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« I vecchi e InternetBaffetto »

Prof

Post n°488 pubblicato il 05 Dicembre 2015 da meninasallospecchio

I lettori che mi conoscono personalmente sanno che, da circa un mese e mezzo, mi sono messa a fare la prof. Tra parentesi, l'impegno materiale e soprattutto mentale che ci sto mettendo mi tiene un po' lontana dal blog, ma di questo magari parlerò in seguito. In realtà ci sono parecchie riflessioni che sto facendo su questa mia nuova esperienza, il che apre tutto un nuovo capitolo anche qui sul blog.

Ovviamente, non avendo mai insegnato, sono una supplente senza nessuna garanzia di continuità. Al momento insegno due mattine alla settimana, forse fino a Natale, forse fino a febbraio, o forse fino al termine dell'anno scolastico. Vabbé, continuo a lavorare un po' per conto mio e non sono a rischio imminente di morire di fame, qualunque cosa succeda. Naturalmente mi piacerebbe continuare, tutto sommato potrebbe essere una buona soluzione su cosa fare da grande. Per inciso, gli stipendi infimi percepiti dagli insegnanti cominciano a essere in linea con quelli ormai altrettanto infimi che i laureati possono sperare di ottenere nel privato.

Sfato anche la leggenda dello stipendio sicuro, perché personalmente non ho ancora visto il becco di un quattrino. I miei pagamenti, visibili sul mitico portale MIUR, risultano congelati "in attesa di disponibilità fondi", ovvero dell'approvazione di qualche oscuro funzionario ministeriale, probabilmente incaricato di tergiversare il più possibile. Vabbé, prima o poi pagheranno, attendo fiduciosa.

Dicevamo della supplenza. Il funzionamento di tutta la faccenda è un po' materia da addetti ai lavori. Ci sono diverse fasce, a seconda di non so bene cosa. So soltanto che i pischelli (si fa per dire) come me, che non sanno neanche dove sono girati, non hanno nessuna abilitazione, ma sono "in possesso del solo titolo di studio", ovvero una laurea del vecchio tipo o una quinquennale, si possono iscrivere alle graduatorie in terza fascia, dette anche graduatorie di istituto. Quando una scuola ha bisogno di un supplente, deve convocare quelli della prima fascia, poi della seconda, e quando proprio stanno alla frutta, arrivano a quelli della terza. Naturalmente in terza fascia ce ne sono un sacco davanti a me, perché se cominci a insegnare guadagni punti e sali in classifica, mentre io alligno nelle sabbie mobili dei bassifondi.

Quando oltre che alla frutta stanno al dessert, al caffé e alla grappa, allora chiamano pure me. In realtà la situazione è meno insolita di quanto si potrebbe credere, perché su certe materie c'è scarsità di insegnanti. Per esempio c'è difficoltà a ricoprire l'organico di matematica. Figuriamoci di informatica. Diciamocelo: per un informatico o un ingegnere l'insegnamento non è lo sbocco più ovvio. Certamente non lo era ai miei tempi; adesso, come dicevo, sta diventando non disprezzabile.

Che cosa ne consegue? La baraonda più totale. Perché bisogna mettere insieme le farraginosità della burocrazia, l'esigenza di rispettare l'indiscutibile criterio delle graduatorie, e i legittimi diritti dei lavoratori, in questo caso gli insegnanti. Gli studenti 'sticazzi.

Funziona così. Bisogna approfittare della "finestra", quella in cui si aprono le graduatorie degli sfigati, e presentare la domanda. A dire il vero non si sa neanche se queste graduatorie rimarranno o se saranno abolite, ma insomma, per il momento è così. Poi stai a casa e ogni tanto ti arrivano delle mail dalle scuole della tua provincia che hai messo nelle preferenze: sono le famose convocazioni. Nella mail ti si dice la materia, le ore settimanali, le date di inizio e di fine supplenza. C'è anche un termine per dare la risposta, in genere il giorno successivo, e un pezzo della classifica che ti contiene, così puoi vedere gli altri che hanno ricevuto la stessa convocazione, quelli prima di te e quelli dopo di te.

Se non ti interessa non rispondi e amici come prima. Se invece ti interessa, ti dichiari disponibile e la scuola, fra tutti quelli che hanno accettato, chiama il primo della lista. In genere devi cominciare tipo il giorno dopo. A questo punto arrivi in una scuola dove hanno già cambiato due o tre insegnanti dall'inizio dell'anno e cominci a comportarti con i ragazzi come se dovessi restare con loro tutta la vita. In realtà, se ricevi un'altra convocazione per una supplenza con un periodo più lungo o con una cattedra completa, dall'oggi al domani puoi mollare tutti nella merda e andartene in un'altra scuola. Tuo sacrosanto diritto. Se invece molli la supplenza senza valido motivo, allora precipiti in fondo alla graduatoria, per essere ripescato solo in caso di epidemia di Ebola che colpisca selettivamente gli insegnanti della tua materia.

In tutto questo bailamme io ho vinto un terno al lotto con la supplenza in una scuola che sta a 10 minuti a piedi da casa mia. In teoria è il mio vecchio liceo, anche se dei miei tempi è rimasta soltanto una segretaria all'epoca giovanissima: il resto è tutto cambiato, compresa la sede. Ma in qualche modo sono ugualmente affezionata. Anche per questo, fra i vari motivi, non ho risposto alla convocazione per una cattedra completa fino a fine anno in una cittadina vicina. E anche perché girare la mia vita come un calzino una volta l'anno è più che sufficiente.

 
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