Senza fallo

Toy boy: la ricerca

La strada non è quella che va dal punto A al punto B, ma tutto ciò che ci sta in mezzo. E così anche la ricerca del toy boy si è trasformata in un'esperienza.

Volete sapere quanti toy boy ho trovato? La risposta esatta è: zero. Poi dove finirà la strada non lo so: l'ospizio può attendere, quindi c'è ancora spazio per tante storie nuove, nella mia vita e nella mia mente. Però una cosa la devo dire. I miei criteri di selezione, degni di un'agguerrita head hunter più che di una cougar, hanno fatto emergere uno spaccato di 30enni di qualità eccelsa. Giovani ingegneri e ricercatori, persone che leggono, scrivono, ascoltano buona musica, amano l'arte e il buon vivere. Da tempo non facevo delle chiacchierate così leggere e profonde, acute e interessanti.

Uno mi scrive dalla Germania, un altro sta per trasferirsi a Parigi. Hanno la vivacità della loro giovane età, venata dall'amarezza per questo paese di merda in cui non vogliono insediare il loro futuro. Non so se l'Italia sia mai stata davvero migliore di come la vediamo ora, certo le pezze al culo che abbiamo adesso io non le avevo mai viste. Alla gente della mia età la politica ha dato forse un solo momento di speranza, quando con Mani Pulite abbiamo creduto per un attimo che questo paese potesse cambiare. Ma la società era diversa, potevamo pensare, forse illuderci, di avere un futuro, almeno finché Amato non è apparso in TV a dirci che la festa era finita.

Loro questo non l'hanno avuto. Da quando hanno raggiunto l'età della ragione, tutto quello che hanno visto è Berlusconi, hanno vissuto 20 anni con lui. 20 anni di degrado culturale e morale, oltre che economico. Eppure, nonostante tutto, sono puliti, escono miracolosamente indenni dal pantano. Sono tutti grillini, come non capirli. Non si lagnano nemmeno, l'amarezza è appena sottotraccia, prevale la vitalità, la curiosità, il desiderio di avventura, com'è giusto che sia.

Un giovane esistenzialista mi racconta la sua inquietudine, costellata di sensi di colpa per non aver ancora trovato il suo posto.  Non do patenti di bamboccione. A 22 anni ero laureata e lavoravo, ma so bene che erano altri tempi. Ora ne ho 50 e non so cosa farò da grande, ma sensi di colpa non ne ho.  Non gli racconto che un giorno sarà felice, ci si nasce. Non gli parlo delle piccole gioie del quotidiano, tutte cazzate. Il mio bicchiere è sempre mezzo vuoto, ma con l'inquietudine sono pacificata: è tutto quello che posso augurargli. In fondo la felicità è sopravvalutata.

Mi piace parlare con i 30enni, mi piace proprio. E questa è davvero una buona ragione per cercare un toy boy: una finestra aperta sul mondo dopo di noi, una boccata d'aria fresca. Se non combinerò niente non ha importanza, ma voglio continuare a parlare con loro, uomini e donne.

- mi farebbe davvero piacere conoscerti - dico apertamente al giovane inquieto.

- indipendentemente dal discorso erotico? - chiede lui, forse preoccupato di dover fornire prestazioni che non gli aggradano, o magari di essere considerato davvero un giocattolo. O forse vuole darsi un'ultima lustratina all'ego prima di sparire per la sua strada.

- indipendentemente.