile di Cartesio". Il tutto descritto sul libro con dovizia di particolari. Per un attimo mi si dipinge il terrore in volto. Ma l'avete fatto a scuola? chiedo. Sììì, mi garantisce la creatura, con mio grande sollievo. A questo punto il compito consisteva semplicemente nel copiare, cum grano salis, la descrizione dal libro, operazione che il pargolo è stato in grado di compiere in autonomia.

Tuttavia, qualche giorno dopo, leggo sul suo diario: Portare materiale per esperimento. Quale esperimento? Il sommergibile di Cartesio, ovviamente. Panico. Occorrente: un contagocce, preferibilmente di vetro, facente funzione di diavoletto; un eventuale filo di ferro per appesantire il contagocce in modo da fargli mantenere la posizione verticale; una bottiglia di plastica. Ce la possiamo fare.

Subitamente mi reco in farmacia.

- Vorrei un contagocce, possibilmente di vetro.

- Lungo o corto?

- Boh, facciamo corto.

Arriva con un contagocce con tappo di plastica a vite, tipo quello della Novalgina. Sommergibile un corno, quello non lo affonda neanche Yamamoto, altro che Cartesio.

Decido di spiegare al farmacista a cosa mi serve, confidando nella sua comprensione. Infatti anche lui ha fatto delle buone scuole e solidarizza immediatamente con me e Cartesio; o forse, più probabilmente, ogni anno deve affrontare decine di mamme alla disperata ricerca del diavoletto surrogato. Mi propone il contagocce lungo: sempre di vetro, anziché il tappo, ha un semplice cappuccio di gomma a forma di cappello, tipo quello del Cappellaio Matto, per capirci. Mi suggerisce di tagliare un po' la tesa del cappuccio, in modo da ridurre la parte in gomma. Impietosito, non mi fa nemmeno pagare.

Me ne torno a casa baldanzosa con il mio trofeo, determinata a provarlo. Il fatto che non vi abbia messo la foto dovrebbe già farvi capire molte cose.

 

(continua)

 
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