La mia storia

Io e gli psicologi 1 ... segue

 sono le 9:03  Sto sicuramente bene, ma vedo chiari due nodi relativi alla mia situazione attuale che messi insieme potrebbero essere pericolosi...Li e Adri ne parleremo!!! Ritornando agli incontri con il dott Lucio B. Tralascio di raccontare i motivi e come si sono svolte le cose nel 71 72, mentre faccio una piccola premessa per gli incontri del 79.
Come già detto dal 74 all' 80 la mia vita si svolgeva soprattutto in Istituto e lì avevo stabilito un bel rapporto di tipo familiare con tutti. Con un tecnico in particolare parlavamo del problema di non avere figli e per farci coraggio a vicenda abbiamo deciso di andare insieme a farci visitare al centro antisterilità del policlinico. Non vi dico che situazione imbarazzante per fargli capire che noi due non eravamo una coppia e che i nostri problemi erano diversi, comunque alla fine fui visitata, sorvolo sul fatto che capitai nel mezzo di una esercitazione didattica... chiusi gli occhi e con la mente mi assentai. Dopo un'ulteriore visita, il Prof. Ruozzi (grandissimo uomo!) battendosi la mano sulla fronte mi disse che io il figlio non lo facevi lì, cioè nella mia testa e mi consigliò con forza di rivolgermi ad uno psicologo prima che fosse troppo tardi. E' stato per questo motivo che, non avendo altre conoscenze, sono tornata dal dott. Lucio B. gli ho spiegato il motivo che mi spingeva da lui e sono stata accolta molto bene forse perchè il mio problema lo toccava personalmente (non aveva avuto figli ed era comunque molto grato alla moglie che gli aveva permesso di accudire fino all'ultimo la madre). Mi fece tutte le prove classiche, quelle con le macchie in cui si può vedere qualcosa ed altri test; alla fine del test con le macchie mi disse che non aveva mai trovato nessuno che avesse una fantasia paragonabile alla mia. Fu lui poi a descrivere la mia struttura proprio come una sfera chiusa con solo un buchino piccolo piccolo dove non poteva entrare nessuno, ma mi diceva anche che dentro la mia sfera c'erano tantissime cose positive che io non sapevo riconoscere, un'infinità di cose belle che io avrei potuto dare al prossimo se non fossi stata così chiusa. Mi disse che aveva scoperto che io ero molto diversa dall'idea che in passato si era fatto di me, che avevo un bellissimo mondo interiore e una sensibilità estrema. Gli incontri sono stati molti e io ne sentivo il beneficio, ogni volta uscivo più serena; come già detto ad agosto sono partita per l'Olanda e al ritorno dopo un mese è stato concepito mio figlio. Ora mi vergogno a dire che non sono più tornata da lui, dimenticandolo completamente come se non fosse mai esistito. Solo quando sono stata al settimo mese ho sentito il bisogno di fargli una telefonata per informarlo di come erano andate le cose, ma la sua reazione è stata fredda e distaccata con un semplice augurio per il mio futuro. Ripensandoci oggi trovo il mio comportamento indegno di una persona civile, ma è lo stesso che ho avuto in seguito anche con gli altri psicologi che mi hanno aiutato. Non mi piace affatto questa mia capacità di annullare completamente i rapporti con il prossimo, capisco che dipende dalla mia struttura, ma mi sembra che sia anche una vergognosa forma di egoismo. Se è vero che sto veramente uscendo dal tunnel, cose di questo tipo non devono più verificarsi. La riflessione su questo punto fa parte del groviglio che sto mettendo a fuoco in questi giorni. Io sto bene, anzi benissimo, ma gli altri, quelli che mi aiutano... come stanno? Sto facendo qualche danno? Aspetto che questi pensieri maturino dentro la mia mente.    sono le 10:23