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« Il tartufo d'AlbaDoppia negazione »

Come si dice sì?

Post n°476 pubblicato il 07 Ottobre 2015 da meninasallospecchio

Per la rubrica Forse non tutti sanno che... su Senza fallo, detta anche 'sticazzi, oggi vi parlerò di etimologia.

Sembra impossibile che una lingua possa fare a meno della parola "sì", eppure il latino non ce l'aveva. Come facevano dunque gli antichi a dire sì? Semplicemente ripetevano il verbo principale della frase:

Andiamo a ballare? Andiamo. Vuoi una tazza di té? Voglio (a parte che non avevano le discoteche e non bevevano té, ma, potendo, avrebbero voluto).

Sembra un po' strano, eppure il portoghese ha conservato questa caratteristica. Ma ci arrivo dopo.
Le lingue sviluppatesi dal latino, il volgare, le lingue romanze e anche le altre, dovettero trovare un po' scomoda questa faccenda del verbo ripetuto; e così si inventarono degli altri modi, sempre derivati dal latino.

A scuola abbiamo studiato che in Francia nacquero due diverse lingue. Quella parlata a sud, la lingua d'oc, in cui "sì" si diceva "hoc", in latino "questo". E quella parlata a nord, la lingua d'oil, in cui si diceva "illud", "quello", poi storpiato in "oil" e successivamente "oui", nel francese moderno. Il che ci dice che a prevalere fu la lingua del nord della Francia, anche se per un certo periodo fu la lingua d'oc a essere più importante, con la letteratura romanza e i trovatori provenzali; tanto da sopravvivere fino a oggi, come dialetto della Provenza e di alcune valli del Piemonte. L'Occitania, appunto, di cui forse vi parlerò un'altra volta.

Persino l'inglese fece derivare il suo "sì" dal latino. Yes è contrazione di "id est", "esso è", anche se gli inglesi hanno mantenuto l'uso di ripetere il verbo. Do you speak English? Yes, I do. Una ridondanza, anche se poi risparmiano sul verbo limitandosi al do.

Italiani e spagnoli hanno invece optato per il latino "sic", così. Ti piace quella ragazza? Così. Chissà come mai tutte queste scelte diverse da un paese all'altro, tutte già contenute nel latino, eppure senza sovrapposizioni nell'ambito di una stessa lingua; cioè nessuna lingua ha due modi per dire sì, anche se tutte le opzioni stavano nella lingua progenitrice. Per la verità un'eccezione c'è, ed è proprio il francese, ma mi sa che ci scrivo un altro post, se no diventa troppo lungo.

Soltanto il portoghese ha mantenuto la struttura del latino, ed è una cosa che mi ha sempre fatto molto ridere. In teoria esiste la parola "sim", ma non viene mai usata, anche perché in ogni caso bisognerebbe ripetere il verbo come in inglese. Quindi parlano come gli antichi romani. Vuoi un bicchiere d'acqua? Queres um copo de agua? Quero.

Ma c'è un altro caso in cui diciamo sì: non in risposta a una domanda, ma per esprimere il nostro consenso su un'affermazione. Per esempio io dico: "Salvini è un cretino" (ci ho pensato un po' per trovare una frase su cui tutti dovessero concordare). E il mio interlocutore dice: "Sì, è vero". Chissà come dicevano gli antichi romani: probabilmente hoc, oppure illud o id est. I portoghesi dicono "isso", cioè esso: pronunciato "issu", che mi fa morire dal ridere perché sembra siciliano. Se ci aggiungi che non usano il passato prossimo ma parlano tutto al passato remoto, sono siciliani sputati. Tranne che parlano con la cocina come i genovesi.

Ma chissà come dicevano le antiche romane mentre facevano sesso: hoc, hoc... no, eh? Anche id est, id est! lo farebbe un po' ammosciare. Sic, sic! sembra più probabile. Così, così! lo diciamo anche noi. Le brasiliane diranno: issu, issu?  

 
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