Creato da: meninasallospecchio il 28/04/2012
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Post n°326 pubblicato il 14 Aprile 2014 da meninasallospecchio
(continua dal post 323, scusate il ritardo ma ho poco tempo per scrivere ultimamente)
L'altra settimana, dopo la visione del film (ero andata al cinema da sola, come faccio spesso), ho sentitito urgentemente il bisogno di parlarne con qualcuno Come già ho raccontato, l'interlocutore ideale doveva essere cinefilo e maniaco sessuale. Il mio amico Paolo (quello vero, non quello farlocco), lusingato ma perplesso che la mia prima scelta fosse caduta su di lui, mi chiede che cosa intendo per maniaco sessuale. Rispondo che con quella definizione ironica, che peraltro ho applicato anche a me stessa, mi riferisco a una persona che attribuisce al sesso un'importanza rilevante e che non ha un'etica sessuale. Mi aspettavo a questo punto che Paolo mi chiedesse che cosa intendo per non avere un'etica sessuale, ma non me l'ha chiesto. Però io gli rispondo lo stesso. E' chiaro che a vedere Nymphomaniac non è andato un pubblico medio. E' pur sempre un regista danese, roba da cineforum, il fatto che parli di sesso non mette al sicuro dal rischio corazzata Potemkin. E il pubblico dei cinefili è composto prevalentemente da gente colta, aperta, culturalmente laica. Se si facesse vedere il film a un pubblico medio, rispetto alla vicenda narrata, ci sarebbe un 95-98% di commenti del tipo "che schifo, che orrore". Ma anche il cinefilo non è esente dal giudizio morale, che magari si esprime nei modi più raffinati dell'ironia o dello snobismo. Insomma, quando un film parla di sesso sembra che faccia particolarmente fine dire che è noioso. E non so se avete visto Fazio domenica scorsa: aveva mandato un tizio che io non conosco, credo sia un rapper di grido, a vedere il film in collegamento con lo studio di Che tempo cha fa. Ora, a parte che deve aver frantumato i coglioni agli spettatori veri con il casino in sala indotto dal collegamento, ma tutta l'operazione mi sembra sintomatica di una pruderie diversamente scandalizzata, figlia della repressione sessuale tanto quanto la condanna morale. Chi non ha un'etica sessuale, invece, rispetto alle azioni della ninfomane Joe, pensa che un 20% le ha fatte, un altro 30% l'ha immaginato o desiderato e per il restante 50% non l'ha fatto e non lo farebbe, ma pensa: contenta lei contenti tutti. Ecco, il mio interlocutore, quello che desideravo e che siete diventati voi che mi state leggendo, doveva avere nei confronti del sesso un atteggiamento non giudicante (neanche giudicante in senso opposto, come se la ninfomania te la ordinasse il medico) e al tempo stesso la giusta sensibilità rispetto ai contenuti, anche non banali, del film. Dove sto andando a parare? Non lo so di preciso, ma devo ancora parlarvi della mia, di reazione.
(continua)
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