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« L'illuminazioneL'avvocato »

Io viaggio da sola

Post n°379 pubblicato il 21 Novembre 2014 da meninasallospecchio

Mi sono appena prenotata una mini-vacanza in Alto Adige. Da sola. A Natale.

Sì, lo so, sembra una cosa esagerata, come chi ha qualcosa da dimostrare. Però mi andava di farlo e in fondo perché dovrei dimostrare di non avere nulla da dimostrare?

Ho diverse buone ragioni dalla mia parte. In primis a me del Natale frega assai poco. Capisco per i bambini, ma a me... non sono credente, mio figlio quest'anno è con suo padre, non ho parenti che frequento abitualmente. La prospettiva sarebbe di passarlo da sola con mia madre, magari mangiando una pasta scotta e un petto di pollo. No grazie, preferisco tagliare la corda. In secundis i prezzi fino al 26 sono leggermente più bassi.

Perché da sola? Be', perché non ho un compagno, non ho amiche che sciano, non ho nemmeno voglia di chiedere a questo e quello e sentirmi rispondere di no. E' una cosa che voglio fare io, la faccio e basta. Certo, in compagnia mi divertirei di più. Ma fra il non fare ciò che mi interessa in compagnia e il farlo da sola, meglio la seconda opzione.

Sciare da sola non mi dispiace affatto. Scelgo i tempi, le piste, quando fermarmi, quando smettere. Il piccolo hotel che ho prenotato ha una sauna e una piscina: per socializzare sarebbe meglio il bagno turco, ma vabbé. Al ristorante da sola... non è che mi piaccia, ma sono abituata. Quanto a dormire, a parte il fatto che spendo di più, non avere nessuno che mi russa a fianco è certamente preferibile.

Nella mia vita precedente, o forse dovrei dire due vite fa, viaggiavo molto per lavoro: a volte con colleghi, ma spessissimo da sola. Non sono mai stata di quelli che si ritirano nella stanza d'albergo e si fanno portare la cena in camera o, al più, scendono al ristorante per consumare un pasto veloce con altri tristoni. Al contrario. Ho sempre approfittato delle trasferte per andare in giro e godermi il più possibile i luoghi in cui soggiornavo.

Nel '94 sono stata 3 mesi e mezzo a Parigi. A pié di lista, bei tempi. Un collega parigino appassionato di gastronomia mi aveva fornito una lista con una ventina di ristoranti da provare. Non il top, ovviamente, ma tutti buoni locali sempre affollati di francesi, non di turisti. Siccome sono un tipo metodico, ho cominciato dal primo e sono andata avanti. All'inizio non prenotavo. Presentandomi da sola, in genere mi trovavano un tavolino dietro a un pilastro, o sgomberavano rapidamente le posate da un tavolinetto di servizio. Poi mi sono decisa a prenotare: perché no? Per una persona.

A Parigi nessuno si scomponeva. A Hong Kong era molto peggio: là il tavolo più piccolo è da 12. E nessuno ti coccola, mentre in genere una donna che mangia da sola al ristorante gode di un certo intrattenimento da parte dei camerieri. Ad Amsterdam l'intrattenimento si è spinto fino a un paio di richieste di numero di telefono: ma in Olanda l'ambiente è disinvolto e io ero giovane, ormai non mi caga più nessuno.

Avrei tante storie da raccontare. Viaggi di piacere da sola ne ho fatti pochi, anche perché sono stata single per breve tempo. Soltanto qualche volta in Italia finora, l'ultimo lo scorso anno a Roma. Mi piacerebbe molto, questo sì come una sfida con me stessa, fare da sola un viaggio avventuroso. Quand'ero in India con il mio primo marito, una volta abbiamo incontrato una francese che stava girando l'India da tre mesi da sola. Be', tre mesi in India non ci rimarrei, però starci un mese da sola... confesso che l'idea mi attrae.

E' vero che ci sono situazioni delle quali, quando sei in coppia, non ti rendi conto. Nei miei due viaggi ho sempre avuto un ottimo rapporto con gli indiani, ma pare che ci siano molti molestatori. Per esempio in Israele stavo con un collega e non mi ero mai accorta di niente. Poi, una sera, lui è rimasto in ufficio fino a tardi e io sono andata in giro da sola. In quell'occasione ho scoperto che, sul lungomare di Tel Aviv, una donna non rimane sola neanche 5 minuti. La situazione si è poi ripetuta molte volte, ma sinceramente non posso dire di essere stata molestata: si è sempre trattato di quattro chiacchiere e mi sono disfatta dei miei interlocutori con estrema facilità. Certo se una volesse leggere un libro o guardare il tramonto in santa pace, non c'è verso.

Mah... non so se avrò mai il coraggio di andarmene in India da sola, anche perché forse non ce la farei a viaggiare come facevo 20 anni fa. Chissà, magari farò altre cose. Nel frattempo potrei allenarmi con un tour della Sicilia :-)

Ah, mia madre, direte voi. Già. Le dirò una balla, penso. Non mi crederebbe mai se le dicessi che vado da sola: "Tu hai qualcuno", mi direbbe con il tono inquisitorio della madre a cui non puoi nascondere nulla, perché lei ti capisce meglio di chiunque altro. Faccio prima a inventarmi qualcosa. Tanto mi romperà i coglioni comunque: ma non a Natale.

 
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 22/11/14 alle 11:26 via WEB
Vero. La solitudine non viene mai considerata una scelta o semplicemente una situazione normale, sempre come una disgrazia da compatire.
 
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