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Arte e artigianato

Post n°42 pubblicato il 01 Luglio 2012 da meninasallospecchio

Intendo tornare sul discorso del mio post precedente, ma la prendo molto alla lontana.

Il mio ex-suocero, o forse dovrei dire il mio primo suocero, dipingeva. Cioè, era un pensionato che si dilettava di pittura, però nel suo piccolo partecipava a gare e vendeva persino qualche quadro. Questo, dal mio punto di vista, faceva di lui un pittore a tutti gli effetti. Voglio dire: quella che noi chiamiamo arte (e non dimentichiamo che gli artisti ci campano) ha aspetti materiali, tecnici ed economici, che sono comuni al mio ex-suocero e a Michelangelo.

Così dal mio ex-suocero ho imparato molte cose sull'arte. Per esempio succedeva che vendesse un quadro. Poi arrivava un amico del compratore che l'aveva visto a casa sua e che voleva un quadro con lo stesso soggetto. Senza battere ciglio, mio suocero glielo rifaceva, cambiando qualcosa è ovvio. Avete presente quanti artisti hanno ripetuto più volte lo stesso soggetto? Poi sui libri ci spiegano lo studio, l'evoluzione del tema, della sua interpretazione. Tutto vero, ma anche motivazioni molto più terra-terra.

Anche interessante vedere l'evoluzione degli artisti figurativi nel corso della loro vita. Non moltissimi sono arrivati a quella che oggi consideriamo come vecchiaia, ma qualcuno sì. Se ci fate caso noterete in questi artisti un percorso individuale verso non dico l'astrattismo, ma sicuramente l'ellisse espressiva.

Guardate la Pietà vaticana, detta anche Pietà della giovinezza:

 

Pietà vaticana

 

Questa meravigliosa scultura, universalmente nota, si trova in San Pietro. Purtroppo è stata anche oggetto di vandalismo, come spesso accade ai simboli della bellezza e degli ideali universali. Michelangelo la scolpì a 22-24 anni. Dovette essere un lavoro immenso, la finezza delle figure, dei drappi, la morbidezza e la levigatezza del marmo. Scolpire il marmo non è solo arte, è anche un lavoro fisicamente impegnativo, intenso e faticoso. Michelangelo era un uomo vigoroso e qui probabilmente era giovane, aveva voglia di lavorare e desiderio di fare bella figura.

Guardate invece l'ultima pietà, la Pietà Rondanini, custodita al Castello Sforzesco di Milano. Viene anche chiamata pietà incompiuta perché Michelangelo ci lavorò in varie fasi e ci stava ancora lavorando alla sua morte, a 89 anni.

Pietà Rondanini

Michelangelo scolpì la pietà varie volte, con una progressiva verticalizzazione delle figure. Avrà pensato che le figure verticali siano più espressive oppure chissà, magari avevano fatto una spending review sui blocchi di marmo. Comunque, io me lo immagino, Michelangelo a 89 anni, vecchio e stanco, pare fosse anche depresso. Da un lato quella sicurezza che ti viene con gli anni, l'idea che un abbozzo sia più che sufficiente a rendere un concetto; dall'altro la fatica e la noia di occuparsi dei dettagli.

Anche mio suocero lasciava parti incomplete nei suoi quadri: "E' astratto", ti diceva se gli chiedevi spiegazioni. La verità è che aveva la cataratta e non vedeva una mazza.

 
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